28-02-2014

101 istantanee di Identità Dieci/3

I momenti più emozionanti del congresso, raccontati da chi l'ha vissuto (terza parte)

Altra lezione che ha colpito molto il pubblico, qu

Altra lezione che ha colpito molto il pubblico, quella del peruviano Gastón Acurio, un omaggio a campesinos e pescatori (foto Brambilla/Serrani)

Abbiamo chiesto a chi era presente alla decima edizione di Identità Milano di ricordare in una frase il momento che è rimasto più impresso nella 3 giorni. Poteva essere qualsiasi cosa: una lezione, un incontro, una frase, un piatto. Ne è venuto fuori un mosaico di oltre 100 istantanee che pubblichiamo volentieri in 4 puntate. Ecco la terza.

Il mio ricordo più vivo di Identità 2014 mi fa viaggiare indietro nel tempo. Davanti alle foto della prima edizione, lì nella galleria d’ingresso al piano terra del centro congressi, ho pensato a quanto tutto nel 2004 era chiaro nella mia mente ma anche fragile nel procedere passo dopo passo. Decisivo l'incontro con Claudio Ceroni, ma anche decisiva una certezza: i cuochi italiani sarebbero diventati di lì a pochi anni delle stelle nel firmamento mondiale. E la storia continua
(Paolo Marchi, Identità Golose)

La carica nella voce e nelle ricette di Giovanni Passerini: oltre la bistronomia, un altro cavallo di razza nella scuderia della giovane cucina italiana
(Alessandra Meldolesi, Touring)

L'intervento di Acurio e l'idea che partendo dalle cucine di un ristorante si può cambiare il mondo
(Daniele Miccione, Gazza Golosa)

Sveglia all'alba, arrivi in fiera, prendi l'ascensore e senti il profumo di Identità, un profumo che ho stampato nel cervello. Poi giri l'angolo e Corrado Assenza che ti abbraccia con il suo sorriso. Infine esci dalle cucine-acquario e sei spazzato via dal flusso delle persone
(Christian Milone, Gastronavicella della Trattoria Zappatori a Pinerolo, Torino)

Quel profumo della brioche e della "pizzetta del bar" di Corrado Assenza: altro che "assenza", la Sicilia torna prepotentemente in tutta la sua "presenza"
(Mari Mollica, Leiweb)

Vedere Alessandro (Negrini, ndr) e Fabio (Pisani) sul palco a tradurre in chiave moderna la mia filosofia. Una continuità di pensiero che mi rende felice
(Aimo Moroni, Aimo e Nadia)

Io ormai aspetto Identità come si aspetta il Natale, ma non tanto per il Natale, ma per Babbo Natale. Che per me è Corrado Assenza. Ci porta sempre in dono l'umiltà e la grande professionalità, due cose rare da trovare nella stessa persona
(Alessandro Negrini, Aimo e Nadia)

Massimiliano Alajmo, un omaggio a Pierangelini e una lezione che parte dal grembo materno

Massimiliano Alajmo, un omaggio a Pierangelini e una lezione che parte dal grembo materno

La pasta alla bagnacauda di Davide Scabin e le lezioni dei cuochi tailandesi
(Beniamino Nespor ed Eugenio Roncoroni, Al Mercato)

I filmati che Elisia Menduni ha realizzato (a tempo di record) per la lezione di Niko Romito. Piccoli capolavori
(Bob Noto, fotografo)

L'incontro con Massimiliano Alajmo. Io gli parlavo del mio spacciatore di vesciche. Lui mi ha fatto assaggiare la meringa di mela, un assaggio strabiliante, una bocca perfetta
(Davide Oldani, D'O a Cornaredo, Milano)

L'orgoglio di appartenenza di tutti, l'essere fieri di essere lì e del nostro mestiere di cucina, perché chi si sente veramente cuoco ama profondamente quello che fa
(Simone Padoan, I Tigli a San Bonifacio, Verona)

Io e Giuseppe Di Martino che ci schiantiamo contro un cuore a misura d'uomo. Quello di Corrado Assenza, che ci regala una ciotolina. Ci ho trovato la felicità di tornare bambino. Come disse il grande Dalla: «L'impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale»
(Giuseppe Palmieri, Osteria Francescana)

I più giovani - i Milone, i Costardi, i Fusto... - che citano vecchie lezioni dei maestri, i Bottura, gli Alajmo... Ossia: dieci edizioni non sono passate invano, il sapere si è diffuso. Come dice Marchi, gli chef sono passati dal dire "io" al dire "noi"
(Carlo Passera, Identità Golose)

Incontrare tanti vecchi amici: Alfonso Isinelli, Lorenza Fumelli, la gang di Erba Brusca/Ratanà e soprattutto la persona che più ha creduto in me in tempi non sospetti, quando ero un giovine alle prime armi: Gloria Gravina, ex patronne di Uno e Bino, accompagnata da Valerio Capriotti, suo marito nonché sommelier di Uno e Bino ai tempi d'oro
(Giovanni Passerini, Rino a Parigi)

Il valenciano Quique Dacosta, autore di due lezioni, entrambe seguitissime

Il valenciano Quique Dacosta, autore di due lezioni, entrambe seguitissime

Il nuovo look di Quique Dacosta. La sua consueta classe. E la sua ostrica essenziale
(Emilia Patruno, Identità Golose)

Lo smarrimento davanti ai tanti partecipanti al mio laboratorio e poi gli sguardi: da quello soddisfatto ed emozionato di mio figlio Stefano, al momento del suo primo impasto lavorato a mano davanti a una platea così attenta; dagli sguardi di chi cercava di assistere attraverso i vetri della sala a quelli intensi e appassionati dei ragazzi del Centro Diurno Disabili di Cologno Monzese
(Franco Pepe, Pepe in Grani a Caiazzo, Caserta)

Il trittico dei Damini & Affini, allo stand Molino Quaglia, con i vini di Contadi Castaldi. Non me ne volevo più andare
(Roberto Perrone, Corriere della Sera)

L'omaggio a Pierangelini, perché io sono cresciuto gastronomicamente con lui. È stato il mio punto di riferimento sulla cucina, dal 1993. E quel momento, insieme a Bottura, altro cuoco a cui sono molto legato, mi ha emozionato
(Nicola Perullo, Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo)

La domanda di Bottura: «Chi sei?» Con le ragazze della Francescana che hanno risposto facendo un piatto interessante. Avrebbero meritato ciascuna uno spazio a parte
(Andrea Petrini, The Gelinaz)

L'emozione degli organizzatori dopo la sorpresa di Gianluca Fusto, gli sguardi e la freschezza di una squadra che dopo dieci anni non mostra segni di stanchezza
(Roberto Petza, S'Apposentu a Siddi in Sardegna)

Elvio Gorelli, armato di sorriso e telecamera. La foto che mi ha scattato Paolo Marchi (gira su Facebook). La Racinelli dietro le quinte su un tavolo che ripassa con me la lezione. Il buongiorno di Renato Bosco e il suo panettone vegano...
(Roberta Pezzella, La Pergola, Roma)

Dylan Jones e Bo Songvisava del ristorante Bo.lan di Bangkok, sostenibilità in salsa Slow Food

Dylan Jones e Bo Songvisava del ristorante Bo.lan di Bangkok, sostenibilità in salsa Slow Food

Bottura che faceva le prove della voce, come i tenori. Difatti IG per noi è Sanremo. Lui di un altro pianeta. Quando lo vedo capisco che c'è ancora molto da lavorare, e questo mi piace. Significa che devo crescere e che questo mestiere non morirà mai
(Alessandro Pipero, Pipero al Rex, Roma)

Essere nella giuria del Taglio Sartoriale di Grana Padano. Sono rimasto colpito da quanto il mondo sia interessato al progetto
(Fabio Pisani, Aimo e Nadia)

La battuta della simpatica chef di Bangkok Bo Songvisava: “Il peperoncino insegna a gestire la rabbia”. Una punzecchiatura verso il marito e compagno di lavoro Dylan Jones, in un’intesa giocosa e perfetta. Il peperoncino funziona!
(Raffaella Prandi, giornalista)

Martedì mattina ero ancora stanca e frastornata ma ho finalmente potuto godere del clima della fiera: una piacevolissima colazione con Francesca Barberini allo stand del Molino Quaglia. Ho goduto del cibo, dei colori e della compagnia
(Federica Racinelli, bakery R&D e docente)

3. segue

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a cura di

Identità Golose