Come nessuno si sognerebbe di chiamare “cane caldo” l’hot dog, così è cosa buona e giusta imporre anche all’estero la denominazione gelato per il prodotto artigianale di scuola italiana, distinguendolo dal volgare ice cream industriale e dando così volto e fiato a una differenza che non è solo linguistica e terminologica, ma essenzialmente qualitativa e persino nutrizionale, essendo il nostro vanto tricolore molto più sano delle imitazioni altrui, meno ricco di zuccheri e grassi, una media del 7-8%, contro circa il doppio, quando va bene.
Così domenica a Rimini, alla conclusione del primo Gelato World Tour, i 24 gelatieri finalisti giunti da 4 continenti, assente l’Africa, si sono sforzati tutti di pronunciare esclusivamente la parola “gelato”, regola aurea adottata dagli organizzatori e pazienza se qualche accento non è risultato perfetto. Migliore, anzi a volte ottimo è stato il loro prodotto: perché risultava da una lunga selezione di concorrenti durata più di un anno, la manifestazione è giunta in riva all’Adriatico dopo un itinerario che, tappa d’esordio romana nel maggio 2013, ha toccato poi Melbourne, Dubai, Austin in Texas e infine Berlino, qualche settimana fa. Uno sforzo non indifferente per gli organizzatori, l’accoppiata Gelato University di Carpigiani (è la scuola di formazione professionale creata dalla nota azienda, con sede ad Anzola, in provincia di Bologna) e Sigep, la fiera del settore che dà appuntamento come sempre a Rimini, per la sua edizione numero 36, dal 17 al 21 gennaio prossimi.

John e Sam Crowl della gelateria Cow & the Moon di Sydney festeggiano la vittoria. Hanno dichiarato: «Anche chi non è italiano ma studia con dedizione e poi lavora con impegno e passione può creare gelati artigianali d’eccellenza. A Sydney i media sono impazziti per la vittoria, il negozio ha avuto code impressionanti e i miei collaboratori hanno dovuto produrre non-stop tutto il giorno il gusto Mandorla Affogato»
Ne valeva la pena, mentre si pensa già a replicare l’evento, magari allargando partecipazione e contributi in modo da renderlo più autorevole. Diffondere la cultura del gelato artigianale italiano significa non solo valorizzare un’eccellenza nostrana capace di sviluppi impensabili fino a qualche decennio fa, lo sanno bene gli chef creativi che sempre più spesso la utilizzano nei loro piatti; vuol dire anche espandere il settore, nel nostro Paese il giro d'affari è di oltre 2,7 miliardi di euro e in continua crescita, con più di 150mila occupati e 39mila gelaterie, ma quest'ultimo numero scende a solo 900 negli Stati Uniti, 500 tra Cina e Sud-Est asiatico, circa 300 in Australia e così via.
Eppure proprio dal Nuovissimo Mondo è giunto il vincitore finale, e forse è stato un bene non rimanere legati all’orticello nostrano. Davvero eccellente è risultato il gusto Mandorla Affogato con i quali John e Sam Crowl della gelateria Cow & the Moon di Sydney hanno sbaragliato gli avversari, un golosissimo connubio di vaniglia del Madagascar variegata con mandorle al caffè tostate e caramellate, caffè del Kenia e salsa di caramello salato: materie prime selezionate, giusta cremosità cui s’aggiungeva la texture del croccante, un gusto insomma di grande piacevolezza e pure adeguatamente ruffiano per piacere tanto alla giuria, composta da una sessantina di esperti e giornalisti coordinati da Luciana Polliotti e con nomi importanti del settore (basti pensare a Giancarlo Timballo), quanto al pubblico che affollava i gazebo montati nel parco Federico Fellini, proprio di fronte al Grand Hotel, circa 70mila le coppette servite nella tre giorni.

Il gusto Mandorla Affogato col quale i due gelatieri australiani hanno ottenuto il titolo di "World's Best Gelato 2014": si tratta di gelato alla vaniglia del Madagascar variegato con mandorle al caffè tostate e caramellate, caffè del Kenya e salsa di caramello salato
Detto del vincitore, a nostro parere meritevole, va aggiunto che le piazze d’onore hanno visto sventolare il tricolore, con gelati assolutamente classici ma d’altissima qualità: il
Cuore di Nocciola, fedele alla tradizione (nocciole Igp Piemonte e anche una punta di Sale di Cervia), di
Alessandro Lancierini, gelateria
Fiore di Suzzara (Mn); e il
Cuor di Brontolo, crema (a base d’acqua) di pistacchio di Bronte presentata da
Francesco Mastroianni de
Il Cantagalli di Lamezia Terme (Cz). A noi è molto piaciuta anche la
Torta di mele di
Mario Serani, di
gelateriebruno.it di Antrodoco (Ri), che ha ottenuto peraltro una Menzione d'Onore.