28-05-2006
Paradiso Pinchiorri
Firenze Non c’è nessun errore, purtroppo: all’Enoteca Pinchiorri un antipasto può costare 110 euro, un primo anche 90 e con i secondi siamo un po’ sopra o un sotto i 100 a seconda se si opta per il pesce piuttosto che la carne. Sembrano più umani formaggi (25) e dessert (35), ma si tratta pur sempre di opzioni complementari. Facile insomma gridare allo scandalo, ma sarebbe demagogico e superficiale perché sbagliato l’approccio. A parte che siamo davanti a un pubblico esercizio, e non a un obbligo di legge, tipo la vecchia leva militare, e uno non è costretto a mangiarvi, i raffronti vanno fatti su un altro piano. Che non è nemmeno quello della qualità del cibo. La Pinchiorri vale l’altissima moda di Armani, i bolidi Ferrari, le moto da fantascienza, sono realtà magiche e dorate che hanno migliaia di alternative più economiche, Benetton, la Fiat, i ciclomotori, le osterie, nessuna delle quali è però pari per fascino, eleganza, esclusività, leggenda. Possiamo invidiare chi si può permettere questi gioielli e ringraziare quei ricchi che, invece di vivere secondo stili beceri e burini, tipo i Suv per sgommare la sera attorno ai Navigli, coltivano il meglio che il genio umano sa produrre. Bene per noi italiani che una vita fa sia stata la francese Annie Feolde, allora dipendente delle poste, a venire a Firenze e non Giorgio Pinchiorri a recarsi a Nizza. Forse oggi la loro enoteca sarebbe uno dei tanti santuari d’Oltralpe e americani, giapponesi, russi, tedeschi, ma anche italiani, non spenderebbero i loro soldi da noi. Questo non vuole dire che la Francia del vino e del cibo non sia presente, tutt’altro. Splende in cantina, nel servizio e nella presentazione dei piatti che io gradirei più essenziale e scarna, ma succede perché Giorgio Pinchiorri opera scelte che premiano il meglio, escludendo il peggio senza guardare a interessi di bandiera. E se al suo top la Francia del vino vince sul Bacco tricolore bisogna prenderne atto e impegnarsi perché tra venti o trent’anni non sia più così. In tal senso, la mia degustazione martedì scorso non ha uguali italiani per prestigio, qualità e importanza. L’inizio nel segno di Krug 1995, quindi Henry Jayer Vosne-Romanée 1992, Petrus 2000, Screaming Eagle 1998 e infine Henry Jayer Vosne-Romanée Cros-Parantoux 1988. Ricordo pure buoni piatti come i Gamberoni croccanti e il Doppio raviolo, ma uno si sentirebbe in paradiso anche con pane, formaggi e salumi. È la dannazione di Annie. .
ENOTECA PINCHIORRI via Ghibellina 87 FIRENZE
Telefono: 055.242757 Sito: http://www.enotecapinchiorri.com
Chiusura: domenica e lunedì Prezzi medi: antipasti 95; primi 80; secondi 95; formaggi 25 e dolci 35 euro Menu degustazione: 190 e 225 euro
Coefficiente di difficoltà: sufficiente, alta cucina
Cibi Divini
I ristoranti di tutto il mondo raccontati nel Giornale da Paolo Marchi dal febbraio 1994 all’inverno 2011. E dalla primavera per i lettori del sito identitagolose.it