S'indossa il casco protettivo per entrare nella sede di Identità Milano di via Romagnosi 3, primo hub internazionale della gastronomia: il cantiere è ancora aperto, «prevediamo di terminare i lavori entro metà luglio», annunciano Paolo Marchi e Claudio Ceroni, fondatori di Identità Golose, presentando a un gruppo ristretto di giornalisti quella che sarà la nuova "casa degli chef" meneghina. Tempi record di realizzazione, i muratori sono entrati per la prima volta attorno a Natale nei locali che ospitavano la Fondazione Feltrinelli, se le cose stanno andando per il meglio è «merito dell'architetto Egidio Tordera, progettista responsabile dell'opera di riqualificazione», come già lo era stato della struttura d'Identità Expo.

Si entra nel cantiere. Coi caschetti protettivi (foto Nadia Afragola)

Marchi e Ceroni di fronte alla planimetria
Il parallelo tra le due esperienze - quella durante l'
Esposizione Universale chiusasi nell'ottobre 2015 e questa, inedita, che esordirà il prossimo 18 settembre - è d'altra parte naturale. Lo richiamano
Marchi e
Ceroni: «Durante i sei mesi di
Expo oltre 50mila persone hanno mangiato i piatti degli chef che erano nostri ospiti. Abbiamo commissionato una ricerca, dalla quale si evince che circa il 60% di quelle persone non si era mai avvicinato all'alta cucina, a un locale stellato». Corollario: «
Identità Milano vuole fornire un'esperienza gastronomica di qualità e in grado di motivare un pubblico più vasto del solito, spesso al di fuori dal circuito gourmet, a provare poi l'esperienza piena nei ristoranti degli chef che via via si avvicenderanno - uno diverso ogni settimana, dal mercoledì al sabato, sempre a cena - in via Romagnosi 3».

Ceroni spiega, Marchi e Tordera osservano
Sottolinea
Marchi: «Sappiamo bene come il maggior disincentivo alla frequentazione dell'alta ristorazione, per molti, sia lo spauracchio del prezzo del vino». Così non sarà a
Identità Milano, sottolinea
Ceroni: «Replicheremo la formula già sperimentata con enorme successo a
Expo: menu di quattro portate (più stuzzichi vari) a 75 euro, vini compresi». E tutti possono così stare tranquilli.

Lo splendido soffitto ovale dal quale filtra la luce che illumina la grande sala eventi
Vini? Non solo vini. Uno degli spazi che caratterizzerà
Identità Milano sarà occupato da un grande bancone cocktail, gli abbinamenti verranno insomma pensati anche dal bartender perché la mixology è la frontiera e la nuova struttura vuole porsi all'avanguardia. Anche in campo tecnologico. «Stiamo sperimentando varie soluzioni - sono ancora
Marchi e
Ceroni a parlare - Avremo, ad esempio, uno schermo dedicato alla "cantina virtuale", che consentirà di accedere a tutte le informazioni necessarie prima della scelta della bottiglia. In generale, saremo banco di prova, faremo largo uso di nuovi ritrovati per il settore ristorativo, spesso fin troppo conservatore».

Andrea Ribaldone sarà il coordinatore della brigata

Qui ci sarà lo spazio per l'accoglienza e la ristorazione

Il cortile interno col glicine centenario
Proprio questo taglio innovativo, che farà di
Identità Milano una vera e propria vetrina sul mondo dell'enogastronomia, ha stimolato grandi brand a farsi partner dell'iniziativa. Ci sarà modo di approfondire questi aspetti, di certo «il sostegno è andato oltre le più rosee aspettative» evidenzia
Ceroni, che cita per ora solo alcuni nomi di gran prestigio: gli arredi di
Giulio Cappellini, le luci di
Davide Groppi, le cucine
Berto's.

Ribaldone indica dove saranno le cucine
Queste ultime saranno il regno dello chef ospite nelle cene dal mercoledì al sabato, come detto. E se a pranzo saranno sempre protagonisti pasta, pizza e lievitati, con menu adatto a una pausa anche veloce, nelle serate di lunedì e martedì, invece, spazio a un tema gastronomico specifico («Il tartufo, i funghi, i piatti delle feste, la zuppa di pesce, il bollito misto, e così via», esemplificava
Paolo Marchi lunedì scorso, leggi
Mancano 100 giorni a Identità Milano, l'hub internazionale della gastronomia) a cura della brigata fissa coordinata da
Andrea Ribaldone e che vedrà come resident
Alessandro Rinaldi, giovane irpino classe 1989, a lungo con
Agostino Iacobucci, poi nel team di "
Riba" già al
Super G di Courmayeur e attualmente al
Lino di Pavia, a scaldare i motori.

L'architetto Egidio Tordera, che ha curato il progetto, con Claudio Ceroni

L'ingresso in via Romagnosi 3
Ma attenzione.
Identità Milano, primo hub internazionale della gastronomia, sarà spazio dedicato alla cultura e conoscenza della cucina d'autore, ma molto altro ancora: centro polifunzionale, sala didattica e di formazione. E ancora: teatro del gusto. Casa dei cuochi. «Noi non vogliamo essere confusi con un ristorante. Noi produciamo comunicazione: e ogni chef ospite sarà qui per incontri con la stampa, interviste, servizi fotografici e filmati». Insomma, vetrina della nostra cucina, finestra su quella degli altri Paesi. Proprio questa vocazione all'internazionalità è stata rimarcata da
Marchi e
Ceroni mentre accompagnavano i giornalisti prima nella splendida grande sala centrale, illuminata naturalmente dalla luce che filtra da una cupola fitta di oblò di vetrocemento, il cui disegno quasi ipnotico è riprodotto nel logo dell'iniziativa; poi, di sala in sala fino al cortile interno, ombreggiato da un glicine centenario, che diventerà pergola bioclimatica capace di accogliere 40-50 coperti, tutto l'anno.

La vecchia targa della Fondazione Feltrinelli. Presto sarà sostituita da quella di Identità Milano, primo hub internazionale della gastronomia
«Il turn over di chef sarà una bella novità per Milano, città che alle novità è vocata e che si merita un'iniziativa come quella che ci accingiamo a intraprendere. Qui il nuovo è ben accolto, purché fatto bene». Eccoci. Prima del commiato,
Ceroni si lascia scappare un'ultima anticipazione: «Avvieremo un fruttifero rapporto di collaborazione con il
Mandarin Oriental Hotel», che si trova a poco più di 100 metri. Non sarà solo buon vicinato, perché qualità chiama qualità.