Ne abbiamo raccontato l’inaugurazione, avvenuta a fine settembre: il nuovo Istituto Alberghiero Olmo di Cornaredo, di cui è mentore e grande sostenitore Davide Oldani, è una realtà molto rilevante della città metropolitana milanese e sta già raccogliendo un grande interesse, andando incontro all’esigenza di una scuola dedicata alla gastronomia e all’ospitalità alberghiera in quella zona.
A dimostrare il suo interesse e la grande energia che lo chef del D’O vuole infondere in questa scuola, c’è il progetto da lui ideato, chiamato “Maestri all’Olmo”. L’iniziativa prevede una serie di incontri durante i quali gli studenti avranno la possibilità di incontrare diverse firme prestigiose della cucina italiana, chef di grande esperienza che racconteranno infatti i propri percorsi professionali e umani, proponendo anche pensieri e considerazioni sulle prospettive future dell'enogastronomia. «Amici che lavorano per promuovere la cultura italiana della gastronomia», come li ha definiti lo stesso Oldani.

Da sinistra: il Preside dell'Istituto Olmo Luca Azzolini, Niko Romito e Davide Oldani
Nella mattinata di lunedì 15 gennaio si è tenuto il primo incontro, davanti a tutte le classi dell’Istituto, con la presenza di
Niko Romito. Lo chef abruzzese rappresentava senza dubbio il miglior ospite possibile per inaugurare “Maestri all’Olmo”: non è soltanto uno dei più ispirati e apprezzati interpreti della cucina d’autore e di ricerca del nostro paese, ma è anche il fondatore di
una delle più importanti scuole di formazione per i professionisti della gastronomia.
Davide Oldani ha aperto questo appuntamento ricordando agli allievi dell’
Istituto Olmo come sia fondamentale affrontare il lavoro cercando di trasformarlo nella propria passione: la vera chiave per realizzarsi e vivere una vita felice. Anche accettando, come è successo proprio allo chef del
D’O, di dover abbandonare una strada in cui si credeva (per lui la carriera professionistica nel calcio, lasciata per via di un infortunio) e scegliendone una nuova.
Oldani e
Romito hanno avuto due percorsi molto diversi tra loro, ma anche simili in molti sensi. Se infatti
Oldani è cresciuto professionalmente con la scuola alberghiera prima, e con grandi maestri dopo (
Marchesi,
Ducasse,
Hermé, solo per citarne alcuni),
Romito è invece un vero e proprio autodidatta. Ma anche lo chef del
Reale Casadonna ha scelto la strada della gastronomia abbandonandone un’altra, prendendo la gestione del ristorante aperto a Rivisondoli dal padre.

Niko Romito in posa con una parte degli studenti dell'Istituto Olmo
La storia che ne è seguita è stata raccontata, tappa per tappa, ai ragazzi dell’
Istituto da un
Romito pieno di voglia di condividere pensieri ed esperienze: dalle difficoltà superate nel 2005, quando il cuoco abruzzese ha iniziato a proporre una cucina diversa da quella della semplice trattoria, all’arrivo delle due stelle nel giro di due anni, nel 2006 e nel 2007. Per poi arrivare alle molte proposte seguite a questo improvviso successo: «Volevano portarmi via da Rivisondoli, in una grande città - ha raccontato - ma come facevo a lasciarmi alle spalle il luogo che mi aveva premiato, che mi aveva fatto diventare quello che ero?».
E poi ancora il trasloco a Castel di Sangro, il progetto della
Niko Romito Formazione, di
Spazio, del lavoro sulla proposta gastronomica negli ospedali come il
Cristo Re di Roma e il
Villa Betania di Napoli. I ragazzi dell’
Istituto pendevano letteralmente dalle sue labbra e si sono lanciati alla fine in un applauso scrosciante. In attesa del prossimo “Maestro” che arriverà all
’Istituto Olmo.