Terry Giacomello
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Presentata la nuova edizione di Casanuova di Nittardi - Vigna Doghessa 2018, con le opere realizzate dall'artista tedesco Johannes Heisig
La bellezza salverà il mondo. Dopo un anno così difficile, che non ha bisogno di molti commenti aggiuntivi, questa frase riecheggia tra le mura della cantina Nittardi, che da sempre ha voluto unire la bellezza dell’arte a quella delle colline chiantigiane, tradotte poi in vino.
D’altronde non poteva essere altrimenti, grazie alle due grandi passioni di Peter Femfert, gallerista tedesco che si è innamorato della Toscana. Così nasce Nittardi, in quella antica dimora che è stata anche di proprietà di Michelangelo Buonarroti.
Léon Femfert nella cantina Nittardi
«Il 2020 è stato un anno davvero molto difficile – racconta Léon Femfert, figlio di Peter, che di fatto si occupa dell’azienda in Toscana – Da un punto di vista economico, i primi 6 mesi sono andati molto male, ma abbiamo recuperato nella seconda metà dell’anno. Alla fine abbiamo contenuto le perdite nell’ambito di un -5% circa. Noi vendiamo il 90% all’estero e il rimanente in Italia: alla fine sono soddisfatto per le vendite negli Stati Uniti, in Asia e, ovviamente, in Germania».
La tenuta di Nittardi, in Toscana
Nittardi, infatti, ha due “anime”: la prima è nel Chianti Classico, con tre referenze differenti; la seconda, invece, è in Maremma, dove vengono prodotti due vini rossi e un bianco.
Johannes Heisig ha realizzato “Oscura seduzione” per l'etichetta di Casanuova di Nittardi 2018
La carta-seta per rivestire la bottiglia, invece, si intitola “La vigna” e con tocchi di colore rappresenta proprio i colori della campagna toscana.
L'interpretazione della vigna secondo l'artista Johannes Heisig
In effetti è un Chianti Classico molto pulito, dove il Sangiovese ben si esprime anche su note floreali e fresche, ma che poi lascia spazio a una frutta rossa piacevole e non aggressiva, per chiudersi con un tocco di speziatura e a quell’accenno di fumée determinato dai 15 mesi in legno. In bocca ha già un buon equilibrio, ma il tannino è ben presente e incisivo: piacevolissimo fin da subito, probabilmente ancora di più tra qualche anno.
Léon Femfert guarda al futuro
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
La magnifica barricaia di Braida
Antonio Guerra, chef del ristorante Vitique, con il resident chef di Identità Golose Milano, Edoardo Traverso
Fabrizio Carrera, ideatore e curatore di questa guida, insieme a Federico Latteri
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo