Alberto Quadrio
Lonza arrosto di cervo dell’Highland, barbabietole speziate al miele, purea di datteri e tè nero, pere in salamoiadi Jason Atherton
Carlo Mangio Tortello silano, chawanmushi silano, cannolo silano... Antonio Biafora va alla ricerca (libera) delle sue radici
Bertus Basson, cuoco sudafricano (foto Instagram)
Dopo un lungo apprendistato a Londra da Bruce Poole e inizi low-profile in patria, Bertus Basson, sudafricano doc, è diventato uno dei più conosciuti chef del Sudafrica per una serie di valide ragioni. Bertus, una persona squisita, ha lavorato duramente per arrivare dov'è e non ha nulla dell'arroganza di molti suoi colleghi del settore. Nato a Città del Capo, ma cresciuto in zone più rurali del Sudafrica, trae ispirazione culinaria dalle sue radici Afrikaner. Il suo primo ristorante, Overture a Hidden Valley è stato da pochissimo affiancato da un altra insegna di alto livello, Eike, nel centro di Stellenbosch. In entrambi i ristoranti la cucina è profondamente Afrikaner, a cominciare dai nomi dei piatti: Souttert (una specie di quiche), Plankievleis (carne alla griglia), Pampoen Poffertjiies (frittelle di zucca) e via così. Però il viaggio culinario che ci propone vale lo sforzo di comprendere i nomi dei piatti e degli ingredienti e rappresenta una boccata d’aria tra tutti i ristoranti della zona che offrono cucina principalmente fusion.
Il ristorante Overture, a Hidden Valley (foto bertusbasson.com)
Eike, apertura recentissima a Stellenbosch (foto bertusbasson.com)
Quesadilla con costolette d'agnello, cavolo croccante, rapa e coriandolo (foto Instagram)
Dessert alla fragola (foto Instagram)
Veneziana di nascita e milanese d'adozione, da gennaio 2010 si è trasferita a Città del Capo. Innamorata del Sudafrica, il suo sogno è produrvi prima o poi prosciutto San Daniele
Il mondo della gola a Cape Town e dintorni raccontati da Giovanna Sartor