20-11-2022
José Gomez, Eneko Atxa e José Gomez junior, co-autori dell'ottava edizione del Joselito Lab, giovedì 17 novembre scorso al ristoranter Azurmendi di Larrabetzu, nei Paesi Baschi, 3 stelle Michelin
Si diradano i fumi della pandemia e torna il magnifico Joselito Lab, l’appuntamento annuale con cui la pluricentenaria azienda spagnola di Guijuelo affida quello che è stato dichiarato el mejor jamón del mundo alle mani di un cuoco fuori misura. Tutto ebbe inizio nel 2013 con Ferran Adrià, estimatore della prima ora. Nel 2014 avemmo la fortuna di assaggiare il lab delle Calandre di Padova (leggi). «Perché oltre al jamon non cuciniamo anche i salumi? Mi chiese Alajmo», rievoca oggi Jose Gomez junior. «L’anno successivo Jonnie Boer del De Librije aggiunse ancora la carne di maiale…». Un progressivo esplorare a mente aperta il macrocosmo del cerdo nell’altissima cucina che via via coinvolgerà Seiji Yamamoto (Ryugin, Tokyo), Joachim Wissler (Vendome, Germania), Yannick Alleno (Pavillon Ledoyen, Parigi). «Nell’anno della pandemia», finisce di riepilogare Jose junior, sesta generazione dell’azienda assieme al fratello minore Francisco, «abbiamo cambiato il concetto, coinvolgendo per la prima volta uno chef con meno di 3 stelle Michelin». Ma che cuoco: Bittor Arginzoniz, sfuggente e osannato maestro del fuoco di Etxebarri, pochi chilometri dal luogo da cui scriviamo. «Ha comunque il miglior prodotto del mondo, e allora ci sembrava coerente». Giovedì scorso, l’ultima tappa del Joselitolab ha toccato la corte di Eneko Atxa, chef che vanta i tre macaron da un decennio esatto al ristorante Azurmendi di Larrabetzu, qualche chilometro nella campagna attorno a Bilbao. «Volevamo spostare il focus sulla sostenibilità, un concetto molto importante per noi, ed Eneko è la persona più giusta. Lui è basco, ma solo di nascita; in realtà è giapponese. Quadratissimo, è ossessionato dal fare le cose perfette. E sostenibili in ogni senso». «Come potevo dire no», replicava il cuoco di Amorebieta, 5 stelle Michelin a calcolare anche quella di Eneko, proprio sotto l’astronave di Azurmendi, e quella di Lisbona, «il mio rapporto con la famiglia Lopez risale al 2005. L’ho fatto per amicizia, non ho chiesto soldi. Sono i numeri uno del mondo anche per l’umiltà che dimostrano. Sono persone muy amables».
Il cortador di Joselito Ernesto Soriano e Matteo Manzini, restaurant manager di Azurmendi
La composizione del Picnik, la parte iniziale del menu. Includeva Gelato di jamon, Tartare di iberico, Brioche di coppa, Riduzione di fagioli rossi e maiale
Secondo passaggio: la Mesa del Cerdo ("la tavola del maiale"): Uovo tartutafo, essenza di grasso e guancia; Meringa di iberico (essenza grassa e pancetta), Vermouth di Joselito
Terzo ciclo di assaggi, La serra - Dehesa: Txuleta Joselito con grasso alla brace. Compariva accanto ad altri due assaggi: Croccante di bellota e asparago verde, Mela ed erbe fermentate della Dehesa e Cerdito, sfere di spuma di jamon iberico
Particolare della succulenta Txuleta (braciola) Joselito, cotta sull'osso con grasso alla brace
Hojas, "foglie", preludio al ciclo di piatti veri e propri del menu
Txipi pelayo, Calamaretti alla Pelayo con essenza grassa di Joselito
Ostrica di Marennes-Olèron cotta in tempura nell'essenza di prosciutto e zabaione di jamon
La Dehesa gelata: Vegetali in agrodolce, granita di pomodoro e fiori disidratati
Piselli lagrima e gel di iberico, un boccone eccezionale. Non inquadrato, del succo di ceci
Astice, con salsa di peperone e chorizo affumicato, emulsione dei coralli e uve in agrodolce
Con l'astice, l'abbinamento di sua maestà Vega Sicilia 1999
Parpatana (pre-centresca) di tonno rosso cucinato in bassa temperatura e toffée
Bizkaina Joselito, Salsa alla vizcaina, cioè una cipolla nera cuciinata per 4 giorni nel prosciutto, con peperone della Barranca. Una testura molto cremosa
Castañetas de cerdo, Animelle di maiale, duxelle di Joselito e tartufo
Cagliata di maiale e miele della Dehesa
Petit Fours
José Gomez junior ed Eneko Atxa
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. instagram @gabrielezanatt
Massimo Minutelli, al centro, festeggia il decimo compleanno del suo Varrone a Milano, tempio per carnivori gaudenti
Matteo Manzini, savonese classe 1984, general manager di Azurmendi (3 stelle Michelin) e di tutti i ristoranti del gruppo Eneko Atxa (foto Zanatta)
Eneko Atxa, chef-patron dell'Azurmendi a Larrabetzu, nei Paesi Baschi, tre stelle Michelin e al n.49 della The World’s 50 Best Restaurant. Ha partecipato come relatore a Identità Milano 2022 col suo fido braccio destro Matteo Manzini
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