21-12-2023

Altre undici bollicine per le feste, consigliate dai nostri esperti

Le nostre "bollicine del mondo" renderanno più frizzanti e originali i vostri momenti di gioia in compagnia. Cosa aspettate a brindare?

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Undici schede e altrettanti prodotti in questa newsletter Bollicine numero 40, cinque sono italiane e sei del resto del mondo. «Soprattutto, cinque sono novità nella nostra applicazione 2023 - dice Paolo Marchi -. Sappiamo essere curiosi e sempre in movimento. Questo ci porta in Oltrepò Pavese, in Toscana, in Francia (ma, prestate attenzione, in Borgogna), in Trentino e nella Repubblica Ceca. Le altre sei schede illuminano una seconda volta la Borgogna, quindi Piemonte, Champagne, Franciacorta, Loira e Stati Uniti. La morale, la nostra da sempre? Guai avere pregiudizi, l’alta qualità la puoi trovare ovunque».

 

Metodo Classico Dosage Zéro - Francesca Carannate, Oltrepò Pavese

Nata e cresciuta a Bacoli, nei Campi Flegrei e trasferitasi a Milano per laurearsi all’Accademia di Belle Arti di Brera, Francesca Carannante ha cominciato presto a dar voce alla sua passione per il mondo del vino attraverso corsi di formazione ed esperienze in cantina. La scelta di trasferirsi in Australia è una tappa importante per la sua crescita personale e professionale: un anno vissuto tra Sydney e Brisbane e la folgorazione per il Pinot Noir, vitigno aristocratico e sensibile, che sviluppa un rapporto fortissimo col terroir che lo accudisce, la aiutano a maturare la convinzione di voler creare qualcosa di suo. Tornata in Italia, inizia a lavorare per un’importante Galleria d’Arte Moderna di Milano e di pari passo, inizia la sua ricerca del luogo dove poter mettere le radici per produrre il suo vino. È nell'Oltrepò Pavese, ospitata per le vinificazioni da una cantina del luogo, che prendono vita i due Metodo Classico che portano il suo nome e un suo disegno in etichetta: un dosaggio zero e un brut rosè. Il Metodo Classico Dosage Zéro Francesca Carannante si apre al naso con un bouquet invitante, caratterizzato da note di nespola, scorza d'arancia e fiori. Ha un sorso teso e croccante, con una traccia sapida che accompagna il fin di bocca. Adele Granieri

Crémant de Bourgogne Brut - Domaine Moissenet-Bonnard, Borgogna | Francia

Se si fosse in cerca di aperitivi alternativi potrebbe fare al caso nostro indagare la categoria dei Crémant de Bourgogne. C’è da provare questo Blanc de Noirs, prodotto con uve Pinot Noir in Côte de Beaune, precisamente da un vigneto del comune di Pommard di età variabile tra i quaranta e i sessanta anni. Lo producono Jean-Louis Moissenet e sua figlia Emmanuelle-Sophie, accanto al padre dal 2012 e che ha contribuito alla svolta sostenibile della conduzione agronomica ottenendo la certificazione Haute Valeur Environnementale per l’azienda di famiglia. L’esperienza nella vinificazione del Pinot Nero risale al 1985, quando a Jean-Louis venne affidata una parcella del Pommard Pézerolles. Oggi il Domaine produce non solo dalle migliori parcelle di Pommard, ma anche dai comuni di Auxey-Duresses, Meursault e Puligny-Montrachet. Il Crémant de Bourgogne Brut di Moissenet-Bonnard è uno spumante ottenuto con fermentazione spontanea del vino base, lavorazione in solo acciaio e sosta sui lieviti per almeno 15 mesi. Accolgono una carbonica gioiosa e un naso che esprime solarità nei toni di nocciole tostate e salate, paglia e piccoli frutti di bosco maturi. Il gusto riempie e diverte, con ritorni sorprendentemente vinosi e, al centro, ancora un’ossatura fruttata e briosa. Passepartout per un brunch natalizio. Monica Coluccia

Moscato d’Asti Docg "Nivole" - Michele Chiarlo, Piemonte

Michele Chiarlo è stato il signore del Nizza, ma anche un produttore che ha sempre puntato molto sul Moscato d’Asti. Ora che ci ha lasciato all’età di 88 anni, sono i figli Alberto e Stefano - che già da tempo sono nell’azienda di Calamandrana - a portare avanti questi suoi principi. Michele Chiarlo è riuscito a superare tutte le barriere del pregiudizio portando il suo Nivole sulle tavole dei ristoranti e delle case. Le uve del Nivole arrivano dai vigneti di Canelli e delle zone limitrofe, cioè dal cuore della produzione di questo vitigno, cercando di trovare il giusto equilibrio tra maturazione e acidità. Quindi a pressatura soffice segue una lenta fermentazione in autoclave a temperatura controllata fino al raggiungimento di 5 gradi alcolici: durante questo processo viene a formarsi quella leggera e piacevole effervescenza che lo caratterizza. Poi finisce in bottiglia e messo sul mercato. «Nell’annata 2022 - racconta Stefano Chiarlo nella scheda tecnica del vino - si è anticipata la vendemmia manuale al 21 agosto, con uve perfettamente sane e mature. Nasce così un millesimo di ottima espressione aromatica di fiori bianchi, salvia, pesca, albicocca; al gusto una notevole cremosità e un finale sapido e fresco». Considerarlo solo il vino per Natale è iniquo e altamente riduttivo. Una sfida? Prendere qualche bottiglia e lasciarla in cantina, anche per anni. La sorpresa, positiva, non mancherà. Raffaele Foglia

 

Metodo Classico Extra Brut 2019 - Tenuta Fertuna, Toscana

Siamo in Maremma, a Gavorrano, nella tenuta Fertuna con 145 ettari di cui 50 vitati. Una cantina dove la sperimentazione enologica sul Sangiovese ha portato alla creazione di questo metodo classico; un lungo percorso fatto di prove e dettagli con l’obiettivo di mettere sotto i riflettori questo vitigno autoctono di singolare versatilità. Le uve di Sangiovese impiegate per questa nuovissima bollicina sono vinificate in bianco. Il risultato è un metodo Champenoise fresco, strutturato, elegante. I grappoli interi delle uve sono sottoposti a una soffice pressatura. Segue una decantazione e fermentazione alcolica. Il 50% della massa si affina in barrique di Allier per sei mesi. In seguito, è assemblata con successiva presa di spuma. Segue la seconda fermentazione per poi far riposare lo spumante in bottiglia almeno 36 mesi, prima del remuage. Con la sboccatura luglio 2023 nasce la prima annata di questa bollicina in edizione limitata: soli 4.000 esemplari. Perlage sottile e delicato. Un naso avvolgente di fiori bianchi, cenni fruttati e un finale lievemente tostato che si ritrova all’assaggio, dove la nota di miele smorza l’acidità che cattura piacevolmente. Uno spumante eclettico, dall’aperitivo al dolce, ideale per pietanze ittiche o fusion, sfidante con una panzanella. Cinzia Benzi

Crémant de Bourgogne Brut Nature Zero Dosage - Albert Sounit, Borgogna | Francia

La storia della Maison Albert Sounit, fondata nel 1781 dalla famiglia Jeunet nel pittoresco villaggio vinicolo di Rully in Borgogna, s’intreccia nel 1988 con quella dell’importatore di vino danese Knud Kjelleru, il quale, credendo saldamente nel potenziale dei vini della Côte Chalonnaise, acquistò in seguito la proprietà investendo sullo sviluppo del vigneto e della cantina per realizzare etichette di alta qualità. Oggi la tenuta si estende per 16.5 ettari a Rully e Montagny. La filosofia aziendale? Ricorrere in via esclusiva ai migliori metodi applicabili sia in vigna, sia in cantina - come testimoniano la conversione al biologico dei vigneti, la vendemmia rigorosamente manuale e il metodo di vinificazione che esalta il terroir nel rispetto delle specifiche dell'annata, impiegando solo lieviti naturali. Accanto allo spumante metodo classico Crémant de Bourgogne, l’azienda produce un’interessante selezione di Borgogna bianco e rosso della Côte Chalonnaise, vini invecchiati in botti di rovere francese e imbottigliati senza filtrazione. Il Crémant de Bourgogne Brut Nature di Albert Sounit è un blend di uve di Pinot Nero (65%) e Chardonnay (35%) e si appalesa in tutta la sua potenza al naso con un’acidità vivida, ma integrata in un tessuto che ha forza e allungo. Andrea Grignaffini

Champagne "L'Année 2013" - Pertois-Moriset, Champagne | Francia

La Maison familiare è situata a Le Mesnil-sur-Oger e perpetua la tradizione e il savoir-faire Champenois. La storia ha inizio con il matrimonio tra Janine Moriset e Yves Pertois che, nel 1951, decidono di creare la Maison Pertois-Moriset. La proprietà di 20,70 ettari è ripartita su due terroir: la Côte des Blancs e il Sézannais. Oggi, è gestita dalla nipote Cécile e dal marito Vincent Bauchet. In vigna non vengono utilizzati prodotti chimici, l’inerbimento tra i filari è spontaneo e il suolo viene lavorato con un trattore elettrico. L’Année 2013 è la firma della Maison, Chardonnay in purezza selezionato nelle più belle parcelle di proprietà a Le Mesnil-sur-Oger. La fermentazione alcolica avviene in cuve inox senza svolgimento della malolattica; segue un affinamento di circa 7 anni sui lieviti. Il dégorgement è avvenuto ad aprile del 2021 con un dosaggio di 1 g/l. Approccio olfattivo che si esprime con molteplici sfaccettature, dalla frutta a polpa bianca, la mela golden, ad aromi agrumati di limone e cedro, sentori di erbe aromatiche e frutta secca, mandorla. Al palato, l’attacco è vivace, con una rispondenza gusto olfattiva fruttata e agrumata, un finale dalla mineralità gessosa che porta a una lunga persistenza sapida di grande eleganza. Manlio Giustiniani

 

Spumante Zero Uno - Andrea Arici, Franciacorta | Lombardia

Siamo al confine nord della Franciacorta, in quel di Gussago, territorio pieno di fermento e interessanti produttori. Tra questi, Andrea Arici si è ritagliato nel tempo un ruolo di primo piano, grazie al suo approccio originale e alla strepitosa qualità dei suoi Franciacorta. Il tutto ha inizio alla fine degli anni Novanta quando Andrea, poco più che ventenne, decide di recuperare alcuni vecchi vigneti terrazzati, abbandonati da anni. Un lungo lavoro che porta nel 2002 ad avere magnifici terrazzamenti rimessi a nuovo: a quel punto l’approccio è quello di esaltare le vigne di Pinot Nero e di Chardonnay, che godono di un terreno calcareo in grado conferire grande mineralità e salinità ai vini. Andrea Arici sceglie di percorrere una strada ben precisa: produrre Franciacorta esclusivamente non dosati. Una scelta decisa e vincente, per esaltare un territorio che sa donare una mineralità tagliente nel calice. Zero Uno è un blend di Chardonnay (90%) e Pinot Nero (10%), dai profumi intriganti di fiori bianchi, di frutta tropicale e delicate note agrumate e minerali. Al palato fresco, sapido, teso, un Franciacorta di grande stile ed equilibrio. Bruno Petronilli

Vouvray Brut non dosé 2018 - François et Julien Pinon, Loira | Francia

Avere una storia iniziata nel 1786, in una delle grandi e più prestigiose regioni vitivinicole mondiali, dovrebbe essere di per sé già una garanzia. Se poi ad attraversare i secoli è una famiglia di artigiani del vino, il fascino nel calice diviene quasi un sentore: la famiglia Pinon è un monumento della Loira ed è custode di sfumature e segreti dello Chenin Blanc, uva granitica resa ambasciatrice dello straordinario territorio di Vernou-sur- Brenne. Il timone di questo gioiello bio è nelle mani di Julien, figlio del compianto François, scomparso prematuramente nel 2021, custode della tradizione più autentica e ancestrale degli immortali molleaux demi sec. Custodia che non ha significato immobilismo, anzi ha portato l’azienda a indagare sulle innumerevoli sfumature che il variegato territorio de la Vallée de la Cousse riesce a regalare. Tra le varie interpretazioni, trova spazio anche quella effervescente del Vouvray Brut non dosé 2018, frutto di fermentazione spontanea, come tutti i vini dell’azienda. È una scintillante immagine del binomio uva e vigna: roccia, sale, tratti salmastri di scoglio e candide sfumature gessose, ha freschezza campestre che si ripercuote al sorso diventando inaspettatamente accogliente e ampio, di acidità sostenuta e salinità furente. Impetuoso. Alessio Pietrobattista

Trento Doc Rosè 4+ - Letrari, Trentino

Il fondatore della cantina Letrari di Rovereto, Lionello Letrari, sperimenta la prime produzioni di bollicine negli anni ’60, ma è nel ’76 che, insieme alla moglie Maria Vittoria, fonda l’azienda di famiglia. Oggi la conduzione è prettamente femminile ed è la figlia Lucia a portare avanti la particolare visione di Trentino e Trento DOC, racchiusa oggi in dieci etichette di denominazione. La Cuvèe, il Dosaggio zero, il Brut, il Rosè e ben sei etichette Riserva. Tra queste ultime il +4 Rosè Riserva. L’elegante bollicina dal colore rosa antico porta la firma di Lucia Letrari che ha ricercato il perfetto equilibrio tra Chardonnay Pinot Nero. Diversi gli assaggi e le prove per portare questa etichetta alla giusta maturazione, fino a presentarla al pubblico con un affinamento di 96 mesi. Questo porta il +4 a essere un vino personale: deciso come lo è Lucia e fresco, come la sua visione e il suo approccio alla produzione, nonché alla conduzione della cantina. Gli agrumi e la freschezza, tipica delle bollicine trentine, si alternano alle note più dolci di marmellata di frutti rossi e al calore delle spezie. Il perlage croccante e persistente rende poi l’assaggio irresistibile e seducente. Stefania Oggioni

 

Finger Lakes Sparkling Wine Méthode Champenoise Brut 2019 - Dr. Konstantin Frank Winery, USA

Dall’Ucraina agli Stati Uniti per cambiare il corso della storia del vino nella regione dei Finger Lakes, nella parte settentrionale dello Stato di New York: può essere così sintetizzata la storia di Constantin Frank che, sopravvissuto alla Rivoluzione russa e a due guerre mondiali, forte di un dottorato in Viticoltura conseguito nel 1930 a Odessa, decide all’età di 52 anni di emigrare nel nuovo mondo. Qui, in meno di un decennio, fonda una propria cantina e la rende punto di riferimento per la produzione di vini locali nel panorama internazionale: una storia e una tradizione di famiglia giunta oggi alla quarta generazione con Meaghan Frank, pronipote del fondatore. Tra le etichette dedicate al Metodo Classico ci è piaciuto il Brut 2019 da uve (55% Chardonnay, 40% Pinot Noir di cui il 2% fermentato in botte di rovere francese, 5% Pinot Meunier) dei vigneti di proprietà sul lago Keuka. Raccolta manuale in cassette da 40 kg e spremitura soffice con utilizzo del solo mosto fiore. Dopo una sosta sui lieviti di almeno 30 mesi, ciascuna bottiglia viene degorgiata ed etichettata a mano. Uno spumante fine, fragrante e di ottima acidità; caratterizzato da intriganti profumi di fiori di campo e agrumi accompagnati da aromi di pasticceria, frutta gialla ed esotica. Luca Torretta

Sparkling Extra Brut Metodo Classico - Château Radyne, Repubblica Ceca

La curiosità questa volta è nata da un ascolto radiofonico mentre in auto mi accingevo a percorrere qualche centinaio di chilometri. Un racconto sulla storia ricca di singolarità, racconto intrecciato tra vino e la Repubblica Ceca, a partire dalla fine della seconda Grande Guerra. Come diceva Hobsbawm, "il secolo è breve, ma gli eventi sono innumerevoli" e qui citiamo solo quelli principali che hanno portato l’azienda Bohemia Sekt, in questo caso, con il suo prodotto iconico e primo in ordine con metodo tradizionale classico, alla ribalta. Château Radyne è conosciuto come il capostipite dei metodi Champenoise in questa nazione. Anche il dosaggio, extra brut, 5 g/l è un abbraccio al nuovo gusto che, se combinato con un vitigno Riesling, dona ancora più valore al prodotto, indubbiamente alla ricerca di palati esperti, esigenti e raffinati. Riesling più della Moravia che della Boemia, regione vitivinicola da diversi secoli. Difatti Bohemia Sekt, in origine, era un birrificio, poi trasformato in azienda atta a produrre ottimo vino. E dopo l’avvento del comunismo. un esperto enologo, Louis Girardot, contribuì alla qualità di questi spumanti andando a selezionare prima di tutto i migliori grappoli della nazione.  Luca Turner


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

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Identità Golose