08-01-2024

Gaja: da Barbaresco, storia di una famiglia che porta l’Italia del vino nel mondo

Nella cantina piemontese in provincia di Cuneo abbiamo degustato i vini icona del Made in Italy: resistenti al tempo, narratori di un territorio e di un'arte che si perpetua dal 1859 con originalità

La famiglia Gaja

La famiglia Gaja

Nel cuore delle Langhe sorge Gaja, l'azienda vinicola che ha ridefinito gli standard dell'eccellenza enologica; fondata nel 1859 da Giovanni Gaja, ha conquistato fama mondiale grazie all’accortezza nell’arte produttiva del vino e alla costante ricerca di qualità senza compromessi (il cognome a lettere rosse sulle etichette fu voluto dall’omonimo nipote, padre di Angelo, nel 1937).

Una storia, fortemente intrecciata al territorio e alla passione per la terra, iniziata all’Osteria del Vapore a metà Ottocento, tra le stesse mura dove oggi matura uno dei vini più conosciuti e apprezzati al mondo.

Le splendide colline di Barbaresco

Le splendide colline di Barbaresco

Nel piccolo villaggio di Barbaresco (604 anime), luogo in cui ancora adesso il cru di Secondine è testimonianza della dedizione secolare alla viticoltura, Angelo Gaja sin dagli anni ’60 ha introdotto nuove pratiche agricole e tecniche di vinificazione, mantenendo al tempo stesso il rispetto per la tradizione, vinificando separatamente i frutti dei vigneti e utilizzando, tra i primi, la barrique.

Coltivare un pensiero differente, non adagiarsi mai sulle certezze, diversificare con coerenza senza inseguire le mode e, in altre parole, essere originali: nel corso degli anni, l’azienda ha ampliato la sua presenza nelle Langhe e acquisendo, inoltre, vigneti in altre regioni italiane. Nel 1993 l’acquisto del Castello di Barbaresco, nel ‘94 l’arrivo a Montalcino con Pieve Santa Restituta, poi Bolgheri nel ‘96 con Ca’Marcanda, l’Etna con Idda nel 2017 (in società con Graci ed un focus sul Carricante e sul versante sud - ovest)  e di recente il progetto in Alta Langa (con la costruzione di una cantina a Trezzo Tinella). Ma il cuore rimane sempre a Barbaresco.

Nebbiolo e Chardonnay, insieme ai Sauvignon e alla Barbera sono le varietà su cui oggi si fonda il racconto della famiglia piemontese nel territorio di origine, ma che con lo stesso spirito si riproduce negli altri areali: ogni nettare è una storia speciale, ogni vigneto una specializzazione, producendo vini che riflettono il carattere unico di ogni angolo di vigna. Lo stile di Gaja è inconfondibile per eleganza, complessità e longevità: caratteristiche che danno vita a prodotti enologici con tratti unici e distintivi. Freschezza nel calice, fedeltà al territorio, adattamento al clima e personalità del produttore sono il leitmotiv che si racconta nei vini che abbiamo degustato: Barbaresco, il più rappresentativo dell’azienda, Sorì San Lorenzo, la parte più alta della collina ben esposta ai raggi solari, Sperss, il vigneto a Barolo, già conosciuto, ma acquistato a distanza durante il Vinitaly del 1988, Gaia e Rey, dedicato a nonna Clotilde Rey e alla primogenita Gaia che oggi guida la cantina insieme alla sorella Rossana, al fratello Giovanni e alla mamma Lucia, sono i quattro vini “incontrati” nel nostro viaggio a Barbaresco e che raccontano le radici di una famiglia e di un’azienda icona del made in Italy enologico nel mondo.

 

LA DEGUSTAZIONE

Barbaresco 2020
Assemblaggio di uve provenienti da 14 vigneti collocati tra i comuni di Barbaresco e Treiso da vigne con età media di 50 anni: classico colore granato, fiori, viole, spezie delicate e frutti di bosco offrono una poesia olfattiva che incuriosisce e appaga il naso. Elegantissimo, fine, un leggero amaro all’ingresso, ma di grande lunghezza; struttura tannica raffinata e un’arancia rossa che ritorna e che piace. È il vino più rappresentativo dell’azienda, prodotto costantemente dal 1859.

 

Sorì San Lorenzo 2020
Straordinario esempio di cru di un terreno appartenuto alla curia e acquistato dalla famiglia Gaja nel 1964: il vigneto si trova in prossimità del fiume Tanaro, che divide Langhe e Roero. Sorì (che indica la porzione collinare con esposizione sud), San Lorenzo (che è il santo protettore del Duomo della città di Alba) si distingue per profumi di pepe nero, noce moscata, erbe, amarena e ciliegia (probabilmente caratteristica dell’annata). Molto lungo al gusto, è un vino ricco dalla struttura complessa e di grande potenza. Da notare che il percorso di vinificazione è uguale per entrambi i Barbaresco: un anno di barrique, un anno in botte grande e un anno in bottiglia. Il resto è fascino e mito, figlio del tempo sin dalla prima annata prodotta nel 1967.

I vini da noi degustati

I vini da noi degustati

Sperss Barolo 2018
Rosso granato intenso, colpisce subito per un naso esplosivo nonostante l’annata sia stata non calda e piovosa, ricordata anche per una grandinata epocale a luglio. Siamo a Serralunga, tra le marne di Marenca e Rivette con viti che hanno un’età media di 55 anni, profilo olfattivo con piccoli frutti di bosco, sfumature floreali, sensazioni di sottobosco, tartufo e spezie. Sorso profondo e complesso che ben si concentra su una trama tannica fitta ma fresca ed elegante. Prima annata prodotta: 1988.

 

Gaya & Rey 2012
Primo vino a svolgere la malolattica e la fermentazione in barrique dal 1983 (a conferma che ogni annata è diversa - il 2018, per esempio, non ha fatto malolattica). Di un bel colore giallo con riflessi dorati, si presenta con un ampio naso: spezie, frutta secca (nocciola), idrocarburi del tartufo, note burrose, sapide e agrumate. Tanta eleganza anche al gusto, ampio e croccante, si rivela in uno straordinario equilibrio che, dopo quasi dieci anni in bottiglia, è anche armonico e forse nel suo massimo splendore (che immaginiamo durerà ancora per anni).


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Salvo Ognibene

nato in Toscana ma cresciuto a Menfi (Agrigento), ama la pasta, la bici e la Sicilia. È laureato in Giurisprudenza all’Università di Bologna ed ha conseguito due master di cui uno in Marketing digitale alla LUMSA. Sommelier e giornalista, si occupa di comunicazione con attività di ufficio stampa e pr. Degustatore e collaboratore di guide enogastronomiche, è autore di 5 libri

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