02-02-2017
Angelo Gaja, mitica figura dell'enologia italiana, è stato recentemente in Cile. Come già in occasione del suo viaggio in Sudafrica - leggi: Il mio (Sud)Africa. In bottiglia - è tornato con un taccuino pieno di appunti e annotazioni. Questa volta però non ha scritto specificamente di vini, ma la sua attenzione è stata attirata da un'altra questione... Buona lettura.
La Coca Cola venduta in Cile porta nella confezione un ottagono nero (non ha il valore di una medaglia) con la seguente scritta, in sostituzione o congiuntamente alla tabella dei valori nutrizionali.
In questi ultimi casi l’alcool, lo zucchero, i grassi, il sale vengono aggiunti a prodotti che si pongono l’obiettivo di raccogliere elevato gradimento e che spesso godono anche di campagne pubblicitarie attraverso le quali costruire/orientare il gusto del consumatore. L’esempio del Cile è per ora un campanello d’allarme marginale; nasce però da una sensibilità nuova e diffusa, di esigenza di maggiore salubrità alimentare, che le multinazionali delle bevande e del cibo non potranno ignorare.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
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Chi è Angelo Gaja? Semplicemente un mito vivente. Racconta Wikipedia, curiosamente solo in inglese e tedesco: Gaja ha sviluppato tecniche che hanno rivoluzionato la vinificazione in Italia. Gli è stata attribuita la qualifica di "re indiscusso del Barbaresco" e di "uomo che ha trascinato il Piemonte nella modernità"