10-07-2022

Le streghe (buone) son tornate. Le Janare e il progetto di valorizzazione dei vini del Sannio

Produzioni di qualità in terra campana grazie alla Cooperativa La Guardiense nata negli anni Sessanta da 33 produttori all’avanguardia e che ora conta più di mille soci

Le Janare, cioè le streghe, erano donne forti e m

Le Janare, cioè le streghe, erano donne forti e moderne, dal pensiero autonomo, pronte a tutte per centrare i loro obiettivi. Il loro motto era: “Con la tempesta o con il vento, ci troveremo sotto il noce di Benevento“. Il noce, infatti, era sacro ad Artemide, dea cacciatrice che protegge gli animali selvatici e che ha come albero sacro proprio il noce, fecondo e ricco di frutti. Foto: Annalisa Cavaleri

Ci sono storie che uniscono territori, lavoro dell’uomo, mito e leggenda. È il caso della cooperativa La Guardiense – nata negli anni Sessanta da 33 produttori all’avanguardia e che ora conta più di mille soci – che ha creato Le Janare, una linea di vini che rendono omaggio alle streghe di Benevento.

Partendo e ispirandosi alle antiche leggende campane, infatti, la cooperativa ha deciso di inaugurare un nuovo progetto all’insegna della tecnologia e della qualità, dove i protagonisti sono i vitigni autoctoni di questa zona particolarmente vocata, dai suoli vulcanici che si esprimono in una spiccata freschezza nel calice.

A sinistra: il presidente della Cooperativa La Guardiense Domizio Pigna con lo chef Marco Ambrosino. A destra, una bottiglia di Falanghina Senete - Foto: Annalisa Cavaleri

A sinistra: il presidente della Cooperativa La Guardiense Domizio Pigna con lo chef Marco Ambrosino. A destra, una bottiglia di Falanghina Senete - Foto: Annalisa Cavaleri

Nel progetto crede moltissimo il presidente Domizio Pigna, che, infatti, nel 2007  ha voluto al suo fianco un enologo di fame a internazionale come Riccardo Cotarella. Per la presentazione e per mostrare le possibilità di abbinamento delle etichette, è stato scelto il 28 posti, che, al momento del nostro assaggio era guidato da Marco Ambrosino (che oggi vola verso altre mete: la notiza della "separazione" qui).

«Le Janare, cioè le streghe erano donne forti e moderne, dal pensiero autonomo, pronte a tutte per centrare i loro obiettivi – spiegano il presidente Domizio Pigna e l’enologo Marco Giulioli, braccio destro di Cotarella -.  Il loro motto era: “Con la tempesta o con il vento, ci troveremo sotto il noce di Benevento“. Il noce, infatti, era sacro ad Artemide, dea cacciatrice che protegge gli animali selvatici e che ha come albero sacro proprio il noce, fecondo e ricco di frutti»

L'enologo Marco Giulioli, braccio destro di Riccardo Cotarella, mostra la app che permette di monitorare ogni signolo vigneto per poi vinificare separatamente ogni parcella

L'enologo Marco Giulioli, braccio destro di Riccardo Cotarella, mostra la app che permette di monitorare ogni signolo vigneto per poi vinificare separatamente ogni parcella

«Il pregio della Valle Telesina è rappresentato dalla forte variabilità dei suoi terroir – continuano -. Si passa dal fondovalle alluvionale, caratterizzato da suoli limoso-sabbiosi fertili e profondi, freschi, calcarei, permeabili e ben drenati, ai terrazzi fluviali. E poi dalle terre nere antiche della collina marnosa ai suoli vulcanici dell’ignimbrite campana. La zonazione vitivinicola è un progetto fortemente voluto da La Guardiense, nato dall’esigenza di comprendere a fondo il rapporto tra vitigno, portinnesto e suolo, per orientare la produzione verso vini di altissima qualità».

Anima Lavica Falanghina del Sannio Le Janare, uve Falanghina in purezza con la freschezza garantita dal tufo dei terreni di origine vulcanica

Anima Lavica Falanghina del Sannio Le Janare, uve Falanghina in purezza con la freschezza garantita dal tufo dei terreni di origine vulcanica

A partire dalla mappatura accurata dei terreni si è scesi in campo, andando a leggere direttamente le caratteristiche delle terre, coinvolgendo esperti pedologi, tecnici e soprattutto i viticoltori che ogni giorno dialogano con le loro terre e che raccolgono una conoscenza unica sulle caratteristiche del rapporto suolo/vite.

Inoltre la cooperativa applica quello che chiama “il cru itinerante”. Per ogni annata de Le Janare vengono selezionate solo le migliori uve (vinificate separatamente) da vigneti monitorati tramite una app che mappa le condizioni climatiche, delle uve e del suolo, a garanzia che sia davvero la migliore annata possibile.

Pomodoro alla brace, mandorla e limone abbinato alla Falanghina Le Janare della Cooperativa La Guardiense - Foto: Annalisa Cavaleri

Pomodoro alla brace, mandorla e limone abbinato alla Falanghina Le Janare della Cooperativa La Guardiense - Foto: Annalisa Cavaleri

Della linea Le Janare fanno parte l’Aglianico Dop, il Piedirosso Dop, il Rosso Riserva Dop, la Falanghina Dop, il Fiano Dop, il Greco Dop e la Coda di Volpe Dop. In occasione della presentazione lo chef Ambrosino ha preparato un Pomodoro alla brace con mandorla e limone, antipasto fresco in abbinamento alla Falanghina Senete 2021, buona complessità olfattiva che va dal floreale al fruttato, un vino che riempie bene la bocca e un finale intenso, ottima anche con l'Ostrica alla brace con estratto di bacche di aronia, olio al lentisco e succo di insalata del pastore, di ispirazione greca. Si continua con le Trottole cotte in brodo di lische, salsa di erbe aromatiche, battuto di conchiglie e olio di fico,  abbinate alla Falanghina Anima Lavica 2021 dove l'aspetto floreale diventa prevalente con un accenno di frutta a polpa bianca. 

Ostrica alla brace dello chef Marco Ambrosino del ristorante 28 posti di Milano - Foto: Annalisa Cavaleri

Ostrica alla brace dello chef Marco Ambrosino del ristorante 28 posti di Milano - Foto: Annalisa Cavaleri

Si va verso il finale con l'Agnello, morbidissimo e succulento, su salsa di insalata con albicocche e olio al mirto, involtini di verza ripieni di macinata di agnello e focaccia glassata alla melassa con semi misti, che vede come calice l'Aglianico Cru del Sannio Lucchero 2017 Le Janare, sentori di ciliegia e buona struttura per un vino che resta elegante anche in estate, se servito leggermente fresco. Per finire in dolcezza, come è giusto che sia, il Laureto, Passito di Falanghina Benevento Igt a dimostrare la versatilità di questo vitigno, ricco di sfaccettature, che si presta a molte interpretazioni interessanti.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Annalisa Leopolda Cavaleri

giornalista professionista e critico enogastronomico, è docente di Antropologia del Cibo e food marketing all'Università di Milano e all'Università Cattolica. Studia da anni il valore simbolico del cibo nelle religioni e collabora con alcune delle più importanti testate del settore

Consulta tutti gli articoli dell'autore