23-12-2022
Aqulia Reale di Cesarini Sforza: la Riserva vince la sfida del tempo
Dal 1986 è il vino simbolo di Cesarini Sforza: l’Aquila Reale è l’esempio di come si possa fare un grande TrentoDoc, utilizzando a proprio favore il fattore del tempo, l’attesa.
Ma soprattutto l’Aquila Reale è un progetto ambizioso: valorizzare una singola zona di produzione. Nel caso specifico il cuore di questo spumante è nel Maso Sette Fontane, a 500 metri di altitudine, circondato dalle Dolomiti e da un microclima ideale.
Enrico Zanoni, direttore generale di Cavit
L’azienda dal 2019 è stata acquisita dal gruppo Cavit, ma il direttore generale Enrico Zanoni ha specificato che le strade sono parallele ma distinte. «Cesarini Sforza rimane una realtà autonoma – ha ribadito – che realizza esclusivamente bollicine. Da parte nostra stiamo investendo molto sulla produzione, per ridare al marchio la sua importanza. Inoltre abbiamo ingaggiato un giovane enologo trentino, Andrea Buccella, per puntare sempre più in alto».
I vigneti in Trentino
La degustazione, accompagnata dalle creazioni dello chef Alessandro Gilmozzi, ha avuto un piccolo e interessante fuoriprogramma: l’assaggio dell’annata 2021, ancora vino fermo. «Lo abbiamo fatto – spiega l’enologo – per far capire la base dalla quale partiamo per arrivare poi al prodotto finito».
Le bottiglie in affinamento
L’Aquila Reale 2015, anche questa ovviamente in anteprima, arriva da un’annata siccitosa per la zona. Eppure, grazie al microclima del Maso Sette Fontane, è un vino che esprime un’ottima freschezza, quasi inattesa viste le premesse, e una buona tensione. Anche questa, come detto, è un’anteprima.
L'enologo Andrea Buccella
L’Aquila Reale 2010, 137 mesi sui lieviti, è un vino più generoso, con una maggiore presenza di frutta, note di candito, e una maggiore rotondità in bocca. Bel finale, particolarmente lungo. Nell’annata 2009 stupisce il perfetto connubio tra freschezza ed eleganza: affinamento di 146 mesi sui lieviti, per un vino dalle tantissime sfaccettature.
Le note di pasticceria sono invece la caratteristica dell’annata 2004, che è rimasta in bottiglia per 188 mesi, oltre 15 anni. L’affinamento in legno si fa sentire, con un vino particolarmente morbido ma ancora sostenuto dall’acidità.
Le bottiglie degustate
L’annata 2001, infine, regala emozioni: 243 mesi di affinamento, quindi oltre 20 anni, è uno spumante particolarmente complesso, ricco ma non invadente, ancora splendidamente in forma.
Emozioni, appunto: l’Aquila Reale in queste “versioni speciali” ha regalato grandi emozioni, con la consapevolezza di avere di fronte un TrentoDoc di grande spessore che negli anni ha saputo evolversi e migliorare sempre di più.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
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giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo, dando voce a grandi blasoni, insomma delle vere e proprie istituzioni, ma anche a piccole aziende: tutto questo è In cantina.