05-04-2020
Per Capolavori italiani in cucina un pokerissimo di chef di alta classe. Al centro Aimo e Nadia Moroni, a sinistra Fabio Pisani e a destra Alessandro Negrini, la cucina del Luogo di Aimo e Nadia a Milano è da alcuni anni sotto la loro responsabilità
Quando siete dal fruttivendolo no, ma se state parlando di grandi piatti, di gola e di preparazioni di alta e duratura qualità se pronunciate la parola cipollotto non vi possono essere dubbi: ci si riferisce al piatto simbolo di Aimo Moroni, chef arrivato a Milano nell’immediato secondo dopoguerra. E per immediato si deve intendere un ragazzino che, nato nel 1934 a Pescia in provincia di Pistoia, arrivò nel capoluogo lombardo nel 1946. Facile calcolare l’età: 12 anni.
Aimo e sua moglie Nadia aprirono il loro locale nel 1962 in via Montecuccoli, periferia ovest, strade allora ancora sterrate e cascine. Non avevano nemmeno un nome preciso da dargli e così sopra l’ingresso si limitarono a segnare Trattoria Toscana. Poi ecco apparire Aimo e Nadia che una ventina di anni fa sarebbe divenuto Il luogo di Aimo e Nadia. Questo per allargare i confini e includervi, oltre alla figlia Stefania, i nuovi chef: Fabio Pisani, pugliese, e Alessandro Negrini, valtellinese.
Ma la carica arriva anche dai dettagli, ad esempio dal sapere che il cipollotto è in carta da lustri e lustri. Negrini: «E’ lì dal 1965, da oltre messo secolo e noi lo viviamo in maniera contemporanea col rispetto che si deve a un piatto che tra cent’anni sarà universale come oggi la Carbonara».
Ha aggiunto Alessandro: «E ce n’è anche un secondo, spunto di molte diatribe: il pomodoro. Aimo, che lo lavora magistralmente, all’inizio non lo metteva, poi lo ha aggiunto per poi toglierlo di nuovo perché pensava togliesse naturalezza all’insieme. Ora noi ne usiamo un accenno, pochissimo perché non tocchi l’equilibrio della preparazione».
Paolo Marchi e il leggendario cipollotto di Aimo
La difficoltà nel fare a casa questo capolavoro è tutta racchiusa nella fatica che si incontra nel coccolare il cipollotto in padella, si fatica a essere pazienti e attenti. Qui la ricetta completa, qui invece la puntata per chi avesse piacere di vederla.
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A cura della redazione di Identità Golose