04-08-2021
Una delle creazioni di Giovanni Giglio e Mattia Lattanzio a Dazio, nuova pizzeria romana di alta qualità
Fatte ‘na pizza c’a pummarola ‘ncoppa vedrai che il mondo poi ti sorriderà
L’amato Pino Daniele lo sapeva e lo cantava, perché nel mondo (a Napoli forse un po’ di più) è una certezza: se anche dovessi inventarti una vita da zero, partiresti mangiando una pizza. Perché la pizza ogni volta, anche l’ennesima, è una certezza, una certezza piena d’amore
Ma se i pizzaioli non arrivano ai 30, intesi come anni d'età? Nessun problema! Giovanni Giglio, 29 anni, e Mattia Lattanzio, 28 anni, stanno dimostrando di sapere bene cosa impastare nella testa, ma ancora prima tra le mani. I due ragazzi domano il forno rigorosamente a legna di Dazio, di recente apertura. Fermiamoci un attimo qui, a via Nomentana 1206. Alcuni mesi fa, ancora in piena pandemia, due imprenditori romani - Federico Del Moro e Federico Coniglio - hanno unito le forze e le loro speranze, credendo in un progetto che oltre a valorizzare la pizza in sé, potesse accogliere una apertura totale verso una elaborazione precisa e costante di una certa idea di pizza. La firma della pizza di Dazio è stata così affidata ai due giovani chef. Giglio, classe 1991 e Lattanzio, classe 1992, hanno fatto della loro passione un punto fermo nel proprio cammino; una cucina che a 360 gradi è costantemente attenta a ogni sua sfumatura: dallo studio degli ingredienti fino all sala. La loro formazione li vede impegnati con nomi dell’alta ristorazione.
La sala di Dazio
La passione comune li vede impegnarsi nella ricerca e nella formulazione della loro idea di pizza. Accanto allo studio delle farine e degli impasti, ben presto approdano al progetto dei fritti innovativi. Un esempio? Il supplì è concepito come un risotto all’onda avvolto in una panatura speciale e segreta, ma di certo croccante e non banale.
Minacciosa è stata la maledetta pandemia, ma Dazio ha continuato a crederci, compiendo una evoluzione gourmet frutto di una complicità di idee e di intenti che prima di tutto vuole coccolare una clientela sempre più esigente. Originalità e ricerca faranno dei due giovani chef una tappa necessaria per chi ha voglia di saggiare il nuovo e l’antico insieme: sotto un’unica bandiera. Ricerca, artigianalità, prodotto.
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Giornalista e sommelier, radici a Napoli e presente a Roma, coltivo la scrittura e l'amore per il vino e il cibo come valori assoluti, perché mi insegnano che ovunque può celarsi il bello e il buono. Gli studi letterari mi hanno lasciato una grande eredità: andare oltre ogni apparenza e questo cerco nell'enogastronomia.
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