23-12-2017
Le tre cugine Cotarella, cugine anche se per tutti (e per comodità) sono le sorelle Cotarella. Da sinistra verso destra, eccole ritratte il giorno dell'inaugurazione di Intrecci a Castiglione in Teverina (Viterbo): Marta ed Enrica, figlie di Renzo Cotarella, nonché Dominga, figlia di Riccardo
Il taglio del nastro lo scorso 17 dicembre. La prima lezione è prevista tra un mese, lunedì 15 gennaio per Intrecci, scuola di Alta formazione di sala a Castiglione in Teverina, comune di poco più di 2mila anime in provincia di Viterbo ma assai vicino all’Umbria (e la Toscana non è certo lontana). Tutto nel segno della famiglia Cotarella, i fratelli Riccardo e Renzo, classe 1948 il primo, 1954 il secondo, e le loro tre figlie, Dominga, Enrica e Marta, bionde e brave, Enrica pure a cantare.
Il corso del Tevere divide Castiglione da Montecchio nel Ternano dove nel 1979 i due Cotarella, umbri a loro volta, fondarono la Falesco. Undici anni prima, Riccardo era stato assunto come quarto enologo nella cantina dei Conti Vaselli, chiusa una quindicina di anni fa in centro a Castiglione. «I tre che mi precedevano – ricorda Cotarella senior – avevano cura di riservarmi i compiti più bassi e ingrati. Fu un’ottima scuola, anche se il loro intento non era quello di farmi crescere bene». Nessun dubbio.
Coraggiose di certo. Tutti che sognano di diventare cuochi, ma benvenuto e accoglienza? Con una potenzialità di 36 alunni, due corsi all’anno, 18 e 18, primi sei mesi a Castiglione, quindi altri sei in un ristorante liberando stanze e strutture scolastiche, siamo alla goccia che cade in un campo arido. Però se nessuno investe su questo, saranno sempre e solo lamentele sulla crisi della sala.
Delle tre cugine, Marta sarà quella che seguirà quotidianamente la scuola, mentre Dominga ne sarà la voce come al taglio del nastro a metà dicembre: «Intrecci nasce per investire sui giovani. Giovani che mostrano entusiasmo, interesse, passione per il mondo dell’enogastronomia. Accogliere e ospitare è una forma d’arte e come tale non può prescindere dalla formazione.
«I ragazzi di Intrecci hanno un grande sogno: diventare professionisti, manager della ristorazione partendo dallo studio. Investiamo sulla cultura, madre e figlia della curiosità. Unico mezzo che abbiamo per aggiungere un tassello al disegno incompleto della nostra conoscenza.
«Intrecci prevede un percorso di durata annuale: sei mesi presso il campus di Castiglione, durante i quali i ragazzi avranno modo di studiare materie convenzionali affiancate da materie non convenzionali come la recitazione.
Un tavolo da pranzo o per relax ricavato dove un tempo veniva prodotto il vermouth
«Le lingue avranno una grande rilevanza. Inglese e Francese saranno le lingue studiate grazie anche a due tutor madrelingua provenienti da Parigi e da Toronto per curare anche la pronuncia.
«Il secondo semestre prevede invece uno stage presso l’Alta ristorazione, già partner della scuola. La nostra visione è quella di poter realizzare i sogni dei nostri ragazzi, garantendo loro la possibilità di esprimersi attraverso il lavoro che amano».
Una certezza tutta mia, ma immagino comune a chiunque entrerà in contatto con Intrecci: chi si diplomerà non conoscerà la disoccupazione.
Il lato pubblico del ristorante visto dai suoi protagonisti: maître e camerieri
a cura di
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi