03-03-2023
Davide Di Fabio, classe 1985, nato a Rho vicino Milano e cresciuto a Bellante, nel Teramano. Ha lavorato per 17 anni nella cucina dell'Osteria Francescana, prima di diventare lo chef di Dalla Gioconda
«Per parlare di futuro bisogna conoscere il passato, senza la memoria storica non si possono gettare le basi del domani. La cucina italiana si basa su ricette, gesti, tramandati di generazione in generazione ed è quasi una dissacrazione cambiarli. È sempre più difficile cercare nuove strade, nuove forme di innovazione visto che quasi tutto è già stato detto. Mi piace ricreare partendo da una decostruzione, da un recupero della matrice del gusto di alcuni piatti della memoria per poi ricostruirli non come erano originariamente ma farne qualcosa di nuovo, ricrearli appunto, facendogli vivere un tempo nuovo del mondo che cambia. Mi piace creare una connessione tra passato e presente, interpretando in chiave originale le influenze e le contaminazioni senza tradire il gusto italiano. Storicizzare un processo creativo di cambiamento, di valori, legati alla nostra cultura e ai nostri giorni per costruire un futuro nuovo senza perdere il patrimonio gastronomico nazionale. Rappresentare il fermento della società e del costume italiano degli anni Sessanta della “Dolce Vita” nella cucina e nell’atmosfera, oggi».
Sono le parole di Davide Di Fabio, l’Abruzzo come terra di origine, Modena come casa per 17 anni - al fianco di Massimo Bottura, all’Osteria Francescana - oggi è a Gabicce Monte, storicamente il monte della musica, patria delle discoteche italiane più celebri - dall’Eden Rock alla rivoluzione della disco music negli anni ’70 della Baia degli Angeli - celebrate dai menu stampati sulle copertine dei vinili, e due recentissimi riconoscimenti della Rossa arrivati insieme: la stella e la stella verde.
Dalla Gioconda, a Gabicce Monte
Gli Orizzonti di Davide di Fabio - tre diversi menu degustazione da 6, 8 o 10 con piatti disponibili anche alla carta - ci mostrano panorami risultanti da fenomeni endogeni ed esogeni. Una cucina contaminata ma non certo in rottura con il luogo in cui viene presentata: da quassù, il confine tra Emilia Romagna e Marche e la strada che porta fino al mare interpretata attraverso la lente dei viaggi - non solo interiori - dello chef.
Con la Tartare di Marchigiana e gamberi rosa con brodo al tartufo e agrumi, lo chef racconta il Giappone attraverso due materie prime locali - dalla terra e dal mare - di cui si serve per riprodurre la marezzatura gustosa, morbida e dolce della carne di manzo di Kobe.
Il Gambero in salsa rosa è invece un golosissimo un remake di un must degli anni ‘80 - il cocktail di gamberi - con gamberi rosa crudi e una salsa alla rapa rossa.
La celebratissima Zuppiera è un piatto che trova la sua origine nelle Virtù teramane, un formato di pasta che fa riferimento all’omonima ricetta del primo maggio che celebra la primavera.
Zuppiera
Con i Paccheri al sugo?? Davide gioca con la nostra memoria gustativa. La pasta di 1punto61, ideata da Federico Menetto e realizzata grazie al maestro pastaio Raimondo Mendolia e Angelo Inglese, è di semola di grano duro italiano trafilata in oro, ha un morso piacevolissimo unito al sugo che alla vista ci riporta a uno dei comfort food per eccellenza: il sugo di pomodoro fresco.
Ma lo chef, con olio extra vergine di oliva e basilico, condisce, invece, un sugo alle susine - di quattordici varietà diverse - dell’Azienda Agricola Podere San Francesco di Mosciano Sant’Angelo, in provincia di Teramo. Un’aromaticità e acidità interessantissime che non fanno rimpiangere affatto il pomodoro e vengono bilanciate perfettamente da una grattugiata di Parmigiano Reggiano.
Neola alla Suzette
“Fare qualcosa di nuovo” è l’intento di Davide di Fabio non solo in cucina ma anche nell’intero progetto che presenterà alcune novità per la prossima stagione estiva.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
Classe '96, cresciuta dove la tradizione gastronomica è culto: Bologna, la Grassa. Dopo una laurea in Scienze Gastronomiche e un Master in Food & Wine oggi è contributor per la Guida ai Ristoranti e segue come consulente la comunicazione e i progetti di realtà F&W. A tavola è il suo posto preferito: è lì che il cibo si esprime e accadono meraviglie.
Foto di gruppo della super-brigata che è stata protagonista per una sera a Identità Golose Milano: con nostro resident chef Edoardo Traverso c'erano Davide Di Fabio del Dalla Gioconda a Gabicce Monte, Remo e Mario Capitaneo del Verso a Milano e Alessandro Miocchi e Giuseppe Lo Iudice del Retrobottega a Roma, ossia i vincitori del titolo di migliore chef's table d'Italia, attribuito dalla Guida ai Ristoranti di Identità Golose in collaborazione con Ceretto
Gli chef protagonisti della cena all'Hub di Identità Golose Milano
I Mochi di pasta di Alessandro Gilmozzi (foto Brambilla/Serrani)