07-11-2022
Un sabato mattina entri in autostrada, la Milano-Genova, e la coda inizia ben presto, a Bereguardo, e finisce ben lontano, oltre Casei Gerola, e una seconda ci attendeva in direzione Voltri, tra Ovada e Masone, tutto troppo. Così uno sbuffa – e io adoro sbuffare perché scarico ogni tensione – e cerca mentalmente un’alternativa che non sia quella di tornare a casa con la coda tra le gambe. Il Piacentino? Troppo distante. Langhe e Roero? Anche, e poi i tartufi quest’anno scarseggiano. La risposta giusta al terzo pensiero: Tortona. Già una città che ha per piatto bandiera i baci mi sta simpatica di per sé, poi vi splende l’Osteria Billis.
Billis a mo’ di genitivo sassone, come se fosse in Gran Bretagna, l’insegna dei fratelli Billi, 32enni, Alessandro in cucina e Filippo in sala. Ragazzi, o poco più, pari ai fornelli erano, poi solo Ale si è iscritto all’alberghiero e questo rende netto il perché Filippo abbia seguito studi artistici, per accantonarli quando il fratello lo ha voluto a sua fianco in un locale aperto il 1° settembre 2018. All’apparenza sono trascorsi quattro anni, in verità meno per via della pandemia ma questo vale per tutti. Come tanti loro colleghi, hanno sfruttato le pause per migliorare la struttura e ampliare il ventaglio di offerte, lì di fronte alla stazione ferroviaria, una
Davvero un sabato di quelli che vorresti rivivere, un pranzo a sorpresa anche perché lo scorso 29 ottobre i gemelli erano alle presa, non solo con il servizio in sé, ma con il cambio del menù, dall’estate all’autunno, e un nuovo modo di proporsi, più meditato pur se sempre fedele al concetto di fun dining, del divertirsi cucinando e gustando attingendo alle culture del mondo, senza restare fedele al territorio al punto di farsi imprigionare.
Il ricco carrello dei formaggi dell'Osteria Billis a Tortona
Non vado oltre. A distanza di una decina di giorni è come se fossi ancora sballonzolato nel tubo magico di un caleidoscopio dei pensieri e dei sapori. I Billi scherzano e sorridono, però sono davvero molto seri. Quando è il momento capo chino e olio di gomito.
I ristoranti di tutto il mondo raccontati nel Giornale da Paolo Marchi dal febbraio 1994 all’inverno 2011. E dalla primavera per i lettori del sito identitagolose.it
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nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi