Alain Ducasse
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Pelle di pollo tostata con lisca di acciuga, il primo di una magnifica serie di 27 tapas da Tickets, Barcellona, una stella Michelin e 25° posto nella World's 50 Best. Genio della lampada, Albert Adrià
«In questi 6 anni, il registro di Tickets è cambiato tantissimo. Inizialmente volevamo fosse un bar, ma nel tempo è diventato molto più che un ristorante: ora esprime un concetto a sé. Non so che limiti può avere perché ho un team che migliora ogni giorno». Gongola Albert Adrià, coordinador gastronomico di uno dei locali più intelligenti e di successo della scena mondiale. Un’insegna di quartiere, informale e chiassosa, che fa alta cucina. Un vortice da 1.000 tapas a sera, preparate da 55 professionisti che s’infilano negli interstizi tra cucina, banconi e tavolini, telecomandati come neanche succedeva nel Barça di Guardiola.
Ne beneficiano un centinaio di clienti seduti su panchine in ferro, indecisi se prestare attenzione ai magnifici bocconi che si alternano sotto al naso, alle isole circensi governate da sommelier vestiti da domatori di leoni o a carrelli di gelato che sbuffano azoto liquido su ruota.
Albert Adrià, 48 anni, coordinatore gastronomico di Tickets e di altri 5 ristoranti a Barcellona (foto @ticketsbar instagram)
classe 1973, laurea in Filosofia, giornalista freelance, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di gastronomia presso istituti e università. twitter @gabrielezanatt instagram @gabrielezanatt
Il punto di Gabriele Zanatta: insegne, cuochi e ghiotti orientamenti in Italia e nel mondo