19-04-2020
Foto di Giandomenico Frassi
L'anno prossimo l'azienda Levoni di Castellucchio (Mantova) taglierà l'importante traguardo di 110 anni di attività, una lunga storia che ha portato questo marchio a diventare sinonimo di salumi di alta qualità, grazie a ricette nel contempo squisite e rigorose, che raccontano la tradizione della salumeria italiana nel rispetto del principio, profondamente artigianale, del "buono e fatto bene". Si tratta dunque di un'azienda che ha attraversato la storia di questo paese, affrontando anche momenti complicati e delicati, come quello che stiamo vivendo in queste settimane di emergenza per il Covid19.
Abbiamo rivolto alcune domande a Marella Levoni, Direttore della comunicazione dell'azienda di famiglia, per farci raccontare le sue idee sulla situazione in corso e per comprendere come siano state affrontate le contingenze difficili che hanno colpito l'Italia.
«Da subito - ci ha detto Marella Levoni - e tutto è iniziato piuttosto all'improvviso, abbiamo avuto una priorità: mettere in sicurezza chi lavora nella nostra azienda. Esportando in 60 paesi del mondo, la nostra azienda era già dotata di certificazioni che garantiscono un protocollo di igienizzazione molto alto e che, in questa emergenza abbiamo ulteriormente alzato. Pertanto, pur non sottovalutando la situazione sanitaria che si evolveva giorno dopo giorno, l’attività quotidiana si è svolta regolarmente con massima serietà e abbiamo adottato, fin dal 24 febbraio, tutte le misure preventive straordinarie che poi sono diventate obbligatorie per tutto il Paese. Per quanto riguarda la produzione abbiamo distribuito mascherine a ogni dipendente; misurato la temperatura in ingresso introducendo l’obbligo di disinfezione delle mani grazie alle postazioni ubicate straordinariamente in diverse zone degli stabilimenti. Per evitare assembramenti abbiamo scaglionato gli accessi ai reparti produttivi, alle zone ricreative, abbiamo creato nuovi spogliatoi e inibito lo scambio di personale tra aree produttive. Negli uffici invece, abbiamo attivato lo smart working per il 75% del personale. Anche per gli esterni, fornitori di materie e trasportatori, abbiamo previsto misure straordinarie ovvero, il divieto di scendere dai propri automezzi e l’obbligo di sottoporsi alla misurazione della temperatura corporea. A tutto questo aggiungo che sono effettuati regolarmente trattamenti di igienizzazione delle aree esterne e interne. Una volta messe in sicurezza le persone che lavorano con noi, abbiamo pensato al resto»
A cosa, in particolare? Sapevamo di avere intorno a noi, nel nostro territorio, una situazione di grande allarme e di gravi problemi. Quindi ci siamo chiesti cosa potevamo fare per aiutare i nostri concittadini. Siamo partiti dal territorio più prossimo a noi: abbiamo fornito contributi in denaro ai Comuni di Mantova e Castellucchio per l'acquisto e la distribuzione di mascherine per la cittadinanza, e altri contributi per l'acquisto di dispositivi per la protezione personale degli operatori di Croce Rossa, Croce Verde, Croce Bianca, Porto Emergenza, Soccorso Azzurro e dell'Ospedale di Mantova. Abbiamo poi pensato di fornire i nostri prodotti a chi ne aveva maggiore bisogno. Ad esempio le persone che si muovevano sul territorio per fronteggiare l'emergenza, in particolare gli operatori che lavorano sulle ambulanze, sottoposti a un super-lavoro e a grande stress: abbiamo cercato di dare loro momenti di normalità con i nostri prodotti, nel corso delle loro giornate così intense. Anche perché i bar erano chiusi e queste persone non sapevano dove andare a comprarsi da mangiare, c'era proprio un problema logistico. Abbiamo rifornito anche il centro dove dormono al momento medici e infermieri che vengono da fuori Mantova, ma lavorano nell'ospedale cittadino. Poi con i nostri prodotti ci siamo allargati su altre zone, come quella di Bergamo: lì riforniamo tuttora l’ospedale da campo di Bergamo organizzato dall'ANA, dove il servizio di mensa è curato dai fratelli Cerea, ma anche il campo base della Croce Rossa.
Un operatore della Croce Rossa di Bergamo mostra alcuni dei pacchi ricevuti da Levoni
In che modo l'emergenza in corso sta impattando sulle vostre vendite, e quindi sulle previsioni per l'anno in corso? Il nostro canale d’elezione sono i negozi tradizionali di quartiere: salumerie, gastronomie, macellerie, negozi di vicinato. Questi hanno avuto un grande ritorno in questo periodo, perché in molti si rivolgono al negozietto sotto casa. Nei primi giorni c’è stata la corsa alle grandi scorte, e si è visto anche sulle vendite. Adesso è un momento di riflessione, anche se non di flessione. Cosa succederà nella fase successiva è veramente difficile da dire, come per tutte le cose che riguardano questa circostanza così inedita. In circostanze di questo tipo, dal punto di vista della organizzazione aziendale, sono premiate l’elasticità e l’adattabilità, essere pronti a capire cosa sta succedendo e cosa bisogna fare di conseguenza. Come accade nella nostra vita quotidiana, non soltanto in campo lavorativo, dobbiamo essere capaci, quando serve, anche di improvvisare.
Marella Levoni con Norbert Niederkofler durante l'ultima edizione di Identità Golose
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
Giornalista milanese. A 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Fa parte della redazione di Identità Golose dal 2014, dal 1997 è voce di Radio Popolare Instagram: @NiccoloVecchia