04-09-2014
Un'intera città edibile: non è un sogno irrealizzabile, ma l'ambizioso progetto, chiamato Incredible Edible, di Pam Warhurst, che a Todmorden in Inghilterra è riuscita a coinvolgere amministrazione e cittadinanza nella creazione di moltissimi spazi di coltivazione condivisa
Per molte persone la coltivazione condivisa, di cui ho già parlato in questo articolo, si tratta di un passatempo, per altri la riscoperta di attività che erano la norma cinquanta e passa anni fa, per altri ancora rappresentano un modo per allievare i costi della spesa alimentare. Comunque la si guardi, contribuiscono a disegnare un’idea di cibo molto piú umana, alla portata di tutti, a influenzare il modo con cui ci avviciniamo al cibo e alla cucina, alla convivialità e alla condivisione. Dello stesso gruppo fanno parte anche i Guerrilla Gardeners (il link conduce al portale dei GG britannici, ma ne esistono anche in NZ), gruppi di attivisti che hanno ingaggiato una simbolica guerra contro “l’abbandono e la trascuratezza e la scarsità di spazi pubblici come luoghi in cui crescere cose, che siano belle, buone o entrambe”.
Una delle tante piccole aiuole creata a Auckland dai guerrilla gardeners locali
Alice Waters, del famoso Chez Panisse di Berkeley, tra le prime a utilizzare erbe aromatiche e verdure coltivate nel proprio orto
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
classe 1975, lombarda, laureata in Scienze della Comunicazione, vive in Nuova Zelanda, dove lavora come ricercatrice nell'ambito sociologico e delle politiche globali alimentari