21-08-2023

Al Vecchio Convento a Portico di Romagna: l’inclusività come cifra di cucina e ospitalità

Nel cuore dell’Appennino Tosco-Romagnolo la famiglia Cameli ha dato vita a un esempio virtuoso di accoglienza e collaborazione

Il team di Al Vecchio Convento è capitanato da M

Il team di Al Vecchio Convento è capitanato da Matteo Cameli

Un piccolo borgo incastonato nella Romagna che confina con la Toscana, Portico di Romagna, in provincia di Forlì-Cesena, oltre che per le sue bellezze medievali e naturalistiche - come le piscine naturali del fiume Montone – colpisce soprattutto per essere uno straordinario - e inaspettato - melting pot, dove l’ospitalità e l’inclusività sono valori alla base della sua comunità grazie soprattutto alla famiglia Cameli e al suo Al Vecchio Convento, fulcro dell'economia di Portico.

Il giardino del ristorante

Il giardino del ristorante

Marisa Raggi - originaria del borgo - e il marito Gianni Cameli, sono arrivati qui dopo un periodo a Milano dove lui lavorava come chef e hanno acquistato nel 1981 la dimora nobiliare contigua a Palazzo Portinari - che si narra appartenesse a Folco Portinari, padre della Beatrice di Dante, che a Portico avrebbe incontrato il poeta - per trasformarla in un ristorante e albergo diffuso che nella struttura principale conta nove camere a cui si aggiungono tutte le altre disseminate nel paese.

Il forno

Il forno

Con Marisa e Gianni, che nel 1989 hanno fondato a scuola di italiano L'Olmo in collaborazione con il comune di Portico di Romagna, ancora oggi attiva e ospitata in una canonica del XV secolo, è iniziata una promozione di questo territorio e una commistione di culture senza eguali. Gli ospiti frequentano le lezioni teoriche ma sono coinvolti fin da subito nella vita del borgo, con la possibilità di praticare e parlare ogni giorno con i local.

Laboratori di cucina, uscite alla ricerca di tartufi - nella tartufaia di proprietà, a una manciata di chilometri dall’albergo, dove il tartufo cresce spontaneamente - degustazioni di vini e prodotti locali ed escursioni nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e delle città d'arte della Romagna a piedi o con e-bike, completano il quadro di un turismo che si fonde completamente con la comunità locale rivelandosi un’esperienza totalizzante.

Un'immagine di Portico di Romagna

Un'immagine di Portico di Romagna

Gli scambi con gli altri paesi d’Europa - soprattutto del nord - ma anche con il resto del mondo sono iniziati e continuano tutt’ora a costituire un esempio virtuoso di inclusività, di coesione e di amore per un luogo tenuto vivo dalle persone che lo abitano e che lo visitano, dal loro desiderio di stare insieme, di fare, di costruire e di collaborare.

Se d’estate sono numerosi i danesi, svedesi e tedeschi che qui vengono a trascorrere le vacanze non mancano quelli che arrivano per fare stage in cucina e sala insieme ai ragazzi senegalesi che invece a Portico vivono con le loro famiglie. Qui la scuola elementare ha una pluriclasse di venti bambini, italiani, danesi, senegalesi - Portico di Romagna è un borgo di circa trecento anime - mentre Marisa ha aperto una piccola biblioteca, traboccante di libri “liberi” che tutti possono prendere e riportare.

A Portico di Romagna, è praticamente impossibile distinguere il confine de Al Vecchio Convento, perché con il suo ristorante, l’albergo diffuso, la scuola di italiano, la scuola di cucina, la tartufaia e il forno Verde Olmo - aperto da un anno - che sforna panificati con farine biologiche a lievitazione naturale, si tratta, tutto sommato, di un meraviglioso ecosistema di inclusione dove ci si sente a casa, in famiglia.

Il ristorante e la cucina di Matteo Cameli

Oggi è Matteo, figlio di Marisa e Gianni, a condurre il ristorante e l’albergo diffuso insieme alla moglie Danese Ulla - anche se non manca mai la calorosa ospitalità di Marisa - mentre il fratello maggiore, anche lui chef, ha aperto a Odder, paese natale della moglie, la sede danese di Al Vecchio Convento.

Lo chef Matteo Cameli

Lo chef Matteo Cameli

I continui scambi culturali a cui è stato esposto sono stati fondamentali per Matteo e per la sua cucina: non sono mancati, infatti, periodi di lavoro nelle cucine nord europee - come quella del Frantzén di Stoccolma e del Noma - dai quali è tornato arricchito di tecniche scandinave – prima fra tutte, la fermentazione - senza mai dimenticare le sue radici, le sue tradizioni e i prodotti che gli offre l’Appennino Tosco-Romagnolo, protagonisti del suo menu dove vengono esaltati. Il risultato è estremamente interessante - con i Tagliolini con pomodoro fermentato e olio di fico, i Cappelletti ripieni di pernice rossa e ricotta fermentata per quattro mesi, un miso di ricotta a cui si aggiunge un garum di carne, una salsa di orzo fermentato al koji e le animelle con il tartufo, ad esempio - e allo stesso tempo così confortevole da essere perfetto per il pranzo della domenica (non mancano le tagliatelle classiche al ragù di lepre e la tagliata di vacca vecchia).

 

Chef sotto al Portico

Da tredici anni Massimiliano e Matteo Cameli organizzano nel borgo un festival di cucina internazionale - Chef sotto al Portico - che dura per un intero fine settimana di luglio.

I partecipanti all'evento Chef sotto al Portico

I partecipanti all'evento Chef sotto al Portico

Melanzane arrosto, anacardi, chile de onza, chile manzano al koji, salsa verde, topinambur di Danny Mena - Foto Lorenzo Noccioli

Melanzane arrosto, anacardi, chile de onza, chile manzano al koji, salsa verde, topinambur di Danny Mena - Foto Lorenzo Noccioli

Si parte venerdì sera con la cena nello splendido giardino de Al Vecchio Convento con sette piatti preparati da sette chef provenienti da tutto il mondo - conosciuti nelle sue peregrinazioni nelle cucine e agli eventi gastronomici - abbinati a vini locali selezionati dal sommelier Matteo Carlucci che quest’anno ha selezionato i vini di Modigliana-Stella dell’Appennino, l'associazione che riunisce undici produttori, alcuni dei quali colpiti dalla recente alluvione, e che promuove una Doc Romagna con la menzione geografica aggiuntiva Mga “Modigliana”.

Si prosegue il sabato a cena e la domenica a pranzo lungo la via principale del paese, dove gli chef presentano le loro creazioni a prezzi super pop da gustare nelle tavole allestite all’aperto.

Hilmir Snaer Erlendsson, Matteo Cameli, Danny Mena, Juan Carlos Prada, Risto Mikkola - Foto Lorenzo Noccioli

Hilmir Snaer Erlendsson, Matteo Cameli, Danny Mena, Juan Carlos Prada, Risto Mikkola - Foto Lorenzo Noccioli

Salmone selvaggio, salsa di prugne, wasabi di Hilmir Snaer Erlendsson - Foto Lorenzo Noccioli

Salmone selvaggio, salsa di prugne, wasabi di Hilmir Snaer Erlendsson - Foto Lorenzo Noccioli

La tredicesima edizione, tenutasi lo scorso 7,8 e 9 luglio, ha visto ai fornelli: Mikael Mihailov (Finlandia), Danny Mena (Mexico City), Hilmir Snaer Erlendsson (Reykjavik), Lorenzo Vecchia (Bologna), Juan Carlos Prada (Bogotà), Risto Mikkola (Finlandia), Axel Zuber (Finlandia), Nicola Ongaro che dopo ventitré anni a Londra ha trascorso l’ultimo anno nella cucina de Al Vecchio Convento, Jonas Cameli, il figlio ventiduenne di Matteo, la terza generazione di chef della famiglia, che da qualche tempo lavora nella cucina di famiglia e infine Amadou Bah, senegalese, da cinque anni sous chef e braccio destro di chef Cameli, e uno degli esempi di integrazione felice di Portico.


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Maria Vittoria Caporale

Classe '96, cresciuta dove la tradizione gastronomica è culto: Bologna, la Grassa. Dopo una laurea in Scienze Gastronomiche e un Master in Food & Wine oggi è contributor per la Guida ai Ristoranti e segue come consulente la comunicazione e i progetti di realtà F&W. A tavola è il suo posto preferito: è lì che il cibo si esprime e accadono meraviglie.

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