22-12-2021
Il Calabrese è inserito nel Registro Nazionale noto in Sicilia anche come Nero d'Avola
La Sicilia e il suo patrimonio vitivinicolo sono sorprendenti: in regione, la storia del vino origina tra l’VIII e il VII secolo a.C., quando i Fenici introducono per la prima volta la vite e la vinificazione; e ancora loro, successivamente, contribuiscono alla commercializzazione di quel vino così dolce di un tempo.
Oggi quel gusto è certamente mutato, e con esso il grado di consapevolezza della qualità dei vini siciliani nel mondo; tale contezza diventa concreta, nel 2012, con la fondazione del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia: un’occasione per i viticoltori, i vinificatori e gli imbottigliatori per unire le loro forze e, all’unisono, rappresentare il vino del territorio siciliano, con il fine di valorizzare e dare voce alla DOC Sicilia.
Il Consorzio di tutela Vini Doc Sicilia è stato fondato nel 2012 per promuovere e valorizzare i vini Doc Sicilia e dare voce ai produttori, viticoltori e imbottigliatori dell'isola
L’autenticità dei vitigni autoctoni, la grandiosità della produzione biologica isolana, la storicità dei vigneti e la ricchezza intra-varietale sospingono a investigare i territori della Trinacria, la sincerità dei suoi calici che, sempre più, si prestano a una cucina di contaminazioni e contemporanea, senza mai tradire la buona tavola della tradizione.
Tanti sono stati i banchetti allietati nella storia longeva del Nero d’Avola, il vitigno a bacca rossa per eccellenza della Sicilia. Un carattere impetuoso e attraente, che si lascia addomesticare dal passaggio del tempo, un nettare così propenso all’invecchiamento, ma virtuoso e divertente già in gioventù; la libera espressione identitaria dei tre territori di riferimento – Contessa Entellina, Vittoria e Contea di Scaflani - perché dal bacino embrionale della Sicilia sud-orientale, il Nero d’Avola si è gradualmente diffuso in lungo e in largo, fino a rendere Agrigento e Caltanissetta le zone di produzione maggiore.
Per conoscerlo fino in fondo, è tappa obbligata, aprire una parentesi sul nome di questo vitigno, iscritto nel Registro Nazionale anche con il sinonimo riconosciuto di Calabrese nero: una denominazione utilizzata già nel 1600 quando, con Calavrisi o Calaulisi, venivano indicati tutti quei vini associabili al Sud Italia per caratteristiche qualitative, metodo di lavorazione, colore e zuccheri. Ma colaurisi, colaulisi e calavrisi sono anche un richiamo a calea, cioè uva, e aulisi, Avola, dunque uva d’Avola.
Eppure, diversamente da quanto Calabrese possa suggerire, dapprincipio il territorio di elezione per la coltivazione di questo vitigno abbraccia i comuni di Pachino e Vittoria, nel sud-est siciliano.
In altre occasioni, invece, si presta quale vino da taglio per dare forza e colore ai rossi piemontesi e toscani; o, ancora, combinato al Frappato siciliano, dà vita al Cerasuolo di Vittoria, una grande eccellenza dell’isola. Tuttavia, la sensibilità dei giovani produttori, la diffusione di una nuova cultura vitivinicola fanno sì che il Nero D’Avola sia un vino in grado di dominare la scena in piena autonomia, nell’interezza del suo vitigno, capace di rappresentare l’eterogeneità territoriale isolana, che si manifesta in tre biotipi principali di riferimento: A, B, C – uno per zona, rispettivamente, Sicilia centro-meridionale, Sicilia occidentale e Sicilia sud-orientale.
I vigneti del Nero d'Avola beneficiano della brezza marina e della temperatura mite dell'isola, con una buona escursione termica che favorisce lo sviluppo di aromi e uve sane e ricche
Vigneti intrisi di sole, accarezzati dalla mitezza del clima mediterraneo, spesso posizionati fino a 400 metri sul livello del mare, dunque esposti a una buona escursione termica; sfiorati dalla brezza del mare che regala ai grappoli una fragrante nota iodata; uve sane che racchiudono i profumi della macchia, di muschio ed eucalipto. Nella polpa si concentra una dose generosa di zuccheri, che non contrasta l’ottima tenuta di acidità, e garantisce al vino un taglio fresco che procura brio e mette sete.
A seconda della sua età, riesce ad accostarsi con gradevolezza a pietanze a base di pesce o carne, accompagnando i commensali dall’aperitivo, fino alla celebrazione del pasto con una portata maestosa, dai ricettari di cucina tipica locale fino a quella di taglio internazionale: insomma, il Nero D’Avola è perfetto sia con un involtino di pesce spada alla messinese, che con un pollo al curry, o succulenti empanadas.
Aromatico e leggero, da giovane, sviluppa un bouquet di frutto maturo, mai stucchevole; ciliegia sotto spirito e frutti di bosco, con lievi sentori di pepe e spezie dolci; viola e una docile liquirizia. Un corpo rosso molto carico avvolge il palato, ma con pulizia; la sua potenza è percepibile sul finale sotto forma di calore e una grande eleganza.
Un vino versatile che, inizia ad essere vinificato anche in bianco, spumantizzato con metodo Charmant: nel suo perlage fine e limpido, il Nero si riveste di una nuova luce.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
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A cura della redazione di Identità Golose
La squisita Cipolla di Giarratana al bbq con pere facci bedda allo zafferano, pannocchia sgranata, cremoso di pecorino ed erbette che abbiamo assaggiato al Casu Osteria Contemporanea di Giarre (Catania)
Carmelo Trentacosti, Giuseppe Costa, Bartolo Galati, Nino Ferreri, Tony Lo Coco e Patrizia Di Dio
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo, dando voce a grandi blasoni, insomma delle vere e proprie istituzioni, ma anche a piccole aziende: tutto questo è In cantina.