28-12-2021
Panettone con Petra 0103 HP, limone, bergamotto e capperi canditi. Le foto sono di Marco Gallocchio
«Quando si prepara il panettone non bisogna avere fretta, perché l’impasto se ne accorge e si ribella. È lui che comanda. E non si può mai dare nulla per scontato. Tempistiche e temperature sono fondamentali. Anche un singolo passaggio eseguito male va a minare un soddisfacente risultato finale», spiega il g’trainer Nicola Borra, nel Laboratorio del Molino di Vighizzolo d’Este. Indicando alcuni degli ingredienti fondamentali per la realizzazione del panettone artigianale. Che sono sì lievito, farina, uova, burro, zucchero, vaniglia, canditi e uvetta. Ma che sono pure concentrazione, passione, tecnica, sensibilità e consapevolezza. Senza dimenticare una buona dose di esperienza.
Sì, il panettone è un tipo esigente. Pretende attenzione. E vanta persino un suo lessico e un suo vocabolario. A partire dal lievito madre. Che in primis è figlio: di acqua e farina. «Io sono un grande appassionato di lievito madre. Perché lavorare con lui è differente e divertente. È qualcosa di viscerale e di primordiale. Si tratta di un impasto molto particolare, che va lasciato fermentare in maniera spontanea. Ma per avviare il tutto serve uno start. E la buccia della frutta, quella dell’uva ad esempio, è perfetta», precisa Luca Giannino, altro g’trainer della brigata di Petra. Lievito madre - in questo caso in crema - che va pure rinfrescato. «Cioè va nutrito con cibo nuovo. Non solo. Il rinfresco aumenta la temperatura del lievito, che magari ha riposato in frigorifero, grazie all’aggiunta di acqua calda. E poi il rinfresco serve a meglio regolare l’acidità», continua Luca. Farina ideale? Petra 6384.
L'impasto...
...e la "scarpatura"
Corrado Assenza
Canditi di limone e bergamotto by Corrado Assenza
Luca Giannino e Nicola Borra
1 - Non deve implodere. Anzi. La cupola deve risultare tonda, pronunciata e omogenea. E deve fuoriuscire per qualche centimetro dal pirottino. Senza d’altro canto creare l’indesiderato effetto fungo.
2 - Non si deve staccare o ritrarre dal pirottino.
3 - Non deve apparire chiuso. Se la scarpatura è fatta per bene, la superficie deve risultare aperta e ariosa. Deve sbocciare, come un fiore.
4 - Non deve presentare l’aureola lungo i contorni. Sarebbe un indice di eccessiva grassezza.
5 - Non deve contare troppi buchi. Dopo il taglio, gli alveoli devono apparire ben distribuiti e allungati verso l’alto. Un panettone eccessivamente rarefatto si asciugherebbe in un battibaleno.
6 - Non deve essere pallido o albino. Il suo tono ideale è un bel giallo.
7 - Non deve sgretolarsi. Bensì filare. Prendendo un pezzo di pasta fra indice e pollice, e tirandola verso il basso, deve somigliare a un filo.
8 - Non si deve sbriciolare. Un po’ di briciole sono concesse esclusivamente in caso di presenza della glassa.
9 - Non va masticato. In bocca si deve sciogliere. E non deve mettere sete.
10 - Non va sprecato. Per questo il consiglio è quello di controllare sempre la data di scadenza. Questione di chiarezza, trasparenza e consapevolezza. Dopotutto un panettone artigianale andrebbe consumato entro 20 giorni. E passata la dead line? «Si può tagliare a fette e lasciar intiepidire in forno a 50°C. Non di più. Altrimenti diviene biscottato».
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a cura di
Lombarda, una laurea in lettere e un inizio nel giornalismo di cronaca. Poi, cambio di direzione, verso i viaggi, il cibo e il vino. Ora guida Fuori Magazine, il nuovo progetto editoriale di Petra-Molino Quaglia
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