Persa rischia di diventarlo davvero e per cercare di salvarla sono scesi in campo chef, produttori, giornalisti al grido social di #savetumapersa.
La storia è quella di
Salvatore Passalacqua - casaro molto noto in Sicilia per avere recuperato la tradizione di un formaggio quasi dimenticato - e
del suo caseificio nella remota provincia palermitana, devastata dalle piogge di inizio novembre. Il territorio è quello di Castronovo di Sicilia e la produzione che rischia di andare in malora è quella della
Tuma Persa, formaggio a pasta pressata cruda prodotto unicamente da
Passalacqua e dalla sua famiglia, recuperando un’antica ricetta trovata da un ricercatore della provincia di Potenza in un testo degli anni Trenta in cui si narrava di un cacio siciliano ormai estinto. In breve tempo è diventato una delle produzioni di pregio della Sicilia ma oggi il caseificio
Passalacqua rischia la chiusura per impraticabilità delle strade.

Andrea Graziano (Fud) e Domenico Colonnetta (Coria)

Martina Caruso (Signum), lo staff di Palazzo Branciforte con lo chef Gaetano Billeci e Lorenzo Ruta (Taverna Migliore)

L'immagine pubblicata da Peppe Bonsignore (L'Oste e il Sacrestano) sul suo profilo Facebook e quella che ci ha inviato Giovanni Lo Monaco (Lo Monaco Altra Cucina di Villabate)

Pino Cuttaia (La Madia) e Roberto Toro (Otto Geleng)
«Siamo stati messi in ginocchio dalle abbondanti piogge di novembre – racconta il casaro - Il territorio attraversato dalla SP 48, la strada provinciale che collega la provincia di Palermo con quella di Agrigento, è diventato una lunga striscia di terra e fango con un dislivello della sede stradale che rende l’arteria totalmente impraticabile in alcune zone. Mancano letteralmente circa settanta metri di strada che impediscono a noi e ai nostri fornitori di raggiungere il caseificio. L’unica strada percorribile allunga il tragitto di 45 chilometri».

Carmelo Trentacosti (Cuvée du Jour di Villa Igiea), Valentina Chiaramonte (Fud Off) e Giuseppe Geraci con Alessandra Quattrocchi (Modì)

Angelo Pumilia (La Foresteria) e Pierpaolo Ruta (Antica Dolceria Bonajuto)
Una vicenda di rimpalli di competenze e isolamento che
Passalacqua, nei giorni scorsi, ha raccontato ai giornali locali, manifestando l’intenzione di gettare la spugna e cessare la produzione: «Non riesco ad approvvigionarmi di latte, non posso fare il formaggio e non riesco a rispettare gli ordini. Un danno gravissimo dal punto di vista economico e di immagine».

Tony Lo Coco (I Pupi), Marco Baglieri (Crocifisso) e Giovanni Guarneri (Don Camillo)

A sinistra, l'immagine condivisa da Francesca Landolina ed Enrico Brancato. Poi gli appelli di Saverio e Vittorio Borgia (Bioesserì)

Quelli di Prezzemolo & Vitale e Angelo Treno (Al Fogher)
Così, dopo l’ennesimo sopralluogo dei tecnici dell’Area metropolitana di Palermo (l’ex Provincia che si occupa della manutenzione delle strade dell’hinterland) andato a vuoto, l’imprenditore catanese
Andrea Graziano ha deciso di lanciare una campagna di mobilitazione social per cercare di dare supporto a
Passalacqua e un segnale alle istituzioni.

Mobilitato anche il mondo della stampa: Clara Minissale, autrice di questo articolo, Carlo Passera e Davide Visiello di Identità Golose, Rossana Brancato

L'appello di Giacomo Gironi e quelli di Stefania Petrotta e Cristina Barbera

Gli appelli di Peppe Barone e Stefania Lattuca (Fattoria delle Torri) e di Fabrizio Carrera, direttore Cronache di Gusto

Santino Corso (Charleston), Emanuele Fioretti e Slow Food Palermo
«È assurdo che nel 2018 si rischi di perdere un patrimonio unico perché non si riesce ad intervenire per ripristinare un pezzo di strada – spiega - Nel nostro piccolo abbiamo cercato di fare ciò che potevamo, ovvero metterci la faccia per testimoniare la nostra vicinanza a questo produttore. Speriamo – conclude
Graziano - che serva a smuovere qualcosa a livello istituzionale perché da soli, in Sicilia, non si riesce a rivendicare i propri diritti, speriamo che uniti si riesca a farlo».

Lo staff di Cortile Pepe con Toti Fiduccia; Gioacchino Sensale; Angela Amoroso

Seby Sorbello e il produttore Andrea Calcione; Filippo Drago; Angela Barusi

L'appello condiviso da alcuni nostri lettori: Valeria Zingale; Vincenzo Riccobono; Roberto Intorre