Andrea Menichetti
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Soave tra passato, presente e futuro, con vini che puntano in alto
Il passato, il presente e il futuro del Soave in una sola degustazione. Perché le giornate clou di Soave Versus, la manifestazione che ha saputo resistere anche all’emergenza sanitaria, giunta al suo ventesimo anno di vita, hanno messo a fuoco alcuni aspetti di questa denominazione che, ancora una volta, ne esce con un’immagine di “diamante grezzo”.
La longevità, ma anche la differenza tra i vari terroir, è stato il tema della degustazione che ha coinvolto alcuni giornalisti al Bacco d’Oro di Mezzane.
Il presidente del Consorzio Vini Soave, Sandro Gini
Il passato ci dà un’immagine della longevità del Soave e della Garganega (anche se non sempre vinificata in purezza, come previsto dal disciplinare di produzione). Durante la degustazione si sono potuti assaggiare vini di annate completamente diverse, arrivando fino al 2006.
Una simbolica immagine della vendemmia
Perché, è bene ricordarlo, i produttori si mettono alla prova una volta all’anno e solo tramite l’esperienza possono “correggere il tiro”, e così dare la propria interpretazione del Soave.
Le vigne di Castelcerino
Vale per ogni denominazione, ma ancora di più per il Soave: non esiste “un” Soave, ma “i” Soave, come dimostrano anche le 33 Uga (Unità geografiche aggiuntive) recentemente approvate e che indicano le zone, tutte collinari, maggiormente vocate per la produzione di questo vino.
Soave Seven, la degustazione comparata tra i vini attualmente in commercio e quelli con almeno sette anni di vita
E il futuro? Alla degustazione comparata il futuro è rappresentato dagli stessi produttori, che hanno potuto confrontarsi con gli altri, ma anche con se stessi, per capire quanto il Soave in generale e la Garganega nello specifico possano avere possibilità non solo di resistere al passaggio del tempo, ma anche migliorare.
I vini di Soave Seven rappresentano la produzione di 22 aziende
E i produttori, molti dei quali giovani, ne stanno assumendo la consapevolezza. Oltretutto con scelte filosofiche diverse: non si deve affatto condannare chi sceglie di realizzare un Soave fresco e giovane che non abbia ambizioni di invecchiamento. Ogni vino ha la sua storia e la sua vita: la longevità è un valore aggiunto, certo, ma non deve essere l’unico obiettivo del produttore.
La degustazione si è svolta al Bacco d'Oro di Mezzane
Produttori e giornalisti al termine della degustazione
Per quanto riguarda le annate storiche, i più interessanti erano Vicentini 2007, molto complesso e armonico, Corte Adami, Vigna della Corte 2013, con una piacevole spinta balsamica, Suavia, Monte Carbonare 2013, con note minerali e di idrocarburi, e Gini La Froscà 2011, con una struttura decisamente importante.
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
Il territorio si è raccontato nella sua varietà di caratteristiche e produzioni a Taste Piemonte
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Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo