«Uno che ama come me la Sicilia e che si sente siciliano fino al midollo, solo per beffa può nascere a Torino». Così è capitato però a Ciccio Sultano, 44 anni, ma è stato solo un incidente di percorso. La famiglia era originaria di Gela, la vita professionale dello chef ruota intorno alla provincia ragusana. Perde il papà da piccolo e a 9 anni va a faticare in campagna, poi diventa anche muratore. Non fa per lui: comincia a lavorare alla pasticceria Suite di Vittoria, sette anni facendo di tutto, una palestra straordinaria. Poi è la volta di una spaghetteria notturna a Marina di Ragusa. Sempre, lavora con precisione ed estro («A 17 anni per cucinare in spaghetteria compravo riviste come Grand Gourmet»). La sua formazione è tutta così, on the road. Impara a cucinare le carni rosse in Germania, dove si era trasferito dopo essersi sposato. Poi grazie a un parente, riesce a ottenere un colloquio a New York, al ristorante di Lidia Bastianich: vi lavora per sei mesi «ma ci ho fatto una gavetta che vale tre anni qui. Una sera mi dissero "Stasera serata fiacca, solo cento clienti"». Il ritorno in Italia è il preludio della consacrazione, col suo ristorante Duomo a Ragusa Ibla.
(Da 100 chef x 10 anni, Mondadori)