Victor Lugger (con Alberto Suardi e Andrea De Michele)
Okra affumicato, gamberi crudi e caviale di okradi Roberta Sudbrack
Primo piano Golosi di Identità e il Brain Food Forum S.Pellegrino: ecco le novità appena "atterrate" su Identità Digitali
Il trenino del Renon storico (foto Tourismusverein Ritten/Tiberio Sorvillo)
Una meraviglia. Immaginatevi un balcone panoramico che vi spazia con lo sguardo su vigneti buoni, cime sempre innevate, costruzioni liberty, gerani interrati, un clima mite tutto l'anno e un concetto di ospitalità sviluppato sin dal 1600 quando d'estate i nobili di Bolzano abbandonavano l'afa della città per soggiornare sull'altipiano del Renon. Risale proprio ad allora l'invenzione della sommerfrische, la villeggiatura estiva che, da queste parti, conquistò anche Sigmund Freud. “Il Renon – scriveva lo psicanalista all'amico Carl Gustav Jung – è divinamente bello ed accogliente”.
Ieri come oggi, impreziosito dal 2009 da una funivia che in 12 minuti di panorama mozzafiato unisce il centro di Bolzano con Soprabolzano. Ma fin dal 13 agosto 1907 l'intero altipiano è collegato (da Collalto a Soprabolzano) dallo storico trenino. L'ultracentenaria ferrovia del Renon è stata un gioiello di tecnologia e, prima della funivia, è stato suo il compito di collegare la bolzanina piazza Walther all'altipiano, affrontando un dislivello di un migliaio di metri, grazie all'innovativa trazione a cremagliera, ispirata ai trenini alpini svizzeri.
Il Renon, dunque, ha sempre saputo stare al centro del turismo, aprendosi al mondo e crescendo nel segno di quegli elementi che restano peculiarità mai tradite: il sole, coltivazioni a km 0, strutture alberghiere che non hanno violentato il tempo (tra l'altro lo scorso 27 giugno è stato inaugurato il primo 5 stelle dell'altipiano, l'Adler Lodge Ritten, a Soprabolzano), 300 km di sentieri ed escursioni attrezzati per la villeggiatura di famiglia. Se chiacchieri con gli abitanti locali, ti accorgi in fretta di quanto questo per loro sia il posto migliore per vivere. “Da noi – mi raccontano - non esiste disoccupazione e neppure quella piaga tutta italiana che sradica i giovani dalle proprie origini. Siamo una comunità, piccoli centri che hanno come comune denominatore Renon. Ognuno di noi si tiene stretto il suo altipiano”.
Stephan Zippl, ristorante 1908
Toerggelen Kastanien (foto Tourismusverein Ritten/Karin Micheli)
Loacker Wine Estates
Sul Renon non ci sono ancora ristoranti stellati, ma l'offerta è molto ampia e, a Soprabolzano, il 1908 “governato” dal giovane Stephan Zippl è un gioiello su cui scommettiamo a colpo sicuro. E' annesso al Park Hotel della famiglia Holzner, storico albergo in stile liberty, capace di guardare avanti senza dimenticare da dove si è partiti. Una storia di passione ed imprenditoria che attraversa due guerre, debiti e riscatti, orgoglio nell'affermare che non c'è “mai stato un anno senza aver reinvestito i guadagni in lavori di rinnovamento” e pure l'immenso rammarico di non ribaltare ancora quella percentuale che mette gli ospiti tedeschi al 50% e gli italiani al 20%.
Il Renon è la poesia del tempo che fa coltivare ed allevare rispettando con onestà il concetto di chilometro zero, pur aprendosi a sfide coraggiose come quella dell'agruturismo Oberweidacher Hof di Collalbo: Stefan Rottensteiner alleva bovini della pregiata razza di origine giapponese Wagyu, tra le più costose al mondo.
I wagyu di Stefan Rottensteiner (foto Benjamin Pfitsche)
Maso Plattner
Senza spostarsi di paese, una visita di eccellenza la merita anche il maso Buhler-Hof per la coltivazione di frutta, verdura ed erbe aromatiche mentre a pochi chilometri, a Siffiano, il maso Rielingerhof è un punto di riferimento per la produzione di vino biologico. Il maso resta l'abitazione tipica dove vivere e dove produrre, dando continuità all'albero genealogico. E quindi vi sarà facile seguire dal vivo la stagionatura dello speck o diventare esperti di formaggi: imperdibili quelli alle erbe e alla tipica pera essiccata Kloatze del Renon, oltre al classico e saporito Graukäse, ottimo punto di partenza per primi a base di ur-spatzle, tagliatelle e risotto. In alternativa non perdetevi la zuppa d'orzo o gli schlutzkrapfen, ravioloni ripieni di spinaci e ricotta conditi con abbondante burro fuso.
L'altipiano del Renon è una fucina di genuinità, basta camminarci dentro per incontrarla. Come a Costalovara quando su un sentiero t'imbatti con il museo di apicoltura Plattner aperto nel 1991 in un maso con oltre 500 anni di storia, vissuto fino all'ultimo da due sorelle. Ci sono le pentole, l'angolo per essicare i salumi, il tavolino con le carte da gioco, la stube, immaginette sacre, il bagno come non vi potreste mai immaginare... Ma il maso è anche l'occasione per continuare l'arte dell'apicoltura ed assaggiare tutto quello che è collegato al miele, propoli e polline nella varietà delle sue forme ed aromi.
(foto Sonja Kaserer)
Le caratteristiche piramidi di terra
giornalista professionista, nata in un'annata di vino buono. Ha spaziato in ogni settore, dallo sport alla politica perché far volare in alto la curiosità è il sistema migliore per non annoiare e non annoiarsi. Non ha nessuna allergia né preconcetto alimentare, quindi fatele assaggiare di tutto. E se volete renderla felice, leggete il suo libro di fotostorie, Il tempo di uno sguardo
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose