18-09-2024
Terza tipologia dell’impasto, la pepperoni pizza
Franco Pepe, da maestro assoluto quale è, ha capito da tempo che oggi, per essere davvero pizzaioli contemporanei (e magari continuare a far parte dell’avanguardia), più che sperimentare topping pretenziosi, più che scimmiottare supertecniche da altissima cucina in un contesto fuori luogo, vale la pena piuttosto fare benissimo il proprio mestiere, lavorare di ricerca non su millemila impasti diversi, con esiti che percorrendo l’Italia troviamo sovente deludenti o perlomeno scolastici, bensì verificando le molte strade possibili partendo da un punto fermo, il suo celebre panetto «che è la mia identità, è Franco Pepe anche quando Franco Pepe non c’è», spiega il suddetto. Vale la pena, inoltre, giocare di consistenze, di temperature, di accostamenti, di contrasti gustativi utilizzando meglio la propria dispensa di eccellenze, l’infinita tavolozza di colori messi a disposizione dal territorio, più che avvitarsi in cross over global spericolati, in katsuobushiate gratuite senza avere le spalle sufficientemente larghe per sopportarne il peso (il grande pizzaiolo contemporaneo prende spunto dal grande chef, scambia idee, ne mutua alcuni concetti e l’approccio, non ne fa una copia stenterella con effetto parodistico, non sbatte sul povero impasto snaturato un mix improbabile di materie prime e lavorazioni solo per darsi un tono, dimostrando così la propria inconsapevolezza).
Franco e Stefano Pepe, padre e figlio
La nuova Pepperoni pizza di Franco Pepe
L’impasto di Franco Pepe sotto un ulteriore punto di vista, ossia in teglia, quindi a temperatura più bassa rispetto alla classica in pala: ecco La Ritrovata, dedicata al padre di Franco, Stefano. Alla base pomodori san marzano e piennolo, poi polvere di olive caiazzane disdratate, filetti di alici di Cetara, olio evo agliato, origano del Matese e basilico cristalizzato
Quell’idea, che nacque durante il Covid, è stata perfezionata. Ed è diventata un capolavoro: La Ritrovata (pomodori san marzano e piennolo, poi polvere di olive caiazzane disdratate, filetti di alici di Cetara, olio evo agliato, origano del Matese e basilico cristalizzato) è semplice e fenomenale, così riuscita da indurre Pepe a un pensiero, perché non dedicarle uno spazio tutto suo? Sarebbe il modo perfetto di differenziare l’offerta, da una parte la pizzeria Pepe in Grani, dall’altra un negozio dove vendere questa delizia e magari anche del pane… Si vedrà.
Contaminazione: trancio di pizza fritta con alla base paté di olive, misticanza, stracciata di bufala, za'atar e zest di limone. Lo za’atar - una miscela di spezie originaria del Levante - rimane un po’ sottotraccia
Cuoppo di alici: cono fritto con fonduta di grana padano 12 mesi, alici fritte, prezzemolo, pepe, zest di limone, all’interno del cono anche un geniale "cuore di limone" - come il fondo di cioccolato del cornetto gelato – che dà freschezza e pulisce
Vulcanica, in tre lavorazioni: in forno con paté di olive caiazzane, a metà cottura viene aggiunta la passata di pomodoro lungo dell’agro sarnese, alla fine - a freddo - treccia di mozzarella di bufala sfilacciata a mano, cappero disidratato e origano fresco. Dritta, pulita, è la Campania de gusto, una classica senza essere classica, «ho voluto far capire come utilizzare la treccia di bufala su una pizza senza perdere nulla del suo sapore. Non va tagliata col coltello, perdendone il latte, né sgocciolata, basta sfilacciarla con le mani seguendo le sue nervature»
Sciuccaglia: pizza in teglia con guanciale (in realtà la sottoguancia del maiale nero casertano, la sciuccaglia appunto), cipolle di Alife, pomodoro san marzano essiccato al sole, origano del Matese, olio evo caiazzano
Gelsomina: trancio di pizza fritta, sfoglia di burro, crema pasticcera al limone, riduzione di gelsi, cristalli di violetta selvatica, zest di lime, zucchero a velo
Sfogliatella fritta: il dolce tipico napoletano finisce nel cono fritto, quindi crema pasticcera, latte, semolino, ricotta, frutta candita, vaniglia, canella e al culmine le tagliatelle di pasta fillo per ricordare la croccantezza della sfogliatella. È un’idea di Stefano Pepe, figlio di Franco, ormai un mago delle pizze dolci, aveva già aperto questo filone con la Pastiera, stesso concetto, il morso della torta racchiuso nel cono fritto
Tutte le notizie sul piatto italiano più copiato e mangiato nel pianeta
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classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
Una splendida Margherita de La Sorgente a Guardiagrele (Chieti)
Una delle pizze di stagione, una migliore dell'altra, di Pier Daniele Seu al suo Seu Pizza Illuminati di Roma