Jacopo Mercuro
Tortello di mela cotogna al vapore, battuta di cervo, caviale di moredi Anthony Genovese
Primo piano Ci ha lasciato Roberto Perrone, prima di tutto un amico
Marjan Simčič, gran produttore di vini nel Collio sloveno
Un confine è una linea. Una demarcazione imposta dalla storia, da bacini idrografici o da trattati internazionali. Tratti che segnano senza recidere, limitano senza dividere. Il Collio è una terra di confine. Cuei in friuliano, Brda in sloveno. Due fiumi: l’Isonzo e l’Judrio ne definiscono i lati. A monte le Alpi Giulie, a valle la pianura che scende verso il mare, lontano solo una ventina di chilometri. Terra collinare, Collio appunto. Regione di vigne e vini. Il vento caldo arriva dal mare, le escursioni termiche sono mitigate dai contrafforti delle prealpi. Il terreno, la Ponca, è stratificazione di marne friabili e arenaria vecchia di 50 milioni di anni. Qui già i Romani producevano vini qualità.
E nei secoli la vite è sopravvissuta nonostante guerre, terremoti, crisi e divisioni. Oggi in terra slovena è tutto un fiorire di produzioni di eccellenza, rigorosamente biologiche, capaci di esaltare vitigni e tradizioni di questa zona così ricca di fascino.
L'azienda di Marjan Simčič
L’azienda di Simčič è nel cuore del Goriška Brda – il Collio goriziano – 2mila ettari da sempre destinati alla coltivazione del vino. «È un territorio vocato, con caratteristiche uniche per esaltare la produzione di vini con spiccata acidità e buon corpo. La mia famiglia fa vino dal 1860. Al capostipite Jozef seguì il figlio Anton, che affiancò alla fattoria una locanda e un negozio. I suoi tre figli ampliarono e proseguirono l’attività sino al termine della seconda guerra mondiale, quando una parte dei nostri terreni fu nazionalizzata. La famiglia si divise, solo Teodor e il suo primogenito Salko, mio padre, rimasero a Brda e iniziarono a ritornare in possesso di parte dei terreni. Sono entrato in azienda nel 1988. Ho costruito una nuova cantina e proseguito nel recupero delle nostre terre, anche quelle di alcuni parenti che erano stati a loro volta nazionalizzate. Non abbiamo mai aderito alla cantina cooperativa della zona. Siamo rimasti da soli e abbiamo cercato di produrre vini specchio di questo territorio».
Colline del Collio sloveno pettinate a vitigno
I profumi e gli aromi del vino sono frutto di un complesso ecosistema. «Sfruttiamo la grande biodiversità di Brda con molti boschi e foreste a ridosso delle zone coltivate. Attorno ai vigneti piantiamo fichi, olive, rosmarino e tante altre essenze per conferire più personalità e profumi al vino. Le colline sono ampie e molto ripide, le altezze variano fra i 150 e i 300 metri. Gli influssi del mare e delle vicine montagne sono decisivi per creare un microclima unico. Il mio compito è trasferire nella bottiglia ed esaltare queste caratteristiche».
La cantina
Il terreno del Collio sloveno
Gli ultimi vini commercializzati da Simčič provengono dal 2019 e, i più recenti, dal 2020, l’anno della pandemia. «È stato un periodo complicato, difficile, per molti drammatico. Il mondo si è fermato. La natura no. La primavera è stata più secca con meno temporali, seguita da un’estate calda. Il sole piace alla Ribolla, meno a Chardonnay, Sauvignon e Pinot che preferiscono mesi freschi. Noi seguiamo il ritmo delle stagioni e dobbiamo adattarci all’uva come è giusto che sia. Credo riusciremo a tenere alta la qualità. Lo dobbiamo ai nostri clienti e ai nostri amici che raggiungiamo in 43 Paesi. Essere un brand internazionale è sempre stato uno dei miei obiettivi e devo dire con soddisfazione di esserci riuscito. L’Asia e gli Usa sono ripartiti. Dobbiamo guardare al domani con fiducia».
giornalista, classe 1966 con una laurea in Fisica e oggi un lavoro da comunicatore. Ha raccontato due Olimpiadi e 5 Mondiali di atletica leggera su Eurosport. Super appassionato di buona cucina, rhum caraibici e golf
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