…e a un certo punto Claudio Ceroni e Paolo Marchi si mettono a elencare anche solo una parte delle iniziative, vecchie e molte nuove, di Identità Golose per il 2017, e sostanzialmente non la finiscono più. A scuola ci dicevano di non iniziare mai un tema con le “e”, ma Identità rompe gli schemi. E’ successo anche l’anno scorso, con il passaggio totale della Guida 2016 sul web: e sembra già una cosa vecchia, altre frontiere attendono. Ma è (era) comunque una idea nuova e così un anno dopo, alla presentazione dell’edizione 2017 conclusasi qualche ora fa al Magna Pars Suites di Milano, non potevano mancare i bilanci, lusinghieri. Dice Marchi: «Ci sentiamo come quelli che un secolo fa trasformarono per primi le loro stazioni di posta in garage e pompe di benzina. Cavalli e carrozze non sarebbero spariti in un paio di stagioni, ma era evidente dove fosse il futuro», ovvero «digitali e felici».
Buona la prima, insomma. E anche questa seconda, del 2017, riassunta qui del suo caporedattore Gabriele Zanatta in numeri e premi. E, per dire il bello del nuovo e dell’online, prima Ceroni annuncia «i ristoranti recensiti quest’anno sono 786, 80 in più del 2016», dei quali 241 nel mondo, in 36 Paesi, grazie a un centinaio di collaboratori in tutto il globo. Poi a Zanatta tocca rettificare, dal palco: «No, sono 785, perché uno ha appena chiuso (LadyBu di Milano) e l’abbiamo cancellato». Il che corrisponderebbe più o meno a contattare tutti gli acquirenti rimasti delle guide cartacee e far loro strappare una pagina. Più comoda Identità, insomma.

A Matteo Baronetto il premio come Miglior chef
E allora, bella la scena del
Magna Pars, luci a parte. Mezzo mondo del
food in platea, sul palco il volto sorridente di
Lisa Casali che dà la parola per primo a
Ceroni, gran patron di
MagentaBureau, ossia il braccio imprenditoriale di
Identità: «La scelta del digitale è stata un grande successo: sembrava un atto pioneristico, in realtà siamo semplicemente usciti dai limiti del cartaceo, abbiamo allargato enormemente la platea degli utenti e possiamo aggiornare costantemente il nostro lavoro. E rivendichiamo questa primazia, come altre che abbiamo accumulato negli anni: siamo stati anche i primi a proporre una guida al meglio del meglio, i primi a valorizzare con costanza i giovani, cosa che oggi è molto di moda, ma quando questi sono già diventati protagonisti» (inciso: poco più oltre
Marchi commenterà: «Il nostro compito è anche scommettere sui talenti in erba. Così segnaliamo le cose spesso molto prima di altri»).
Ed ecco l’annunciato elenco degli eventi 2017, che per brevità sintetizziamo: «Abbiamo appena celebrato la nostra consueta collaborazione con Opera San Francesco, ma abbiamo in mente altre iniziative sociali, per noi un impegno crescente: ci sarà il 27 novembre Aggiungi un posto a tavola, un progetto insieme al Centro Clinico Nemo per la lotta alle malattie neuromuscolari. E’ appena terminata anche Storie di gusto e di passione, con Coincasa e Cargo etc., coi quali abbiamo girato l’Italia in compagnia di grandi chef. Tornerà ovviamente il Premio Birra Moretti Grand Cru, l’edizione 2016 si è chiusa il 7 novembre con la consueta valorizzazione dei giovani cuochi. Il 2017 sarà poi caratterizzato dal nostro sostegno all’attività di East Lombardy, un’idea che abbiamo sposato perché innovativa».
Ci saranno i consueti appuntamenti coi congressi: quello di Milano ovviamente, sul quale torneremo, sarà il 4-6 marzo. A ottobre torna invece
Identità Future, il format all’interno di
Host che consente uno sguardo sulle nuove tecnologie in cucina. All’estero ci saranno
Identità Chicago e
Identità New York, cui si aggiungerà per la prima volta
Identità Boston. Tutta nuova anche la collaborazione con
The Fork, il grande sito di prenotazioni, «che ci consentirà – è ancora
Ceroni a parlare – di estendere a livello nazionale l’esperienza de
Le Tavole di Identità Golose».
L’elenco potrebbe proseguire, ma è tempo di dare la parola a Paolo Marchi. Con un amarcord: «Decima edizione della Guida, tanti i nomi che abbiamo premiato», e sullo schermo scorrono i volti di Redzepi e Palmieri, Sultano e i Costardi, Crippa e Alija, Aliberti e Pisani-Negrini, la Varese e Romito («All’epoca non aveva neppure una stella»), Lopriore e Tokuyoshi, Bartolini e la Klugmann». Marchi interrompe la narrazione dando la parola alle istituzioni, in questo caso all’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Gianni Fava: «Milano con Identità Golose è la capitale del gusto in Italia, per questo saremo partner del congresso meneghino. Siamo la più grande regione europea nel settore agroalimentare, produciamo eccellenze, quindi ci fa piacere che Identità Milano dia loro voce e che le metta in contatto coi grandi chef» Sul palco sale Zanatta ricordando che quest’anno il “racconto delle città” Storie di Gola è affidato a penne tutte femminili: Milano di Sandra Ciciriello e Viviana Varese, East Lombardy di Annalisa Cavaleri, Lucca di Anna Morelli, Roma di Laura Mantovano, Napoli di Barbara Guerra, Bari di Sonia Gioia, Parigi diAlessandra Pierini, Londra di Luciana Bianchi, Tel Aviv di Fabiana Magrì, Kiev diMarina Mayevska, Chicago di Sarah Grueneberg, San Francisco di Camilla Baresani, Lima di Sara Porro e Manila di Margarita Forés.

I premiati siglano con le loro impronte digitali l'attestato
Foto di rito e riprende
Marchi, parte la girandola dei premi (vedi la fotogallery di
Francesca Brambilla e
Serena Serrani) e salgono poi sul palco
Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, e la professoressa
Roberta Garibaldi per spiegare
East Lombardy, «un grande lavoro di squadra: 10 partner di progetto, 80 stakeholder, oltre 200 operatori che hanno già aderito. Abbiamo una rete di grandi ristoranti che diventeranno ambasciatori della Lombardia Orientale e dei suoi prodotti in tutta Europa». Con un obiettivo di fondo: integrare l’offerta turistica con quella enogastronomica e promuovere la sensibilità. I due premiano
Ryan King come
Miglior food writer.
Suspance finale per saperne di più sul congresso di marzo. Marchi rompe gli indugi: «Il tema sarà La forza della libertà, come lo scorso anno, ma integrato da un concetto: Il viaggio. In fondo la cucina è una somma di viaggi, di scambi». Il piatto simbolo sarà Bordeaux di Enrico Crippa, uno splendore di cocktail di gamberi con il radicchio tardivo. Oltre all’auditorium, nelle sale laterali si terranno le sezioni Identità di Formaggio, Identità di Gelato, Identità Naturali, Identità di Pane e Pizza, Identità di Pasta, Identità di Champagne alla seconda edizione e poi la novità: «Ci tengo molto – conclude Marchi – Il 5 marzo spazio a 12 volti nuovi della nostra tavola (alcuni già premiati poco prima, come Luca Abbruzzino e Floriano e Giovanni Pellegrino, più 10 altri), con l’esordio de “Nuova cucina italiana”»). Sempre avanti.