30-04-2006
Magia Vicina
Torino Se la fame fa sentire buono tutto quello che ti ritrovi nel piatto, stanchezza e stress possono “incattivire” anche i manicaretti più buoni perché quando la testa scoppia e le palpebre calano, la prima cosa che uno vorrebbe fare non è mangiare, bensì dormire. Questo ricordato perché il febbraio scorso ho trascorso tre settimane a Torino per seguire le Olimpiadi, e la sera il tasso di benessere psico-fisico variava tra lo stanco e lo stanco morto eppure in certi ristoranti ho mangiato alla grande e in altri no. È stato ad esempio il caso, felicissimo, di Casa Vicina, dove nell’insegna si gioca con il significato dell’aggettivo, quel vicina che fa sentire l’avventore un po’ a casa sua ma che è pure il cognome dei titolari, i fratelli Claudio e Stefano Vicina, il primo in cucina con la moglie Anna e il secondo in sala e cantina. La loro famiglia cucina e ristora dal 1902, ma per un secolo lo ha fatto tra Ivrea e la vicina Borgofranco. La prima svolta nel 1980 quando i genitori, Roberto e Bruna, aprirono Casa Vicina che i figli avrebbero trasferito tre anni fa a Torino. Scelta importante anche perché avevano da poco convinto la Michelin a illuminarli con una stella, subito spenta dopo il trasloco. La cosa in sé non stupisce, piuttosto sorprende che non sia stata più riaccesa così come l’arredamento, molto colorato e moderno, con sedie in plastica trasparente, tubi e soppalco, poco si concilia con la solidità rassicurante dei piatti. Il contrasto è chiaramente voluto, perché lì la tradizione non deve essere intesa come riproposizione stanca di piatti che arrivano dal passato per forza di inerzia. C’è molta freschezza e allegria nei vari passaggi, a iniziare da un Tonno di coniglio da sballo e da tre menu degustazione che fissano tre posizioni ben diverse: di gustosa varietà, di italica classicità e di tipicità canavesana. Solo gli gnocchi di patate non mi hanno emozionato più di tanto, tutto il resto lo vorrei avere ora sotto gli occhi al posto della tastiera su cui batto questa rubrica. La Batsuà all’agro è un robusta insalata di piedini di maiale fritti, il Girello di fassone in salsa tonnata un mosaico con la salsa sotto e le fettine sopra, il Baccalà mantecato un’onda di bianca sensualità marina, gli Agnolotti “vecchia eporedia” pizzicati a mano l’eleganza fatta pasta (ripiena), il Carciofo ripieno un simpatico gioco gustoso, il Rognone à la coque un robusto massaggio del palato e il Filetto di fassone con fegato grasso dolci carezze. E all’inizio quella bagna cauda... .
CASA VICINA in via Massena 66 a TORINO
Telefono: 011.590949 Sito: http://www.casavicina.it
Chiusura: domenica sera e tutto lunedì
Prezzi medi: antipasti 19; primi 18; secondi 27; formaggi 17 e dolci 10 euro Menu degustazione: 50, 60 e 70 euro Coperto: 5 euro
Coefficiente di difficoltà: buono, cucina di tradizione
Cibi Divini
I ristoranti di tutto il mondo raccontati nel Giornale da Paolo Marchi dal febbraio 1994 all’inverno 2011. E dalla primavera per i lettori del sito identitagolose.it