17-03-2022
Diego Rossi (Trippa, Milano) e Chiara Pavan (Venissa, Venezia), ospiti a lezione al Master “Food and Wine Communication” dell’Università Iulm di Milano, in collaborazione con il Gambero Rosso
Prodotto, economia, conti del locale, modalità di gestione del personale, stile di vita: “sostenibilità” è un tema universale, che tocca tutti gli ambiti della ristorazione. Un elemento imprescindibile per i cuochi di prospettiva, per i professionisti della ristorazione che vogliono fare la differenza, discostandosi delle generazioni passate. Argomenti importanti, emersi nel corso della decima edizione del Master “Food and Wine Communication” dell’Università Iulm di Milano, in collaborazione con il Gambero Rosso. Protagonisti della lezione, moderata da Gabriele Zanatta di Identità Golose, Diego Rossi (Trippa, Milano) e Chiara Pavan (Venissa, Venezia), entrambi chef veronesi ed entrambi con opinioni sensibili sul tema della sostenibilità. Abbiamo raccolto 5 appunti. 1) Stili di vita e ingredienti endemici. «La domenica, nel mio giorno di riposo, capitava che andassi spesso a mangiare nei ristoranti fine dining. Alla fine del pasto, mi capitava di non aver provato alcuna emozione». Così dopo aver maturato esperienze, idee e conoscenze proprio dietro a insegne fine dining, Diego Rossi nel 2015 ha inaugurato Trippa, una trattoria. All'inizio il locale era aperto a pranzo e a cena. Presto, è stato eseguito un ricalcolo: servizio solo la sera, domenica giorno di chiusura, lunghe ferie ad agosto e dicembre. Tutto questo accade a Milano e non si tratta di utopia, perché le prove che attestano il successo del format esistono: le prenotazioni online sono sempre imballate e la critica incensa compatta Trippa e il suo lavoro (ultimo riconoscimento in ordine di tempo, il premio di “Migliori idee green” assegnato da Identità Golose al congresso milanese 2021). Venissa è invece un ristorante con una stella Michelin, sull’isola di Mazzorbo, nella laguna veneziana a un passo da Burano. «Non penso che cucinerei così altrove, è molto legato al mondo in cui sono» spiega Chiara Pavan. La chef utilizza tanti prodotti del luogo e, quando ha iniziato a riflettere sulle problematiche ambientali in atto, ha operato delle scelte: ha tolto la carne dal menu, impiega pochi latticini, cerca di proporre pesci meno conosciuti e concentra la cucina sui vegetali (in quest’ottica ha un orto in cui coltiva ciò che usa nei piatti). Due sostenibilità diverse e non certo in contraddizione. 2) Guadagnare meno e delegare. Come rendere, ancora, il mestiere del cuoco più “sostenibile”? È una domanda che non può avere una risposta univoca. «Gli obblighi che ci imponiamo ce li siamo creati noi: si può vivere e lavorare nello stesso momento, guadagni meno ma sei più felice» racconta Diego Rossi. Un pensiero maturato dopo aver lavorato nell’alta cucina tra orari infiniti, senza giornate di malattia e con un clima sempre teso. Chiara Pavan, invece, ha scelto un’altra via per migliorare i ritmi che ha osservato per anni: «Dividere le responsabilità e riuscire a condividerle, secondo me, è una delle chiavi per vivere meglio la professione».
Chiara Pavan e Diego Rossi al ristorante di Identità Golose Milano 2 anni fa, quando vennero premiati migliore cuoca e miglior cuoco dalla Guida di Identità Golose
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
friulana di nascita, veneta di sangue, milanese d’adozione, italiana per enogastronomia. Dopo una laurea in Comunicazione grafica, si avvicina al mondo del giornalismo