Assaggiati una volta e già indimenticabili. Profumati, con una spolverata di zucchero velo e cannella, serviti caldi (il cameriere torna cento volte e senza mai innervosirsi): i pastéis de Belém sono uno dei simboli della cucina portoghese. La condizione sine qua non perché siano gustati al loro meglio è essere a Lisbona, nei pressi del Mosteiro dos Jerónimos, straordinaria testimonianza dell’immensa ricchezza raccolta dai portoghesi nelle Americhe e in Asia e probabilmente gioiello della corona di Lisbona, e uno dei più raffinati esempi di architettura manuelina al mondo.
Belém era il porto da cui partivano verso terre sconosciute le caravelle e l’elegante Torre di Belém il simbolo dell’espansione portoghese attraverso il mondo. Il monastero venne costruito dove esisteva un eremo fatto edificare nel 1450. Qui, nel 1497, Da Gama e il suo equipaggio trascorsero in preghiera la notte precedente alla partenza per il viaggio che li portò alla scoperta della rotta per l'India. Sorprendentemente, il Monastero fu risparmiato dal disastroso terremoto del 1755 ma arrivò quasi al collasso quando fu sgombrato a seguito dell’abolizione degli ordini religiosi in Portogallo, e, per oltre un secolo, la struttura venne destinata a finalità benefiche.

La Fabrica de Pastéis de Belém sforna tutti i giorni circa 20mila tartellette
Oggi l’adiacente
Fàbrica de Pastéis de Belém, aperta tutti i giorni ore 8-22, è l’unica pasticceria al mondo in cui è possibile acquistare le sublimi tartellette alla crema di 8 centimetri di diametro dal gusto squisito e dalla ricetta segreta. La sua fama supera le frontiere, ed è meta di un vero e proprio pellegrinaggio. Il labirinto di sale con
azulejos alle pareti accoglie chi voglia gustare direttamente questa delizia, in un attacco di generosità, acquistarne una scatola, in tubi da 4 o da 8. Il gestore della
Fabrica dichiara di sfornarne quotidianamente circa 20mila.
Trovare straordinarie pasticcerie non è difficile, a Lisbona. Di certo vanno citate, tra le altre, la
Confeitaria Nacional, una delle più antiche della città, in praça da Figuera e la
Pastelaria Versailles. La prima, fondata nel 1829 da
Baltazar Roiz Castanheiro, appartiene alla stessa famiglia da 5 generazioni. I suoi
pastéis de nata (simili a quelli di Belém, ma non uguali!) sono serviti a temperatura ambiente: si degustano al banco, in un ambiente Belle époque tutto specchi e ferro battuto. Al piano superiore, una sala da tè propone spuntini più consistenti, con bigné di baccalà (
pastéis de bacalhau) e sfogliate varie (
pastéis de bacalhau e caffè è la colazione preferita dei lisboeti...).
L’altra specialità è il
Bolo Rei, il dolce dei re, ricetta importata dalla Francia. Dopo la Rivoluzione francese, il tradizionale dolce dei re (che si chiamava «Limoux») diventa il «dolce dei sanculotti». Per reazione, il Portogallo monarchico l’adotta chiamandolo Bolo Rei, fino al 1911, quando i Repubblicani lo ribattezzano «Dolce della Repubblica»... Oggi, tutto è ritornato alla normalità: il Bolo Rei ha la forma di una corona, mentre frutti canditi e pinoli, delicatamente disposti sulla superficie del dolce, simboleggiano le gemme reali.
Bolinhos de ovo e
bolinhos de amendoa (mandorla) completano la gamma delle dolcezze.
La Pastelaria Versailles è soprannominata la "grande Dame", tanto per dire lo stile... Inaugurata negli anni Venti, questa splendida pasticceria situata in avenida da República 15a (Saldanha) offre tutto quello che potete immaginare e anche una serie di cioccolate calde da perdere la testa. Per ultimo non si può dimenticare il
Café Martinho da Arcada, praça do Rossio 3, il più antico di Lisbona (anno 1782), con annesso ristorante. Ci andava anche
Dom Fernando Pessoa: forse, ai suoi tempi, i
pastéis de nata, li facevano proprio come adesso. Divini.