Francesco e Vincenzo Montaruli
Bignè soffiati e dorati, finferli, uva al vino rosso
Identità Golose Milano L'ingrediente segreto è il confronto
Talè , hotel e ristorante a Piedimonte Etneo (Catania), via Bellini 186, telefono +39.095.9516604
Talè è probabilmente la forma sincopata di Talìa che, nella lingua siciliana, vuol dire "guarda", esprimendo insieme stupore e ammirazione. L’etimo più accreditato sarebbe l’arabo talays, un sostantivo che indica un nascondiglio da cui si può spiare, guardare. Non sappiamo quanto filologicamente corretto, ma piace crederci, rimanderebbe, addirittura all’invasione araba della Sicilia (Ottocento) e alla fantastica ipotesi che, scorgendo le donne senza velo, i futuri dominatori abbiano esclamato: “talìa, seguito dalla forma contratta talè”. Libera e personale traduzione: “Guarda ‘ste svergognate qui. Parrebbe davvero un bel posto, ora ci fermiamo, portiamo le nostre palme, gli insegniamo a irrigare i terreni, a condizionare i palazzi, a frazionare il latifondo, a misurar le stelle, un po’ di filosofia e di matematica e, perché no, di alta gastronomia…
Tutto questo e molto altro può richiamare un nome e, dopo 1.200 anni, c’è un luogo, a Piedimonte Etneo, ai piedi del versante Nord-Est dell’Etna, che si chiama Talè.
E mai nome fu più appropriato perché ad andarci, in questo luogo, si è come sopraffatti dalla bellezza della natura, con l’Etna innevata o che fuma (o che fuma innevata, mica basta un dottorino, a toglierle il vizio) e il mare blu di Fiumefreddo e Riposto di fronte, che uno sarebbe in difficoltà se dovesse dire cosa sia più bello. Inoltre, questo luogo, chiamato Talè, è speciale perché non ha stuprato né la montagna né il mare. Ma è riuscito a inserirsi armonicamente nel mezzo e rappresenta una vittoria dell’uomo sulla natura. L’unica che si possa ottenere, nei confronti di un avversario impossibile da sconfiggere: appunto mimetizzandosi e confondendosi con esso…
La cucina di Torrisi esprime la stessa disinvoltura tra pietanze di mare e piatti di terra
Lo chef Peppe Torrisi e il maître Piero Pappalardo
Per non parlare dell’uso intelligente del tartufo degli Iblei – scorzone nella tartare di manzo, bianchetto nel risotto all’astice. E dello squisitissimo pane fatto in casa e declinato in tanti modi. Una tentazione cui non abbiamo saputo resistere e che ci ha impedito di darci dentro pure coi dolci. Cosa di cui ci rammarichiamo non poco, soprattutto perché qualche anno fa non sarebbe accaduto. Ma, che volete, pian piano, il tempo ci divora tutti. Anche per questo, dovremmo cercare di mangiar bene.
Produttore di vino e olio a Noto (Siracusa), è cacciatore, pescatore, fumatore e gli piace nuotare, leggere, viaggiare, mangiar bene e bere meglio
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose