05-12-2017
La copertina di "Storie di Pasta" (volume a destra), realizzata da Dispensa e Monograno Felicetti. E' in omaggio per tutti coloro che acquistano online Dispensa numero 8 (volume a sinistra), 21 euro più spedizione
La pasta si coltiva. Poi si costruisce. E infine si condivide. È la lezione che apprendiamo scorrendo le pagine della monografia di Dispensa “Storie di Pasta”. Il progetto nasce da un’idea di Martina Liverani, fondatrice e curatrice del magazine di “generi alimentari & generi umani”, qui assistita dalle belle foto di Stefano Scatà e dai testi, in due lingue, firmati da professionisti del nostro mondo come Camilla Baresani, Michele Lupi o Elisia Menduni.
Il pastificio passato ai raggi X è Felicetti di Predazzo e il cicerone dell’opera Riccardo Felicetti, il signore che ha spostato il baricentro della pasta secca di qualità tra i monti del Lagorai e del Latemar, sulle vette della val di Fiemme. È un movimento che ha inizio 10mila anni fa, quando l'homo nomade, stremato dal girovagare, capisce che è il caso di piantare le tende e organizzarsi l’esistenza attorno all’agricoltura. Tra le altre cose, comincia a piantare il Triticum monocuccum, il padre di tutti i grani. È il gesto che ha in nuce la scintilla della pasta, un universo innanzitutto costellato di uomini e donne. E proprio l’attenzione all’aspetto manuale e antropologico, «alle persone dietro alle cose», è a nostro avviso l'aspetto più rilevante della monografia, un percorso nella genesi artigianale di ognuno dei suoi processi, dalla semina al design, dalla trafila al confezionamento.
Martina Liverani e Riccardo Felicetti
Ma l’intuizione più brillante, illustra bene la monografia, è legata al valore della condivisione, il filo rosso dell’ultimo terzo dell’opera. Lo sottolinea Camilla Baresani, autrice di un bel racconto sulla diffusione del genere alimentare negli Stati Uniti («Ma rimane ancora molto da fare», spiega la scrittrice bresciana, «per migliorare la qualità del rapporto degli americani con la pasta: l’obiettivo è renderla una portata e non un contorno da mettere nel piatto a lato della bistecca e della dadolata di polpa di avocado»).
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classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. instagram @gabrielezanatt