25-11-2014

Australia, il trio delle meraviglie

Shewry, Gilmore e Perry, tre starchef per una sfida da vincere. Grazie anche alla Nuova Zelanda

Uno dei momenti più importanti alla conferenza di

Uno dei momenti più importanti alla conferenza di presentazione a Hobart della serata di gala intitolata Invite the World to dinner, da sinistra Ben Shewry, Neil Perry, Peter Gilmore e la giornalista Lisa Wilkinson

(Continua dalla prima puntata)

Sono rimasto impressionato dall’organizzazione concreta dell’evento, non solo dall’idea. Le buone idea si sprecano, da sempre e ovunque. Averle è in fondo facile, il difficile è realizzarle. Restaurant Australia, attraverso la cena di venerdì 14 novembre, ha puntato su tre icone della ristorazione in patria, tra Sydney (due) e Melbourne (uno). Doverosa precisazione quella relativa a dove stanno, se dentro o fuori questa nazione-continente, perché gli chef australiani sono quasi ovunque. Penso a Brett Graham del Ledbury a Londra o a David Thompson che ha scelto Bangkok, dove brilla con il Nahm, piuttosto che a Shane Osborn, doppia stella londinese prima di approdare al St Betty a Hong Kong. E l’Australia a sua volta, come vedremo, è pronta ad accogliere tutti.

Con la Tasmania scelta, traduco, “perché sta esplodendo grazie a persone appassionate e talentuose, capaci di produrre cibi e vini straordinari”, la cena è stata affidata a Ben Shewry, classe 1977, neozelandese alla testa di Attica a Melbourne, raro caso di chef del mondo anglosassone che governi una sola insegna. Ecco poi Peter Gilmore, di nove anni (e 50 chili) più grande di Ben, rotondo e noto volto televisivo per via di Masterchef, executive da Quay a Sydney e orgoglioso a Hobart di annunciare di avere preso in gestione la ristorazione all’interno dell’Opera House, per un australiano il massimo. Di più prestigioso potrebbe esserci solo la sommità di Uluru/Ayers Rock in mezzo al deserto e al Paese, ma anche inviolabile luogo sacro (agli aborigeni superstiti). Infine Neil Perry, 57 anni lo scorso giugno, Rockpool a Sydney il faro, poi altri sette locali tra la stessa Sydney (quattro in tutto) nonché Melbourne (tre) e Perth (l’ottavo), la cura dei menù della Qantas, la compagnia di bandiera, libri e programmi tivù.

Un ritratto del brasiliano Rodrigo Oliveira tra la folla della conferenza venerdì 14 novembre 2014 a Hobart, la capitale della Tasmania

Un ritratto del brasiliano Rodrigo Oliveira tra la folla della conferenza venerdì 14 novembre 2014 a Hobart, la capitale della Tasmania

Non un trio gialloverde, bensì un neozelandese e due australiani, da sottolineare. I loro piatti erano i trofei serviti a fine viaggio di andata. Ognuno degli ottanta testimonial invitati, dal Brasile (sempre un piacere incontrare Rodrigo Oliveira del Mocotò a San Paolo) agli Stati Uniti (su tutti Alice Waters), ha potuto modellare il programma a suo piacimento. Un solo obbligo: essere a Hobart la mattina del 14 novembre per assistere alla conferenza di presentazione nella sede ristrutturata di una sorta di hangar-mercato su uno dei molti del porto della capitale.

Due ore molto piacevoli. Quindi albergo, relax, cambio di camicia, operazione minima per un gala che non prevedeva smoking e abiti lunghi. E nemmeno scarpe da sera a tacchi alti. A tanti è parso strano, in fondo non si trattava di una grigliata sul porto e a invitare era, in fondo, un governo. La verità verso il tramonto.

Secondo appuntamento a bordo acqua sempre a Hobart, su un molo opposto a quello della mattina. Ad attenderci, oltre ai curiosi, che sono ovunque, bollicine della Tasmania, House of Arras 2004 Blanc de Blancs, e tre tipi diversi di ostriche, due locali e una terza dell’Australia dell’Ovest. Il tempo di essere certi che il gruppo fosse al completo e via, tutti a bordo di gommoni comodi e potenti per risalire il corso del fiume Derwent. Così a ridosso del mare, complice il gioco delle maree, all’inizio fatichi a capire dove finisca uno e inizi l’altro. Poi pensi solo alla spettacolarità del tragitto. Destinazione il Museum of Old and New Art, per tutti il Mona, che in italiano suona in maniera singolare ma che è – e questo per davvero conta - uno straordinario museo d’arte moderna e antica.

2. Continua


Dal Mondo

Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Paolo Marchi

nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
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