23-06-2016

Spice chiude per... metropolitana

Previsti 88 mesi (!) di cantiere davanti al locale di Sukyas. Che getta la spugna e riparte da...

I lunghissimi lavori (88 mesi di cantiere davanti

I lunghissimi lavori (88 mesi di cantiere davanti al locale!) per la metropolitana 4 milanese costringono Misha Sukyas a chiudere il suo Spice, a soli 9 mesi dall'apertura. Per lui prestissimo dovrebbe però esserci un nuovo indirizzo, una chef's table all'interno di un importante hotel

Misha Sukyas, ma è vero che il tuo Spice chiude, dopo solo 9 mesi?
«Purtroppo è verissimo. Anzi, siamo già chiusi. Faremo solo una cena di commiato il 28 giugno».

Difficoltà economiche? Pochi clienti? Business plan errato?
«No. Metropolitana».

Si scherza per non piangere, ma la notizia tragicomica è questa: lo Spice, uno dei locali nati nei mesi di Expo, tira giù definitivamente le serrande stroncato da un cantiere. E che cantiere! Sono 88 (diconsi ottantotto) mesi di voragine prevista a tre metri dall’entrata. Prevista sì, ma non da Sukyas. «Il mio avvocato dice che non potevamo immaginarcelo. Eppure penso sia stata anche una mia ingenuità: avrei dovuto forse controllare da qualche parte, magari chiedere in Comune se quel bel giardino che ho (avevo?) davanti allo Spice, dove era anche il mio dehors, fosse interessato ai lavori», che poi sono quelli della nuova metropolitana 4, la blu, superata ormai dalla 5 già in funzione da mesi ma che lentamente sta prendendo il largo.

Sukyas col suo sous Matteo Simonato

Sukyas col suo sous Matteo Simonato

Il tragitto previsto va dalla stazione di S. Cristoforo a Ovest all’aeroporto di Linate a Est, passando per il centro: fermate a Parco Solari, S. Ambrogio, De Amicis e… piazza Vetra, due passi dallo Spice che è in via Edmondo de Amicis al 4. Cantiere già aperto, «ho avuto davanti per alcuni giorni una scavatrice che manco per i pozzi petroliferi in Texas e i muratori che facevano lo spogliarello per cambiarsi d’abito due volte al giorno», sorride Misha a denti stretti.

Ma non si poteva resistere, resistere, resistere?
«Ottantotto mesi sono tanti, ed è la migliore delle ipotesi, la tempistica programmata, poi si sa come vanno le cose in Italia… Una settimana dopo l’avvio ufficiale del cantiere avevo già registrato un crollo della clientela del 70-75%. Persone che magari venivano da noi 2 o 3 volte alla settimana».

Traditori!
«No, li capisco. Rumori, lavori, disagi… A due passi trovano invece una piazza silenziosa, ristoranti, un giardino. La nostra entrata non si vede nemmeno più dalla strada, nascosta da una specie di cubo coperto di teli verdi. Il cantiere adesso è sospeso, riprende a settembre, ma intanto mi hanno impedito di riaprire il dehors per ragioni di sicurezza».

Che lavori faranno?
«Ho chiamato in Comune, avevo tre dubbi. Alla fine della telefonata di dubbi ne avevo dieci. Non lo sanno neanche loro: qualcuno mi dice che l’area serve come deposito dei detriti, altri che faranno le griglie di aspirazione del metrò, altri ancora che è prevista una sistemazione con panchine di marmo… Probabilmente sono tutte e tre le cose assieme. Comunque sia, non si poteva andare avanti».

Possibile che nessuno sapesse?
«Chi mi ha affittato lo spazio abita nello stesso palazzo e ha un ristorante dietro l’angolo. Ma non mi ha detto nulla».

Così getti la spugna…
«Che dovevo fare, riempirmi di debiti? Non sarebbe stato serio nei confronti dei dipendenti, dei fornitori. “Capisco le ragioni del cuore, ma pensa da imprenditore”, mi ha consigliato il commercialista. Giusto, anche se allo Spice ero affezionato».

E quindi che farai?
«Riparto subito, non mi fermo di sicuro. Non vorrei cantare vittoria troppo presto perché mancano ancora le firme, ma l’idea è di aprire un nuovo concept all’interno di un importante hotel: solo un tavolo da 12 persone, menu a prezzo fisso, 75 euro bevande incluse. Pensavo da anni a una cosa del genere, questa è l’occasione per realizzarla».

I tempi?
«Se tutto va bene, si apre subito dopo la serata d’addio allo Spice. Certo, luglio non è il mese migliore per l’esordio, diciamo che scalderemo un poco i motori».

Come si chiamerà?
«Non lo so. Non certo Spice».

Sicuro che anche lì non verranno avviati cantieri?
«Spero proprio di no, siamo all’interno di un albergo!».


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Carlo Passera

classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera

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