19-06-2011
Il Wacky Weekend, in italiano "strambo fine settimana", è un vero e proprio tuffo nella più pura cultura Afrikaans di questo paese. A solo un’ora e mezza da Città del Capo sono stata catapultata in un mondo in cui le buone maniere all’Inglese vengono sostituite da usanze molto più rustiche e campagnole, in cui si beve smodatamente perché è un carnevale locale e semel in anno licet insanire e in cui si familiarizza molto con questa diversa faccia della società sudafricana. Dopo aver acquistato per 8 euro un bel bicchiere di cristallo e il passaporto per accedere alle varie attrazioni, è una vera impresa cercare di visitare le 58 aziende vinicole ufficialmente presenti nel programma, sparse nel raggio di un centinaio di chilometri fra 4 principali cittadine: Robertson, McGregor, Bonnievale e Ashton. Nel corso di questo memorabile fine settimana, le suddette wineries presentano i loro prodotti e offrono vari tipi di intrattenimento, che varia dalla musica live – nella maggior parte dei casi Afrikaans – ai tuffi in una piscina piena di vino rosso (esperienza alquanto disgustosa anche solo alla vista), a cibi di tutti i tipi (sushi, cucina indiana Cape Malay, ostriche, biltong -una salsiccia speziata – tortine alla crema di latte e molto altro), alla socializzazione più smodata. Questo è il primo impatto con la stramberia, tanto che dopo un paio d’ore trascorse a Roberston, principale centro d’attrazione, ho pensato alla famosa frase di David Foster-Wallace «Una cosa divertente che non farò mai più».
Il mondo della gola a Cape Town e dintorni raccontati da Giovanna Sartor
a cura di
Veneziana di nascita e milanese d'adozione, da gennaio 2010 si è trasferita a Città del Capo. Innamorata del Sudafrica, il suo sogno è produrvi prima o poi prosciutto San Daniele