30-12-2018

Toccare lo Champagne, come fosse un tessuto

Il Bureau du Champagne, in collaborazione con la Ferrari Fashion School, ha proposto l'accostamento tra vino e moda

Un modo innovativo e coinvolgente di bere lo champagne? Armarsi di un paio di forbici e vestirne tutte le sensazioni. Un’esperienza intensa, quella offerta dal Bureau du Champagne alla Ferrari Fashion School di Milano. Non una tappa isolata, bensì inserita in un viaggio sensoriale che già aveva attraversato olfatto e udito in passato.

Adesso, ecco il tatto che invita a esplorare nuove frontiere. Con “Toccare lo champagne” l’accostamento ideale è parso quello con la moda e i tessuti che fanno assaporare in maniera originale il protagonista di tanti brindisi degli italiani (il nostro paese è settimo nelle importazioni ed è cresciuto dell’11,1% lo scorso anno). 

Da sinistra, Silvia Ferrari e Chiara Giovoni

Da sinistra, Silvia Ferrari e Chiara Giovoni

A guidare in questo percorso c’erano Chiara Giovoni, formatrice e Ambasciatrice italiana dello Champagne 2012, e Silvia Ferrari, fondatrice e direttrice della scuola che porta il suo nome, alla presenza di Thibaut Le Mailloux, direttore della comunicazione del Comité Champagne.

Bisogna chiudere per un attimo gli occhi, vincere la tentazione di sbirciare come prima cosa i colori dei tessuti distribuiti lungo il tavolo di lavoro, tra i manichini, e permettere alle dita di lasciarsi guidare: partendo dall’immediata sensazione del bicchiere e avvicinandosi alle evocazioni del terreno, delle botti e infine dello champagne stesso che strizza l’occhio ai tessuti con garbo.

La trama di un grande vino, si rispecchia in quella di un tessuto: un gioco serio di qualità e creatività. Cinque bicchieri per raccogliere la sfida, ciascuna moltiplicata a sua volta per cinque: perché si è suggerito di dedicare un tale numero di caratteristiche per ogni champagne, per poi ritagliare scampoli e incollarli nella sua scheda.

Tessitura secca, tessitura soda, morbidezza o leggerezza, quante emozioni si spostano dallo champagne al tessuto. Quante avventure comuni, dall’assemblage allo stile.

Allora si parte da più lontano per una volta, come per dare maggiore  corpo alle sensazioni, da un Laurent Perrier Brut Millésimé 2007 che noi abbiamo vestito con la sua mineralità e un tocco delicato come l’annata che ha saputo esprimere: tessuti avvolgenti e luminosi, persino con uno sprazzo di primavera.

Ci siamo sentiti avvolgere anche dalla rinascita, che trasmette la Cuvée Dame de la Renaissance 2008. Una trama fitta, e con toni evolutivi interessanti, che racconta anche una storia personale di coraggio e orgoglio, meritevole dunque di un tessuto tenace e capace di emanare una saggezza degna di questo champagne.

Ancora, Nicolas Feuillatte Gran Cru Pinot Noir Vintage 2008, un  vino che conduce a scampoli vigorosi e riflessivi. Poi silenzio ed eleganza. Veuve Clicquot Vintage Rosé 2008 si veste di tessuti fini, non fragili, carichi della sua storia. Infine la parola, anzi le forbici a un Pol Roger Brut Vintage 2009, che porta a un ultimo brindisi di felicità tra sensualità e riflessione.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Marilena Lualdi

responsabile de l'Informazioneonline e giornalista di Frontiera - inserto de La Provincia, scrittrice e blogger, si occupa di economia, natura e umanità: ama i sapori che fanno gustare la terra e le sue storie, nonché – da grande appassionata della Scozia – il mondo del whisky

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