13-01-2018

Gert e Joachim, ritirarsi da vincenti

De Mangeleer e Boudens chiudono l'Hertog Jan: «Vogliamo andare a prendere i figli a scuola». I casi Grace e Maria Marte

Gert de Mangeleer, chef del ristorante tre stelle

Gert de Mangeleer, chef del ristorante tre stelle Hertog Jan vicino Brugge in Belgio, ritratto a Londra in versione unplugged, al naturale, foto tratta dal suo sito. Gert e il suo socio Joachim Boudens hanno annunciato che chiuderanno il prossimo mese di dicembre. L'ultimo servizio sarà il giorno 22

Chiamatelo come volete, ansia piuttosto che stress da prestazione, ma anche il desiderio di nuove orizzonti e nuove sfide, anche il desiderio di tirare il fiato, scalare un paio di marce e camminare spediti senza più correre come disperati da mattina a sera, certo che in meno di un mese hanno alzato bandiera bianca due insegne a tre stelle, la prima negli Stati Uniti e la seconda in Belgio.

Il 20 dicembre a Chicago, lo chef Curtis Duffy e il general manager Michael Muser hanno lasciato Grace, da loro lanciato un lustro prima, e il locale ha chiuso. Adesso Gert de Mangeleer e Joachim Boudens annunciano che a fine anno nuovo, dicembre 2018, chiuderanno quell’Hertog Jan che solo da pochi anni avevano trasferito dalla vecchia sede a ridosso di Brugge in campagna a Zedelgem. Abbiamo ancora un anno per tornare ad accomodarci a una delle tavole più intelligenti, varie e geniali dell’Europa intera.

Michael Muser e Curtis Duffy, rispettivamente manager e chef di Grace a Chicago, locale chiuso a dicembre 2017, nello scatto di Jason Little

Michael Muser e Curtis Duffy, rispettivamente manager e chef di Grace a Chicago, locale chiuso a dicembre 2017, nello scatto di Jason Little

Va aggiornato il pallottoliere della Michelin. In attesa che esca la guida 2018 anche in Francia, lancio che per tradizione chiude la stagione delle presentazioni della Rossa, i tre stelle scendono a 115 con Chicago che ora ne vanta uno solo, l’Alinea di Grant Achatz, e il Belgio che il prossimo inverno ne vanterà anch’esso uno appena, l’Hof van Cleve, chef Peter Goossens.

Su un totale di 3116 stellati nel pianeta intero (3115 togliendo Grace), 2054 sono in Europa dei quali 356 in Italia. Il dato che mi impressiona di più non sono però due super premiati che tirano il freno e parcheggiano se stessi in attesa di nuovi stimoli. Trovo incredibile che le donne chef con una o più stelle siano 138 appena (111 in Europa, 45 in Italia), nemmeno il 5 per cento. E martedì 16

Maria Marte, chef stellata dominicana

Maria Marte, chef stellata dominicana

gennaio saranno 137 perché la domicana Maria Marte lascerà El Club Allard di Madrid per dedicarsi, a quanto pare, a progetti ristorativi nel sociale. Classe 1976, Maria vi era entrata nel 2003 come lavapiatti, ne esce quindi anni dopo lasciando in eredità due stelle.

Duffy e Muser avevano bruciato le tappe. Aperto Grace nel dicembre 2012, ne hanno decretato la fine meno di un mese fa. I due avevano provato a rilevarlo dalla proprietà ma senza successo, da qui il rompete le righe. In un comunicato hanno ricordato di avere spinto al massimo loro stessi e chi lavorava con loro in una continua emulazione a fare meglio, a non mollare mai fino a quando hanno dovuto prendere atto che «i nostri obiettivi e le nostre aspirazioni non erano più in linea con il ristorante e il suo futuro». In attesa di aprire il loro secondo ristorante, penseranno alle loro famiglie.

Il fermo immagine dell'annuncio che il 22 dicembre 2018 il ristorante Hertog Jan chiuderà per sempre

Il fermo immagine dell'annuncio che il 22 dicembre 2018 il ristorante Hertog Jan chiuderà per sempre

Anche Gert de Mangeleer e Joachim Boudens inseguono una vita meno stressata, scandita dai piccoli piaceri che la vita può riservare quotidianamente a chi li cerca e non li rifiuta immolandosi sull’altare della carriera. Il loro sarà un addio morbido perché hanno ancora un anno di Hertog Jan davanti. L’ultimo servizio sarà infatti la sera del 22 dicembre 2018, tredici anni dopo l’apertura.

Hanno detto e scritto i due in coro: «Da allora, noi e la nostra brigata, abbiamo costantemente spinto al massimo per portare il locale sempre più in alto. All’inizio il nostro sogno era conquistare una stella, poi arrivare su su fino alla terza. Quindi farci conoscere da tutti anche lontano da casa e quando ci siamo riusciti ci siamo detti che l’obiettivo seguente era chiudere da vincenti. Adesso vorremmo semplicemente goderci le piccole cose di ogni giorno: raccogliere i bambini da scuola, gustare senza ansia un pasto in famiglia, un po’ più di tempo per giocare a tennis. In pratica, desideriamo lavorare in modo diverso».

Strepitosi, da appalusi a scena aperta. Pochi sanno ritirarsi quando nessuno se lo aspetta, da numeri uno. In fondo Gert e Joachim qualche indizio lo avevano lasciato e bene in vista. Al momento di ricavare un bistrot, di stampo spagnolo, nella vecchia struttura stellata avevano deciso di chiamarlo L.E.S.S., con ogni singola lettera maiuscola e con il punto a seguire. Less, meno in lingua inglese, meno stress, meno menate, meno velocità. Però scritto in quel modo è l’acronimo di Love. Eat. Share. Smile. Due fuoriclasse. Il fattore umano al suo massimo.


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Gli appuntamenti da non perdere e tutto ciò che è attuale nel pianeta gola

a cura di

Paolo Marchi

nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
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