Quel diavolaccio di Angelo Sabatelli, lo si conosce. Carattere tosto, incline a una certa burberità; animo temprato dall'ascesa difficile («Ho fatto di tutto. L’imbianchino, il carrozziere, il muratore. Sono andato a raccogliere le olive col freddo che bruciava mani e piedi. Non mi vergogno, ho conosciuto la fame», ha raccontato qui alla nostra Sonia Gioia, penna raffinata, praticamente un dialogo tra mostri), poi dalla conoscenza del mondo e dalla scelta, fatta col cuore, di tornare però a casa, che è stata la più complessa, perché è come rinchiudere un universo in espansione in una dimensione che non gli è propria. Conseguente l'effetto pentola a pressione.

Sabatelli a Identità Milano 2017
Poi però ti sciorina una cena come quella che raccontiamo qua sotto, e gli perdoni tutto quanto, anzi di più. Gli si vuol bene come a uno zio brontolone ma talmente talentuoso, che vuoi farci... Di una genialità che gli viene riconosciuta da tutti, tipo quando quel suo collega che stimiamo scandalizzò la platea di un evento siciliano affermando come in tutto il Sud ci fossero solo due chef davvero contemporanei, ossia 
Pino Cuttaia e, appunto, 
Angelo Sabatelli.

Sabatelli e brigata. Lui al centro, gli altri, da sinistra, sono Alessandro Guagnini, Riccardo Losappio (sous chef), Andrea Mazzei, Giovanni Sgaramella, Francesco Innocente
Forzatura paradossale - noi ne elencheremmo ora almeno altri tre o quattro, ma sono passati alcuni anni da quel 
pronunciamiento quasi eversivo - che però coglie(va) il punto: a Putignano, sede bella e un po' algida 
del suo ristorante, 
Sabatelli porta avanti un lavoro brillante, fuori dagli schemi, com'è lui in fondo. Lo chef in cucina azzanna le tecniche con morso preciso e affilato, perché sono cosa sua; plasma il territorio senza incertezze, lo sa maneggiare come pochi; racconta il suo percorso senza ovvietà né didascalismi, perché lui alla fine resta un timido più avvezzo al dietro le quinte, invece un po' impacciato sotto ai riflettori; non ti impiatta insomma il personaggio che (non) si è costruito, ma la pienezza elegante del sapore che scaturisce dalla sua maestria. Dici poco.

Capasanta cotta e cruda... in due servizi. Primo servizio: cotta, con tapioca, alghe e capesante secche al peperoncino
 

Capasanta cotta e cruda... in due servizi. Secondo servizio: cruda, con caviale affumicato e ananas al sale
Sotto, passiamo in rassegna i nostri assaggi, uno a uno. Di certo, all'interno di un degustazione senza alcuna sbavatura, ci resta impresso più degli altri un piatto: 
Capasanta cotta e cruda... in due servizi. Ecco, la capasanta: che banalità! Mangiata millemila volte, sempre buona ma tristemente uguale a sé stessa, facilona, di una gradevolezza scontata e senza emozioni, tranne quando ti sbagliano pure la cottura e allora vien voglia di alzarsi e salutare tutti, arrivederci e grazie, sarà per il prossimo secolo.

Angelo Sabatelli con la moglie Laura Giannuzzi, che cura la sala, e Gianni Tortora, dominus della cantina
Lui invece le dona vita, sostanza, struttura, magia. E allora guardi 
Angelo, lui ti punta gli occhi vispi, con quell'espressione a metà tra il sorriso benevolo (perché, gratta gratta, è persona cordialissima e simpatica, eh) e il ghigno beffardo di chi è pronto a esplodere. Attimi di incertezza. Non osi alfine chiedergli il bis, ma vorresti tanto trovare il coraggio di farlo.

Datterino pane e pomodoro
 

Sfere di caciocavallo, aggiughe e gel di camomilla
 

Buonissime la Cozze al vapore con salsa agli agrumi
 

Sandwich di asparagi e caciotta, meravigliosi
 

Pan brioche con polvere di semi d'oliva
 

Lampascione fritto, vin cotto di fichi e farinella
 

Sfere di mozzarella, melanzane arrosto, pesto
 

Altro grande appetizer: Pelle di rombo soffiata, senape, miele ed erbette
 

Tartelletta con ricotta forte e pomodoro
 

Meringa soffiata, farinella, rosmarino
 

Un piatto storico e straordinario: Seppia, allievo, mandorla e limone
 

Eccezionale anche la Melanzana arrosto... limited edition!, pura concentrazione di sapore in texture vellutata
 

Pitch black! Riso, tartufo nero, nocciola, gel di aceto di mirtilli. Piatto complesso, armonioso. Il sapore della terra
 

Altro classico: Orecchiette con ragù +30 e fonduta di canestrato. Il "+30" sta per le ore di cottura del ragù. Che dire?
 

Rombo gratinato alle olive, pisello nano di Zollino, salsa di prataioli
 

Cuore di costata ai ferri, vino rosso, bernese
 

Noce, nocino, latte, gelato di grano arso