27-06-2023
Davide Guidara al pass della sua nuova cucina in una sorta di serra, con vista sul tramonto di Vulcano, a I Tenerumi del Therasia resort
Ciò che non abbiamo mai detto di Davide Guidara (e ne abbiamo dette tante eh, perché per chi scrive è il miglior talento italiano del futuro. E lo abbiamo detto negli anni: nel 2016 qui, nel 2019 qui, nel 2021 qui...) è che la sua cucina vegetariana è inclusiva e autonoma, oltre che originale e innovativa. Ognuna di queste caratteristiche risulta anche pienamente coerente con il Manifesto di nuova cucina vegetale che abbiamo pubblicato qui: l'inclusività al punto 2 ("È necessario sfatare molteplici luoghi comuni sui vegetali. Attraverso la ricerca e la tecnica, la cucina vegetale può far esprimere ai prodotti tutte le sfumature dello spettro gustativo"); l'autonomia al punto 6 ("Così come il cinema d'autore non è mai cinema di genere, allo stesso modo la cucina vegetale non deve essere cucina di genere. Essa deve essere cucina e basta: il suo valore deve trascendere il perimetro di un genere. Deve, dunque, essere pensata, fruita e valutata a prescindere dal suo essere cucina vegetale"). E così via. Quella di Guidara è dunque una ricerca pienamente consapevole e liberamente orientata: vuol dire che si basa su un'impostazione adesso applicata all'elemento vegetale, ma che un domani potrebbe trasferirsi altrove, senza problemi. È, infatti, innanzitutto un metodo; che si riferisce al mondo green perché è oggi, per lo chef, il più interessante libero spazio di sperimentazione (punto 1: "La nuova cucina vegetale nasce da esigenze gastronomiche. L'evoluzione del gusto e delle tecniche ci portano qui. È la storia della cucina d'autore degli ultimi quarant'anni che vede progressivamente emergere il vegetale come protagonista, laddove prima era considerato come un semplice complemento").
Guidara e la sua brigata, in controluce, sullo sfondo il magnifico tramonto sull'isola di Vulcano, al Therasia Resort
Insomma: la brillantezza di Guidara sta innanzitutto nella sua capacità di proporre un pasto eccellente, come ormai riesce a tanti; ma di realizzarlo in conformità a un approccio sistemico che è la graffiata dei grandissimi, da Ferran a Rene, absit iniuria verbis.
Davide Guidara
I Tenerumi, oggi
In definitiva, I Tenerumi a Vulcano (anche la lontananza da tutto ha il suo perché, ma è altro argomento) ci sembra oggi il ristorante veg quasi perfetto, "quasi" perché con una sola pecca rimasta: la parte dolce, pregevole di suo, buona se non ottima, ha però stilisticamente pochino a che fare col resto. Rappresenta una cesura, un cambio di ritmo e di peso specifico, che si potrebbe dire inevitabile ma che in fondo pensiamo non lo debba essere.
Ora i nostri assaggi, nelle foto di Tanio Liotta (nota bene: è praticamente un percorso vegano. Gli unici due elementi non vegani, al di là del formaggio vaccino in un appetizer, sono il formaggio ficu sulla melanzana, lo yogurt arrosto sul radicchio, entrambi «si possono eliminare», assicura lo chef, sulla melanzana una crema di mandorle, sul radicchio una composta di mele).
Sedano rapa e senape: sedano rapa fermentato, insalatina di cavolo, maionese al wasabi e senape
Tartelletta alla barbabietola, con formaggio vaccino leggero, crema alla erbe e barbabietola marinata
Cavolfiore in conserva: un elemento tipico dell'inverno, in conserva, con crema di cavolfiore "affogato" (preparazione tipica catanese: si affoga il pomodoro nel vino rosso) e prezzemolo
Cima di rapa sott'olio, con olio al peperone crusco e aglio e pane alle olive nere
Cetriolo e avocado: gioco di strutture, col cetriolo marinato nella sua centrifuga, poi olio di avocado, crema di avocado e acqua di conditella, ossia l'acqua di scolo di un'insalata tipica marchigiana (cipolla, pomodoro, sedano, olio, sale, aceto...)
Cavolo trunzu e rucola. Il cavolo trunzo di Aci è ortaggio dalle grandi potenzialità aromatiche, ne avevamo scritto a lungo qui, sempre in Sicilia. In questo caso siamo in fronte a un cavolo trunzu fermentato con crema di rucola e lattuga di mare
Zucchine, aglio e menta: zucchina marinata al succo di zucchina, lime e gin, all'interno una crema di scapece di zucchina, il tutto condito con crema di aglio nero
Pomodoro 1, la versione più fresca: pomodoro cuore di bue macerato, scalogno alla soia, olio evo, pane croccante, semi e acqua di pomodoro
Pomodoro 2, la versione più umami: datterino concentrato con salsa di pomodoro alla griglia e origano, a parte un crostone di pane per la scarpetta
Peperone arrosto: peperone cotto, seccato e poi idratato con la sua stessa acqua, farcito con crema di peperone concentrato, sopra acqua di peperone e chimichurri
Cipolla e capperi: cipolla al bbq con glassa di cipolla rossa, crema di capperi, capperi fritti e finger lime
Melanzana e ficu: melanzana arrosto glassata con acqua di melanzana, shoyu di ceci, polpa di melanzana, crema di ficu e pane croccante. Il ficu è un formaggio a latte di capra girgentana ricoperto da foglie di fico, lavorato a crudo, presidio Slow Food
Cosaruciaru, pistacchio e limone: fagiolo cosaruciaru con olio al peperoncino, pistacchio e limone, piatto che accompagna la pur breve storia gastronomica di Guidara fin dai tempi di Catania, «questa però penso possa essere una versione definitiva». Il fagiolo cosaruciaru di Scicli è presidio Slow Food
Lenticchie, alghe e pepe: lenticchie di Ustica cotte in fondo di verdure tostate, insalatina di alga wakame, sfoglia di alga nori
Radicchio e yogurt: «Lo chef ama chiamare questo piatto "radicchio sette giorni", perché lo lascia macerare per sette giorni in aceto e sale, poi lo accompagna con yogurt grigliato e affumicato»
Cardoncello alla griglia, ormai un signature: cardoncello cotto a pressione, marinato, affumicato e grigliato, con pasta di cardoncelli ossidati, prezzemolo e scapece alla paprika (olio di aglio, cipolla, rosmarino, erbe e paprika)
Patate e rosmarino: patate arrosto, crema di patate in beurre blanc e olio al rosmarino. Concessione golosa, per questo meno interessante
Limone: namelaka al limone, meringa al limone, spumone al limone, gel di limone e limone fresco
Brioche con purea di frutta (ossia senza zuccheri artificiali), da spezzare e immergere in una crema al mango. Buonissima
Frutta: mela caramellata, cantalupo fresco, ananas in osmosi di cedro, pera in osmosi di basilico, mela in osmosi di arancia, kiwi, cedro al naturale, fragole
Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo? La meta è comunque golosa, per Carlo Passera
di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
Lo chef Salvo Campagna del Secondo Tempo di Termini Imerese (Palermo) ebdue dei suoi piatti veg, in alto Fagiolini saltati con sesamo e zenzero, su crema di tofu al pistacchio, in basso Fungo cardoncello delle Madonie glassato con chimichurri leggero e quinoa soffiata
Insalata Mista è il Piatto della bella stagione di Antonio Chiodi Latini, chef dell'omonimo ristorante a Torino
Il carciofo alla Wellington di Daniel Canzian