19-10-2015
Il momento della premiazione di Gaspari, circondato da Paolo Marchi, la presentatrice Francesca Barberini e Claudio Sadler
E' Riccardo Gaspari, del ristorante El Brite de Larieto di Cortina d'Ampezzo (Bl), il vincitore della quinta edizione del Premio Birra Moretti Grand Cru, che si è tenuto poche ore fa al secondo piano di Eataly Smeraldo di Milano, nella bella sala del ristorante Alice. Il suo piatto era Pizza Moretti. Con lo chef ampezzano, sul palco dei vincitori anche Valerio Maceroni dell'On the Road di Avezzano (Aq), che con Pecora alla Cottora ha prevalso nel voto popolare (categoria introdotta quest'anno: era possibile votare la ricetta più interessante sul nostro sito, c'è stata una vera pioggia di consensi) e Matteo Rubini di Fm con Gusto di Faenza (Ra), miglior abbinamento con la birra grazie a Pane, birra e lampredotto. Una menzione speciale della giuria per Paolo Griffa, del Piccolo Lago di Verbania, per il suo originale Oink Oink! a base di naso di maiale.
Così Gaspari descrive Pizza Moretti, la cui ricetta potete trovare qui: «E' un piatto tradizionale. Cosa mangiano gli italiani la domenica sera? Birra e pizza! Credo molto nella nostra tradizione, penso che nessuno come noi abbia una storia gastronomica così vasta. Ho voluto "sfidare" l'alta cucina proponendo un piatto che può sembrare banale».
Valerio Maceroni al lavoro. Ha vinto il premio assegnato dalla giuria popolare
L'esito, va sottolineato, è stato più che felice: «Abbiamo notato una netta crescita complessiva rispetto alle altre edizioni - hanno osservato Sadler, Viviana Varese e lo stesso Berton - Gli chef che concorrono pensano meglio al piatto, si preparano di più, sono in generale più pronti». Sorrideva Beck: «E' la cosa più bella del ritrovarsi qui: vedere tanti ragazzi che hanno le basi solide per accogliere la nostra eredità». Al suo fianco sogghignava Davide Oldani: «Scopriranno sempre più quanto è duro questo mondo. Ma hanno passione, si impegnano, le premesse ci sono tutte».
A destra, Matteo Rubini, giovane sous-chef romagnolo. Sta impiattando la sua preparazione, premiata per il migliore abbinamento, con l'aiuto di Domenico della Salandra
Il commento di Sadler, al tavolo vicino, non si discostava: «Qualità alta, ragazzi preparati. Ha vinto chi è rimasto di più nel tema» senza lasciarsi vincere da un entusiasmo giovanile, un po' troppo sperimentatore, che inteneriva però Pino Cuttaia: «Dai piatti si capisce l'età del cuoco. Sono tutti under 35, quindi in un'età in cui si abbandona la fase acerba e si inizia a mettere struttura. Non sono più bambini che giocano con la sabbia, non sono ancora professionisti formati. Ma devo dire che sono complessivamente migliori di quanto fossimo noi alla loro età», merito del maggiore accesso alla formazione e all'informazione.
La giuria pluristellata sul palco dell'Eataly Smeraldo
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classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
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