20-12-2023
La cornice di immagini, proiettate con la tecnica del video mapping sulle pareti. Anfore di vetro, ornate da fiori, sistemate su piedistalli che ricordano, di primo acchito, i Sette Palazzi Celesti dell’artista Anselm Kiefer. Un’ambientazione affascinante e azzeccata quella scelta dal Consorzio di Tutela dei Vini della Valtellina per rendere ancora più suggestiva la Sala Ovale di Identità Golose Milano in occasione dell’annuale presentazione milanese dei “Nebbioli delle Alpi”. Un appuntamento diventato consuetudine perché, come ha affermato Danilo Drocco, presidente del Consorzio, «Milano ci è vicina, la Valtellina accoglie molti turisti che abitano qui e altri ne arriveranno in occasione delle Olimpiadi. Vogliamo che nei ristoranti milanesi i vini valtellinesi siano considerati di casa».
Da sinistra Carlo Passera, coordinatore della redazione di Identità Golose, che ha condotto l'evento; Danilo Drocco, presidente del Consorzio di Tutela dei Vini della Valtellina; Davide Fasolini, presidente della Strada del vino e dei sapori della Valtellina; Mamete Prevostini, titolare dell'omonima cantina, uno dei fiori all'occhiello della Valtellina enologica; e Giacomo Mojoli, consulente, tra gli ispiratori del pensiero Slow Food e cantore dei “Nebbioli delle Alpi”
Paesaggi vinicoli valtellinesi
I vini in degustazione a Identità Golose Milano
Fra i molti assaggi abbiamo apprezzato lo Sforzato Infinito, della Tenuta Scerscé di Teglio e il Vigna Fracia Valgella 2019 di Nino Negri. Le degustazioni sono state accompagnate da piccoli assaggi in abbinamento firmati dall’executive chef di Identità Golose Milano, Edoardo Traverso. Memorabile e da bis la Pappa al pomodoro cosi come i Tortellini mantecati con sugo d’arrosto e crema di parmigiano. Non resta che attendere le prossime uscite dei vini valtellinesi per apprezzare questa continua evoluzione verso livelli qualitativi sempre più alti, come ci si aspetta con licenza di metafora, da vini di montagna.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
giornalista, classe 1966 con una laurea in Fisica e oggi un lavoro da comunicatore. Ha raccontato due Olimpiadi e 5 Mondiali di atletica leggera su Eurosport. Super appassionato di buona cucina, rhum caraibici e golf
Il borsat di Livigno, piatto poverissimo e (quasi) scomparso a base di carne di pecora chiusa con gli aromi in una "tasca" cucina a mano di pelle della pecora stessa, poi messa a cuocere. L'ha riportato all'onor del mondo lo chef Alessandro Negrini, che ha trovato l'ultima persona che ancora lo preparava, la signora Menia Silvestri, a Trepalle, una frazione di Livigno, in provincia di Sondrio, oltre 2mila metri d'altitudine