18-12-2016
Martin Foradori Hofstätter racconta a Identità Golose i suoi due vini appena presentati, Ludwig Barth von Barthenau – Vigna Roccolo” 2012 Pinot Nero e Konrad Oberhofer - Vigna Pirchschrait” 2006 Gewürztraminer. Due vere e proprie chicche che derivano da una incredibile e unica storia, un impegno costante - nel dna di famiglia - per la qualità della produzione vinicola altoatesina
Parlavamo qualche tempo fa con Martin Foradori Hofstätter e lui d’improvviso: «Speriamo vinca il sì al referendum». Imprevista deviazione nel campo della politica? Endorsement renziano? No: «Sai, sono tre anni che il Parlamento discute il Testo unico per il mondo vitivinicolo. Io spero proprio che non salti tutto, perché se si sciolgono le Camere…». Ha prevalso il no, però intanto il Testo unico è stato approvato il 28 novembre (leggi qui): e l’episodio serve solo per esemplificare il fulcro delle preoccupazioni di chi guida oggi Tenuta Hofstätter, con i suoi 50 ettari colonna portante della viticoltura a Termeno.
L’azienda è stata promotrice del riconoscimento ufficiale della denominazione “vigna” in Alto Adige, «è importante il progetto di zonazione avviato a livello altoatesino», e in questo senso il Testo unico nazionale potrà fare la sua parte, «il futuro sta nell’uso dei nomi geografici distintivi». Insomma, come spesso accade la parte migliore della società è andata più avanti della politica, ha fatto da traino a questa e a tutto il settore.
Prima della svolta di Paolo, suo suocero Konrad Oberhofer – il primo ne aveva sposato la figlia Sieglinde proprio nel 1959, unendo così con le nozze, per la prima e unica volta, i versanti Est e Ovest, ossia i terreni Hofstätter-Oberhofer e quelli Foradori, che avevano acquistato a loro volta dai von Barthenau, per cui l’azienda è ancor oggi la sola a disporre di microclimi così diversi - era solito vendere quella produzione di Pinot Nero alla Cantina di Caldaro, che la usava come vino da taglio per rafforzare la Schiava – ma Konrad aveva già capito, in compenso, quando fosse importante valorizzare i singoli terroir, cominciando a tenere separate le uve per vigneto e dando al vino il nome del podere.
Ora l'altopiano di Mazon, che vanta condizioni microclimatiche ideali, è diventato sinonimo di eccellenza nella produzione di quell’uva, a sua volta fiore all’occhiello locale conosciuto ormai internazionalmente.
I vigneti di Mazon
Il Pinot Nero della Vigna Roccolo ha in sé tutto il potenziale di un prestigioso Cru (del quale l’idea di Vigna è infatti la risposta altoatesina), nel quale crescono viti che hanno oltre 70 anni di età. Ogni sua bottiglia è un libro che racchiude la storia del vitigno e una ricerca dell’eccellenza che parte da lontano.
«La bontà di un singolo vigneto è determinante se dalle sue uve viene vinificato il singolo vino perché questo personificherà, con il suo stile, il vigneto nel quale è nato» (Martin Foradori Hofstätter)
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera