(continua dalla prima parte)
E l’India? Una cucina-mondo finisce a Roma semplificata da traduttori automatici fin troppo rapidi. Si stacca dal tran tran Krishna 13 (via Foscolo, 13), piccolo e appesantito da una proposta perfino troppo capillare, anche se alcune interpretazioni risultano convincenti.
Corrotto da una location fin troppo ggiovane Tiger Tandoori al Pigneto (via del Pigneto, 193), un quasi fast food in stile Bollywood che ne fa esempio di mainstream etnico. Ma qui va così.

Una delle ricche sale del ristorante indiano Krishna13
Le bandierine sul grande Risiko della tavola romana sono tante. La Malesia piratesca di
Court Delicati (viale Aventino, 39), il Vietnam addomesticato di
Mekong (via Enea 56a), la Corea un po’ frettolosa di
I-Gio (via Roma Libera, 26), la Siria in kit di
Zenobia (piazza dante, 23/24), l’Iran ruvido della
Taberna Persiana (via Ostiense, 36a).
L’Africa sembra interessare solo nella declinazione eritrea di
Sahara (viale Ippocrate, 43) e di
Africa (via Gaeta, 26/28), con un assaggio maghrebino da
Riad Nour (via Gioachino Belli 140/142).
L’America intesa come stelle-e-strisce è dappertutto e quindi da nessuna parte. Il Sudamerica, passata l’infoiata da “generone” delle churrascarie di periferia, trova un ambasciatore decoroso solo da
Baires (corso Rinascimento, 1), luogo di orge carnali, mentre sopravvive con dignità il Messico dai colori forti e i sapori hard.

Sahara, dove assaggiare specialità eritree
L’Europa vista dal raccordo sembra molto lontana, un tocco di Grecia con
Ippokrates (via Piave, 30), la Spagna senza brividi di
Toros y Tapas (via Nomentana, 79), la svizzera francese di
Charly’s Saucière (via San Giovanni in Laterano, 30), che sembra esistere da sempre.
Discorso a parte per la cucina ebraica, che è un etnico secolare e addomesticato, da sempre saldata com’è alle tradizioni più autentiche della cucina giudaico-romanesca. Campione ne è
Ba”Ghetto, piccola catena che ha il suo centro al 57 di via Portico d’Ottavia: kasher di moda e di governo, non privo però di sfocature.
2. fine