16-12-2021
L'ingresso di Langosteria Cucina, neonato locale in via Savona 10, a Milano. Accanto, allo stesso numero civico, Langosteria, la prima insegna del gruppo, aperta nel marzo 2007
Langosteria, Langosteria Bistrot e Langosteria Café a Milano. Langosteria nella baia di Paraggi, in Liguria. Langosteria all’hotel Cheval Blanc di Parigi. Una storia già ben articolata cui si è aggiunto appena 4 giorni fa un sesto capitolo, new entry nella holding di Enrico Buonocore, imprenditore di origini amalfitane (metà Maiori, metà Cetara), nato e cresciuto a Milano, dove 15 anni fa ha iniziato a elevare l’asticella della cucina di pesce. Langosteria Cucina ha aperto alla chetichella in via Savona 10, lo stesso numero civico della prima insegna ma con un ingresso separato, proprio accanto al ristorante ammiraglia (il primo del gruppo ad aprire, quasi 15 anni fa). Entri e un tendaggio scuro si apre su un locale caldo e groovy, con una cinquantina di coperti in più salette e un bancone da 6 posti sovrastato da un lampada seventies in vetro e ottone. Sedute basse, luci soffuse e dettagli di design di chiare ispirazioni giapponesi. I corridoi tra le sedute sono percorsi dal patron in persona e dai cuochi storici del gruppo, il trevisano Denis Pedron e il pugliese Domenico Soranno. I meccanismi di servizio sono ancora da oliare, ma ammiriamo già gli artifici acrobatici per servire risotti e paccheri da piccoli gueridon piantati accanto ai tavoli. Nel mentre, camerieri con magnum di champagne e Borgogna («i formati grandi fanno subito festa») si aggirano rapidi a mescere. I contenuti dei calici Zalto li decide Valentina Bertini, wine manager umbra che attinge dalla stessa ricchissima carta del locale accanto (oltre 1.700 etichette). Con lei, intravediamo il milanese Jacopo Tosi, sommelier dell’anno per Identità 2021. Al bar si preparano cocktail come Campari shakerato o French Kiss e un sound designer asseconderà gli umori della clientela modificando la sua tracklist su iPad.
Denis Pedron (chef), Enrico Buonocore (patron) e Sorin Tanasie (restaurant manager). Foto Brambilla/Serrani
Il progetto del locale è di Dimorestudio. Contrasti tra tmosfera familiare "domestica" e design anni Settanta di ispirazione giapponese. Foto Paola Pasini
Le sedute sono più basse del consueto e al bancone del bar troneggia una lampada anni Settanta in vetro e ottone su banco in marmo verde. Foto Paola Pasini
Apparecchiatura essenziale
Calamaretti all’assassina con crumble al timo
Guancia di tonno rosso, torzelle (cavolo greco) e datterino arrosto
Carabineiros galiziano gordo alla brace , servito con pak choi spadellati e purè alla Robuchon (50% burro, 50% patate)
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. instagram @gabrielezanatt
Dall'alto a sinistra: (prima fila) Susy Ceraudo, Luca Gambaretto, Jgor Tessari, Valentina Bertini; (seconda fila) Alberto Piras, Alberto Tasinato, Matteo Zappile; (terza e ultima fila) Manuel Tempesta e Rudy Travagli
Orecchiette Damare è il Piatto del 2023 di Domenico Soranno, corporate chef di Langosteria