01-09-2021
Affascinante, leggendaria e a tratti alchemica la storia del Vemouth di Torino e delle sue origini è un viaggio avvincente, che ci porta fino al Medioevo quando i vini all’assenzio venivano somministrati per le loro proprietà medicinali. È l’assenzio, in tedesco vermut, l’ingrediente principe che caratterizza un vino arricchito da erbe e spezie dosate secondo ricette personali e segrete e che dà origine a quello che oggi viene definito il Vermouth o Vermut moderno.
È nel 1600 che entra in scena però Torino, città già nota per i suoi liquoristi e culla della prima ricetta che, oltre all’assenzio e alla miscela segreta di erbe e spezie, vede l’introduzione di due nuovi ingredienti, ovvero lo zucchero e l’alcol, al fine di rendere più stabile il prodotto e permetterne l’imbottigliamento. Ha inizio la parabola felice del Vemouth e l’esplosione di una vera e propria moda che ha i suoi anni più splendidi a partire dall’Ottocento.
Questa moda tutta italiana non tarda ad arrivare anche oltre Oceano. Le aziende produttrici riescono a costruire un’importante rete di distribuzione, che riesce a raggiungere sempre più capillarmente anche i territori più remoti e decretando così un successo internazionale. Da vino speziato bevuto in purezza, il vermouth ben presto diventa anche un elemento importante all’interno di ricettazioni di grandi barman di tutto il mondo. È con l’esplosione del mondo dei cocktail, che il vermouth diventa uno degli ingredienti più importanti di grandi iconici come l’Americano, il Martini Cocktail, il Negroni…
Roberto Bava
Ad esempio, il Vermouth Bianco Extra Dry e Dry si caratterizzano per delle note aromatiche di erbe e per un corpo medio che lo rendono ideale per il Martini Cocktail e in abbinamento a battute di carne. Diverso è invece per quei Vermouth Bianco da uve moscato dolce, con sentori di frutta a polpa gialla, chiodi di garofano, genziana che sono ottimi miscelati con succo di mela o distillati di frutta e accompagnati a della frutta come pesche e fragole.
ll mondo dei cocktail e dei bartender raccontati da Identità Golose.
di
sceneggiatrice e scrittrice, dalla scuola di giornalismo enogastronomico del Gambero Rosso è approdata a Identità Golose
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