07-11-2014

La qualità in quantità

Paolo Marchi ha presentato a Milano il suo libro XXL, "90% storia di uomini, 10% di ingredienti"

Sala gremita di cuochi, colleghi e curiosi ieri se

Sala gremita di cuochi, colleghi e curiosi ieri sera da Eataly Smeraldo per la presentazione del libro di Paolo Marchi, XXL, I piatti che hanno allargato la mia vita (Mondadori, 16,90 euro). Con l'autore, sul palco, il collega di mille scorribande Roberto Perrone e il patron di Eataly Oscar Farinetti

Domanda: possiamo dividere un piatto? Risposta: a tuo rischio e pericolo. Così si presenta al mondo XXL, sottotitolo I piatti che hanno allargato la mia vita (Mondadori), libro che Paolo Marchi ha prima vissuto e poi scritto, come fosse un'autobiografia del blu di Prussia in salsa tonnata. Racconti e ricette lungo un percorso colorato di esistenza, all'inseguimento del piatto perfetto come un Indiana Jones con la forchetta nel taschino.

"La mia è una vita golosa e la tua?". La domanda aleggia nella sala congressi (strapiena) di Eataly-Smeraldo a Milano, dove XXL evoca aneddoti e sapori, libera ricordi e promette sorrisi. Sul palco con l'autore, il padrone di casa Oscar Farinetti e un intervistatore eccezionale come Roberto Perrone, giornalista del Corriere della Sera, anch'egli orgogliosamente xxl non solo nel senso della taglia, ma della curiosità, della voglia di sperimentare, dell'orizzonte esistenziale. Tutto seguendo la regola di Messegué: "Un buon stufato mangiato con gli amici è più dietetico di una triste minestra di porri consumata da soli".

Da sinistra, Annalisa Cavaleri, giornalista coautrice dei testi del libro, Paolo Marchi, il collega Roberto Perrone e Oscar Farinetti

Da sinistra, Annalisa Cavaleri, giornalista coautrice dei testi del libro, Paolo Marchi, il collega Roberto Perrone e Oscar Farinetti

Bando alle filosofie, qui si apparecchia. La loro è una storia parallela, partita col giornalismo sportivo e approdata a tavola con una naturalezza disarmante. Non c'era trasferta della Juventus o dell'Inter, non c'era mondiale di calcio, non c'era gara di sci (Marchi) o torneo di tennis (Perrone) in cui prima o poi non si materializzasse ristorante da esplorare, menu da compulsare, antipasto da assaggiare. Due fuoriclasse.

Quello di Marchi è un percorso lineare e schietto nel solco di un connubio professionale fra sport e cibo inaugurato da Gianni Brera. E poi Mura, e poi loro. Paolo è partito dalla redazione sportiva del Giornale, ha recensito nel mio immaginario tutti i ristoranti del mondo di cui valesse la pena scrivere qualcosa, ha inventato Identità Golose ed è approdato qui, a XXL e agli applausi, ai sorrisi di una presentazione in 3D (possibilmente tre dolci). "Per un critico conta la taglia della curiosità, non del vestito", "Noi siamo per la qualità in quantità". Ecco le due parole d'ordine che mettono di buonumore una platea eterogenea, fra amici, curiosi, bon vivants e cuochi stellati come Carlo Cracco, Vittorio Fusari, Massimo MilanDavide Oldani, Pietro Leemann, Ezio Santin, Antonio SantiniDavide Scabin.

In platea, da sinistra, Pietro Leemann, chef di Joia a Milano, Roberto Restelli, già curatore dell'edizione italiana della Guida Michelin. Davanti, si riconoscono Paola Jovinelli e Claudio Ceroni di Magenta Bureau e Luisa Acciarri, moglie di Paolo Marchi

In platea, da sinistra, Pietro Leemann, chef di Joia a Milano, Roberto Restelli, già curatore dell'edizione italiana della Guida Michelin. Davanti, si riconoscono Paola Jovinelli e Claudio Ceroni di Magenta Bureau e Luisa Acciarri, moglie di Paolo Marchi

Curiosità e qualità, parola di testimone, sempre pronto a rispondere alla convocazione di Marchi quando c'è da esplorare una nuova cucina o un piatto a colori. Luoghi e ricette e curiosità. L'orso che faceva volare i ravioli, il bollito che non va bollito, la Sicilia del Sultano, ma anche il migliore e il peggiore pranzo della sua vita. E poi la sfida alla Sacrestia di Napoli con un collega giornalista per il pranzo assoluto, vinta con un colpo di scena che sa di aglio, olio e peperoncino.

"XXL è 90% storia di uomini e di vita, e 10% di ingredienti" sintetizza Farinetti dando la ricetta ideale del racconto. La stessa che utilizzò Aldo Buzzi sessant'anni fa per il suo immortale "Uovo alla Kok". Si potrebbe continuare ad ascoltare Marchi, Perrone e Farinetti fino a notte fonda, ma arriva la polenta di Viviana Varese con il formaggio del Piccolo Brite di Cortina. Sbandamento collettivo, acquolina. Così, mentre il pubblico si mette in fila col piatto, Marchi firma le copie con giudiziosa attenzione. E Perrone saluta, sbilanciandosi verso la naturale evoluzione di una serata a Eataly. La spesa.


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a cura di

Giorgio Gandola

giornalista. Direttore de L'Eco di Bergamo, già inviato de Il Giornale. Nella vita si è occupato di tutto. Dalla politica allo sport, agli spettacoli. Ha la speranza d'essere un eclettico e il terrore d'essere un generico

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